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Ancora un altro Gozzo (Etabeta) *** Terminato ***
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Forum Scuola di Modellismo :: Modellismo Statico :: Navimodellismo :: Barche e Motoscafi :: In cantiere :: Cantieri terminati
Pagina 1 di 5
Pagina 1 di 5 • 1, 2, 3, 4, 5
Ancora un altro Gozzo (Etabeta) *** Terminato ***
Nome: Gozzo Cornigiotto
Tipo: barca da pesca
Anno di costruzione: -
Lunghezza reale: 4,90 m
Scala del modello: 1:20
Tipo modello: autocostruito
Piano di costruzione: autorealizzato
Ecco l'ennesimo gozzo in questo forum
Nello spirito di questo forum che si chiama “Scuola di Modellismo”, mi sono deciso di raccontare passo passo le mie esperienze (e gli errori) che ho fatto nella costruzione di questo gozzo.
Si tratta del mia prima esperienza di navimodellismo e ho deciso per questo tipo di imbarcazione per vari motivi, tra i quali:
Desidero ringraziare i fondatori e gli amici di questo forum che con la loro disponibilità a condividere documentazione,i metodi costruttivi adottati e a rispondere a quesiti posti da chi si trova in difficoltà, mi hanno stimolato a fare e divertirmi con appassionante hobby.
Il Piano di costruzione
Ho realizzato il piano di costruzione del gozzo ispirandomi ai disegni postati da Picogiò, al modellino di Santos e alla documentazione che ho trovato sul sito.
Con Delftship free ho elaborato in 3D le linee dello scafo mettendo in background le immagini postate da Picogiò e ritoccando la forma fino a raggiungere un risultato per me soddisfacente (vedi immagine seguente).
Il numero di costole è stato impostato a 19 in modo che tra una costola e l’altra ci sia circa un palmo.
Da Delftship free ho ottenuto le classiche viste ortogonali dello scafo che ho esportato in formato .dxf.
Ho poi importato questo file nel mio CAD portandolo in scala 1:1 (io uso Turbo CAD deluxe 17) e con quello ho elaborato la forma della chiglia e dei madieri e degli staminali come si usa nei gozzi e come ha fatto SANTOS.
Successivamente ho ridotto una copia del disegno nella scala desiderata di 1:20 e ho creato una seconda vista longitudinale però con la prua a sinistra perché mi servirà per la successiva lavorazione.
Segue alla prossima puntata ...... (ho raggiunto il limite di immagini consentito)
Tipo: barca da pesca
Anno di costruzione: -
Lunghezza reale: 4,90 m
Scala del modello: 1:20
Tipo modello: autocostruito
Piano di costruzione: autorealizzato
Ecco l'ennesimo gozzo in questo forum
Nello spirito di questo forum che si chiama “Scuola di Modellismo”, mi sono deciso di raccontare passo passo le mie esperienze (e gli errori) che ho fatto nella costruzione di questo gozzo.
Si tratta del mia prima esperienza di navimodellismo e ho deciso per questo tipo di imbarcazione per vari motivi, tra i quali:
- Come “studente” di modellismo volevo fare un’esercitazione che fosse abbastanza semplice per me ma non banale
- Su questo forum c’è moltissimo materiale al quale ispirarsi e dal quale trarre ottimo insegnamento
- Non volevo partire da una scatola di montaggio ma fare tutto da me, prendendo e copiando idee e spunti dai più esperti di questo forum.
- Ho voluto anche esercitarmi a farmi i piani costruttivi da me utilizzando Delftship e il CAD, con l’idea di usarli anche per i miei futuri navimodelli.
- Volevo usare esclusivamente materiale di recupero che ho in abbondanza.
Desidero ringraziare i fondatori e gli amici di questo forum che con la loro disponibilità a condividere documentazione,i metodi costruttivi adottati e a rispondere a quesiti posti da chi si trova in difficoltà, mi hanno stimolato a fare e divertirmi con appassionante hobby.
Il Piano di costruzione
Ho realizzato il piano di costruzione del gozzo ispirandomi ai disegni postati da Picogiò, al modellino di Santos e alla documentazione che ho trovato sul sito.
Con Delftship free ho elaborato in 3D le linee dello scafo mettendo in background le immagini postate da Picogiò e ritoccando la forma fino a raggiungere un risultato per me soddisfacente (vedi immagine seguente).
Il numero di costole è stato impostato a 19 in modo che tra una costola e l’altra ci sia circa un palmo.
Da Delftship free ho ottenuto le classiche viste ortogonali dello scafo che ho esportato in formato .dxf.
Ho poi importato questo file nel mio CAD portandolo in scala 1:1 (io uso Turbo CAD deluxe 17) e con quello ho elaborato la forma della chiglia e dei madieri e degli staminali come si usa nei gozzi e come ha fatto SANTOS.
Successivamente ho ridotto una copia del disegno nella scala desiderata di 1:20 e ho creato una seconda vista longitudinale però con la prua a sinistra perché mi servirà per la successiva lavorazione.
Segue alla prossima puntata ...... (ho raggiunto il limite di immagini consentito)
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Pluff Eta Beta
... l'ottimo è nemico del buono...
... puoi avere ragione oppure essere felice ... a te la scelta!.
etabeta- Collaboratore sostenitore
Re: Ancora un altro Gozzo (Etabeta) *** Terminato ***
Ciao etabeta, voglio innanzitutto ringraziarti per quanto hai scritto su questo forum, sui suoi utenti e sui suoi membri dello staff.
L'argomento si preannuncia molto interessante e credo che molti Amici, oltre al sottoscritto, ti seguiranno nel tuo passo-passo.
Non posso fare altro che augurarti buon lavoro !!
A presto.
L'argomento si preannuncia molto interessante e credo che molti Amici, oltre al sottoscritto, ti seguiranno nel tuo passo-passo.
Non posso fare altro che augurarti buon lavoro !!
A presto.
_________________
Armando
Regolamento Forum: http://www.forumscuoladimodellismo.com/regolamento-f8/regolamento-del-forum-t274.htm
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Armando54- Moderatore sostenitore
Re: Ancora un altro Gozzo (Etabeta) *** Terminato ***
Ciao Eta, evviva finalmente all'opera.
Un saluto
Sandro
Un saluto
Sandro
Ospite- Ospite
Re: Ancora un altro Gozzo (Etabeta) *** Terminato ***
Ciao Eta, vai si parte, buon lavoro.
ciao
ciao
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L'uomo non smette di giocare perché invecchia, ma invecchia perché smette di giocare.
(George Bernard Shaw)
cvincenzo54- Collaboratore sostenitore
Re: Ancora un altro Gozzo (Etabeta) *** Terminato ***
Buon giorno Eta, ti faccio i mie complimenti ed un in bocca al lupo per questa tua nuova avventura. Sono certo che sarà un grande successo e comunque siamo quì per qualsiasi dubbio.
Grazie e buon modellismo
Grazie e buon modellismo
Maruzzella- Utente sostenitore
Re: Ancora un altro Gozzo (Etabeta) *** Terminato ***
Ciao etabeta, è un piacere rivederti all'opera
Saluti da Scuba!!!
Saluti da Scuba!!!
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Un capitano non abbandona mai la propria nave!
Prendi una canzone triste e rendila migliore.
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Lo Staff di Scuola di Modellismo:
Scubaleo- Amministratore
Il metodo di costruzione
Innanzitutto grazie amici per l'incoraggiamento. Voglio anche esprimere la mia gratitudine a UNIMATRIX che mi ha convinto a trovare il tempo da dedicare a questo fantastico hobby e mi fa da mentore.
Ciò premesso, passiamo all'argomento del giorno:
Il metodo di costruzione adottato
Il metodo che ho voluto sperimentare è quello del calco positivo dello scafo sul quale poggiare la chiglia e dare forma al modellino che poi viene estratto e rifinito.
Per il calco positivo con la tecnica Bread & Butter ho voluto sperimentare al posto del legno il polistirene espanso ossia quelle lastre azzurrine, rosa o gialline che vengono usate per coibentare la casa, dato che io ne ho qualcuna avanzata dei lavori della casa.
Per intenderci è' un materiale affine al polistirolo espanso ma molto più compatto, che non si sfregola e che si riesce a carteggiare e a tagliare anche con il traforo elettrico (ovviamente si può anche lavorare con una lama calda). In realtà ci vorrebbe l'archetto a filo caldo che io per ora non ho.
Il politirene espanso si incolla bene con il vinavil e benissimo con lo stick Pritt (non si devono usare colle a solvente perché lo sciolgono).
Per arrivare allo spessore voluto ho dovuto incollare più strisce di polistirene fra loro; per incollarle ho usato il Vinavil, ma purtroppo mi sono accorto dopo , che avrei fatto meglio a usare lo stick, infatti il Vinavil si carteggia male e non si riesce a togliere i segni delle giunzioni delle lastre di polistirene. Mal di poco perché poi ho ovviato come vi dirò.
Come riferimenti ho stampato su cartoncino le viste laterale e superiore del piano del gozzo e le ho incollate sui lati dei due blocchi di polistirene che ho poi sbozzato con il traforo. L'idea è di fare il calco con un'anima di compensato che riproduce la falsa chiglia e applicare ai lati due blocchi di polistirene che poi vengono sagomati a dovere.
Poiché il gozzo che sto realizzando ha la caratteristica di avere prua e poppa rientranti, la conseguenza è che il calco positivo non potrà essere estratto intero in quanto ci sono dei sottosquadri.
Se lo avessi fatto di legno avrei dovuto affettare il calco in almeno tre pezzi in modo da poterlo rimuovere a lavoro finito.
Con il polistirene è sufficiente scioglierlo con un pò di acetone ed estrarre l'anima del calco in compensato che preventivamente è stata incisa in due pezzi.
Le foto che seguono chiariscono meglio di cento parole
Notate nell'ultima foto il filo di luce che attraversa l'anima centrale di legno; si tratta di un taglio predisposto per l'estrazione del calco dal modello una volta che ho finito di applicare il fasciame.
Successivamente ho tagliato e carteggiato fino ad ottenere la forma voluta, aiutandomi con delle dime di alcune ordinate chiave che ho ritagliato su cartoncino (ogni dima è la forma esterna di una mezza ordinata)
Il seguito alla prossima puntata (ho finito la quota concessa di 5 immagini per post)
Ciò premesso, passiamo all'argomento del giorno:
Il metodo di costruzione adottato
Il metodo che ho voluto sperimentare è quello del calco positivo dello scafo sul quale poggiare la chiglia e dare forma al modellino che poi viene estratto e rifinito.
Per il calco positivo con la tecnica Bread & Butter ho voluto sperimentare al posto del legno il polistirene espanso ossia quelle lastre azzurrine, rosa o gialline che vengono usate per coibentare la casa, dato che io ne ho qualcuna avanzata dei lavori della casa.
Per intenderci è' un materiale affine al polistirolo espanso ma molto più compatto, che non si sfregola e che si riesce a carteggiare e a tagliare anche con il traforo elettrico (ovviamente si può anche lavorare con una lama calda). In realtà ci vorrebbe l'archetto a filo caldo che io per ora non ho.
Il politirene espanso si incolla bene con il vinavil e benissimo con lo stick Pritt (non si devono usare colle a solvente perché lo sciolgono).
Per arrivare allo spessore voluto ho dovuto incollare più strisce di polistirene fra loro; per incollarle ho usato il Vinavil, ma purtroppo mi sono accorto dopo , che avrei fatto meglio a usare lo stick, infatti il Vinavil si carteggia male e non si riesce a togliere i segni delle giunzioni delle lastre di polistirene. Mal di poco perché poi ho ovviato come vi dirò.
Come riferimenti ho stampato su cartoncino le viste laterale e superiore del piano del gozzo e le ho incollate sui lati dei due blocchi di polistirene che ho poi sbozzato con il traforo. L'idea è di fare il calco con un'anima di compensato che riproduce la falsa chiglia e applicare ai lati due blocchi di polistirene che poi vengono sagomati a dovere.
Poiché il gozzo che sto realizzando ha la caratteristica di avere prua e poppa rientranti, la conseguenza è che il calco positivo non potrà essere estratto intero in quanto ci sono dei sottosquadri.
Se lo avessi fatto di legno avrei dovuto affettare il calco in almeno tre pezzi in modo da poterlo rimuovere a lavoro finito.
Con il polistirene è sufficiente scioglierlo con un pò di acetone ed estrarre l'anima del calco in compensato che preventivamente è stata incisa in due pezzi.
Le foto che seguono chiariscono meglio di cento parole
Notate nell'ultima foto il filo di luce che attraversa l'anima centrale di legno; si tratta di un taglio predisposto per l'estrazione del calco dal modello una volta che ho finito di applicare il fasciame.
Successivamente ho tagliato e carteggiato fino ad ottenere la forma voluta, aiutandomi con delle dime di alcune ordinate chiave che ho ritagliato su cartoncino (ogni dima è la forma esterna di una mezza ordinata)
Il seguito alla prossima puntata (ho finito la quota concessa di 5 immagini per post)
Ultima modifica di etabeta il Dom 23 Set 2012 - 0:28 - modificato 1 volta.
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Pluff Eta Beta
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etabeta- Collaboratore sostenitore
Re: Ancora un altro Gozzo (Etabeta) *** Terminato ***
Forte !!!!!!!!
ciao
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L'uomo non smette di giocare perché invecchia, ma invecchia perché smette di giocare.
(George Bernard Shaw)
cvincenzo54- Collaboratore sostenitore
Re: Ancora un altro Gozzo (Etabeta) *** Terminato ***
Ciao Etabeta, sono curioso di vedere le prossime mosse
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Armando
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Armando54- Moderatore sostenitore
Realizzazione della forma
Realizzazione della forma
Naturalmente il lavoro ha comportato la produzione di una quantità non indifferente di polvere (tanto per dirla con un eufemismo) , esattamente come sarebbe successo se avessi fatto la forma tutta in legno, ma rispetto al legno il lavoro è stato molto spedito e semplice.
Come dicevo prima il polistirene si carteggia bene; ma il vinavil è restio a sparire per cui nonostante la cura che si mette nel carteggio, si vedono e si sentono sempre le giunzioni delle lastre.Si rende quindi necessaria una buona stuccatura e rifinitura. Qui veniamo ad un altro esperimento che ho fatto e che ha dato un risultato abbastanza buono:
Sempre dai lavori di casa ho degli avanzi di idropittura murale idrorepellente che avevo usato per i bagni e la cucina. Tempo fa avevo notato nel cercare di ripulire una tavoletta sporcata di idropittura completamente asciutta, che è difficile da asportare con la stecca e che carteggiandola si ottiene una superficie molto liscia.
Ho deciso quindi spennellare la forma con l’idropittura non diluita per coprire le magagne e fare da fondo per la carteggiatura finale.
In alternativa avrei anche potuto usare la cementite (il tipo ad acqua) che in altre occasioni ho usato ottenendo risultati soddisfacenti, ma in questo particolare caso non avevo a casa la cementite e invece avevo mezzo secchio di avanzi di idropittura che mi spiace buttare via e che terrò finché sarà ancora buona.
Ecco il risultato ottenuto:
La seconda foto mostra anche la chiglia presentata sulla forma, il segno rosso dell’insellatura (o cavallino) e le posizioni di riferimento delle costole segnate con del filo nero da cucito fissato con spilli sulla forma.
Sconsiglio di segnare i riferimenti delle costole perché all’atto pratico non sono serviti a nulla e mi hanno fatto perdere tempo. L’idea era che il filo rimanesse incollato al fasciame e che mi avrebbe poi aiutato a posizionare i madieri e gli staminali.
Infine ho ricoperto la forma con una pellicola di Domopak per evitare l’incollaggio dei listelli alla forma.
A questo punto ero sicuro che la posa del fasciame sarebbe stata abbastanza semplice.
ERRORE MADORNALE!!! Qui sono cominciati i dolori!
In sintesi le maggiori cause del disastro sono state:
In definitiva l’uso del polistirene è comodissimo ma vanno tenute presenti le implicazioni per quanto riguarda la tenuta degli spilli di fissaggio. Ho già discusso con UNIMATRIX un’alternativa costruttiva che dovrebbe funzionare e che proverò nel mio prossimo cantiere (ancora un gozzo ma in scala 1:40).
In sostanza il fasciame mi è venuto a scalini e ho dovuto poi stuccarlo e lisciarlo per rimediare un po’ il risultato finale.
Dagli errori commessi ho imparato molto e mi sono anche divertito per cui non mi vergogno di mostrarvi l’obrobrio fatto, affinché possa servire agli altri per evitare di commettere i miei stessi errori.
Primo tentativo
Questo è il primo tentativo di posa del fasciame: i listelli non erano sagomati e le cose sono andate abbastanza bene finché stavo sulle murate ma sul ginocchio non c’era modo di far stare uniti i listelli per cui ho strappato tutto ed ho ricominciato
Secondo tentativo
Ho rifatto la chiglia che mi si era rotta ed ho usato listelli un po’ più alti ma sagomati a prua e a poppa.
Per fermare i listelli in cima e in fondo ho usato la colla a caldo (non fatelo!!) che ho poi dovuto togliere con pazienza.
Noterete che ho utilizzato due essenze di legno: il toulipier (quello più chiaro) e un legno duro per me sconosciuto di un vecchio battiscopa (del materiale usato vi parlerò a parte)
Sono riuscito così a completare il lavoro con scalini un po’ più gestibili ma certamente il risultato fa piuttosto schifo e necessita di un drastico rimedio.
Noterete anche che non sono riuscito a seguire la linea dell’insellatura.
Ho resistito alla tentazione di fare come diceva il buon Virgiliomodellista “"si nun mme piace, ie faccio fare er volo dar quarto piano!".
Ho quindi deciso di portare fino in fondo questo modello, costi quello che costi.
Alla prossima …
Naturalmente il lavoro ha comportato la produzione di una quantità non indifferente di polvere (tanto per dirla con un eufemismo) , esattamente come sarebbe successo se avessi fatto la forma tutta in legno, ma rispetto al legno il lavoro è stato molto spedito e semplice.
Come dicevo prima il polistirene si carteggia bene; ma il vinavil è restio a sparire per cui nonostante la cura che si mette nel carteggio, si vedono e si sentono sempre le giunzioni delle lastre.Si rende quindi necessaria una buona stuccatura e rifinitura. Qui veniamo ad un altro esperimento che ho fatto e che ha dato un risultato abbastanza buono:
Sempre dai lavori di casa ho degli avanzi di idropittura murale idrorepellente che avevo usato per i bagni e la cucina. Tempo fa avevo notato nel cercare di ripulire una tavoletta sporcata di idropittura completamente asciutta, che è difficile da asportare con la stecca e che carteggiandola si ottiene una superficie molto liscia.
Ho deciso quindi spennellare la forma con l’idropittura non diluita per coprire le magagne e fare da fondo per la carteggiatura finale.
In alternativa avrei anche potuto usare la cementite (il tipo ad acqua) che in altre occasioni ho usato ottenendo risultati soddisfacenti, ma in questo particolare caso non avevo a casa la cementite e invece avevo mezzo secchio di avanzi di idropittura che mi spiace buttare via e che terrò finché sarà ancora buona.
Ecco il risultato ottenuto:
La seconda foto mostra anche la chiglia presentata sulla forma, il segno rosso dell’insellatura (o cavallino) e le posizioni di riferimento delle costole segnate con del filo nero da cucito fissato con spilli sulla forma.
Sconsiglio di segnare i riferimenti delle costole perché all’atto pratico non sono serviti a nulla e mi hanno fatto perdere tempo. L’idea era che il filo rimanesse incollato al fasciame e che mi avrebbe poi aiutato a posizionare i madieri e gli staminali.
Infine ho ricoperto la forma con una pellicola di Domopak per evitare l’incollaggio dei listelli alla forma.
A questo punto ero sicuro che la posa del fasciame sarebbe stata abbastanza semplice.
ERRORE MADORNALE!!! Qui sono cominciati i dolori!
In sintesi le maggiori cause del disastro sono state:
- La mia inesperienza nella posa del fasciame, che inizialmente avevo puntato a fare listelli molto bassi (3x1) ma non sagomati e che poi ho ricominciato da capo con listelli 5x1 ma sagomati.
- La pretesa di cimentarmi da subito con il fasciame unico.
- Il materiale (Polistirene) con cui è stata fatta la forma, che non consente agli spilli di tenere bene. Pertanto non è stato possibile fermare i listelli lungo il loro percorso sulla superficie della forma in attesa che asciugasse il vinavil messo tra listello e listello.
- L’uso della colla a caldo per ancorare in cima e in fondo i listelli in attesa che il vinavil asciugasse. Per questo scopo avrei fatto meglio ad usare l’Attack (cianoacrilica).
- Anche la poca esperienza delle qualità di legno da usare per il fasciame ha dato il suo contributo al risultato non certo edificante ottenuto.
In definitiva l’uso del polistirene è comodissimo ma vanno tenute presenti le implicazioni per quanto riguarda la tenuta degli spilli di fissaggio. Ho già discusso con UNIMATRIX un’alternativa costruttiva che dovrebbe funzionare e che proverò nel mio prossimo cantiere (ancora un gozzo ma in scala 1:40).
In sostanza il fasciame mi è venuto a scalini e ho dovuto poi stuccarlo e lisciarlo per rimediare un po’ il risultato finale.
Dagli errori commessi ho imparato molto e mi sono anche divertito per cui non mi vergogno di mostrarvi l’obrobrio fatto, affinché possa servire agli altri per evitare di commettere i miei stessi errori.
Primo tentativo
Questo è il primo tentativo di posa del fasciame: i listelli non erano sagomati e le cose sono andate abbastanza bene finché stavo sulle murate ma sul ginocchio non c’era modo di far stare uniti i listelli per cui ho strappato tutto ed ho ricominciato
Secondo tentativo
Ho rifatto la chiglia che mi si era rotta ed ho usato listelli un po’ più alti ma sagomati a prua e a poppa.
Per fermare i listelli in cima e in fondo ho usato la colla a caldo (non fatelo!!) che ho poi dovuto togliere con pazienza.
Noterete che ho utilizzato due essenze di legno: il toulipier (quello più chiaro) e un legno duro per me sconosciuto di un vecchio battiscopa (del materiale usato vi parlerò a parte)
Sono riuscito così a completare il lavoro con scalini un po’ più gestibili ma certamente il risultato fa piuttosto schifo e necessita di un drastico rimedio.
Noterete anche che non sono riuscito a seguire la linea dell’insellatura.
Ho resistito alla tentazione di fare come diceva il buon Virgiliomodellista “"si nun mme piace, ie faccio fare er volo dar quarto piano!".
Ho quindi deciso di portare fino in fondo questo modello, costi quello che costi.
Alla prossima …
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Pluff Eta Beta
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... puoi avere ragione oppure essere felice ... a te la scelta!.
etabeta- Collaboratore sostenitore
Re: Ancora un altro Gozzo (Etabeta) *** Terminato ***
Beh, Etabeta, anche il passo-passo degli errori è utile e fa esperienza !!
Negativa al momento ma positiva per il futuro !!
Ciao.
Negativa al momento ma positiva per il futuro !!
Ciao.
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Armando
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Armando54- Moderatore sostenitore
Re: Ancora un altro Gozzo (Etabeta) *** Terminato ***
Ciao Eta, sono felice che ai condiviso con noi le tue esperienze, sia positive come sviluppare i disegni, sia negative, un detto dice "Esperienza = somma degli errori commessi" .
Ciao
Ciao
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L'uomo non smette di giocare perché invecchia, ma invecchia perché smette di giocare.
(George Bernard Shaw)
cvincenzo54- Collaboratore sostenitore
Re: Ancora un altro Gozzo (Etabeta) *** Terminato ***
Cari Armando e Vincenzo, è proprio come dite voi.
Lo spirito di questi miei post è proprio per mostrare le esperienze fatte, gli errori commessi e come ho cercato di risolverli con lo scopo di stimolare la discussione sui singoli punti in modo che il tutto possa essere d'aiuto a chi come me si avvicina a questo hobby secondo la propria interpretazione personale degli obiettivi che intende raggiungere.
So benissimo di non essere (ancora! ) all'altezza dei miei "Miti" che postano su questo forum, per cui non ha molto senso da parte mia esibire solo le foto del mio lavoro in corso, dopo che ho sistemato le cose ammodino: tanto al massimo sarebbe qualcosa di poco significativo in senso modellisitico.
Non credo molto nel "buonismo" che inevitabilmente ci porta a fare i complimenti più forti di quanto realmente sentiamo.l
Penso invece di divertirvi di più e di farvi sorridere un pò per gli sforzi che fa questo vecchietto per continuare ad restare giovane nello spirito .
Spero anche che i meno esperti possano trarre coraggio a perseverare nonostante i risultati non molto edificanti, che qualche volta otterranno, e a non aver paura di raccontare "passo passo" i loro errori e i loro progressi (costi quello che costi).
Scusatemi se sono un pò prolisso ma questa per me è un'esperienza molto ma molto divertente e vorrei comunicarvi il mio entusiasmo.
OT
x Scuba e Santos: volevo rispondervi in MP per ricambiare il saluto, ma non sono ancora abilitato a mandare MP.
Scuba perché hai messo questo limite per l'invio degli MP? prometto ufficialmente che non farò SPAM
\OT
Lo spirito di questi miei post è proprio per mostrare le esperienze fatte, gli errori commessi e come ho cercato di risolverli con lo scopo di stimolare la discussione sui singoli punti in modo che il tutto possa essere d'aiuto a chi come me si avvicina a questo hobby secondo la propria interpretazione personale degli obiettivi che intende raggiungere.
So benissimo di non essere (
Non credo molto nel "buonismo" che inevitabilmente ci porta a fare i complimenti più forti di quanto realmente sentiamo.l
Penso invece di divertirvi di più e di farvi sorridere un pò per gli sforzi che fa questo vecchietto per continuare ad restare giovane nello spirito .
Spero anche che i meno esperti possano trarre coraggio a perseverare nonostante i risultati non molto edificanti, che qualche volta otterranno, e a non aver paura di raccontare "passo passo" i loro errori e i loro progressi (costi quello che costi).
Scusatemi se sono un pò prolisso ma questa per me è un'esperienza molto ma molto divertente e vorrei comunicarvi il mio entusiasmo.
OT
x Scuba e Santos: volevo rispondervi in MP per ricambiare il saluto, ma non sono ancora abilitato a mandare MP.
Scuba perché hai messo questo limite per l'invio degli MP? prometto ufficialmente che non farò SPAM
\OT
_________________
Pluff Eta Beta
... l'ottimo è nemico del buono...
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etabeta- Collaboratore sostenitore
Re: Ancora un altro Gozzo (Etabeta) *** Terminato ***
Ciao carissimo
Stai facendo un topic unico nel suo genere e sono contento per due motivi il primo per questo che stai facendo; una vera scuola e il secondo è quello di vederti finalmente all'opera e te sai che significa per me.
Un salutone
Sandro
Stai facendo un topic unico nel suo genere e sono contento per due motivi il primo per questo che stai facendo; una vera scuola e il secondo è quello di vederti finalmente all'opera e te sai che significa per me.
Un salutone
Sandro
Ospite- Ospite
Re: Ancora un altro Gozzo (Etabeta) *** Terminato ***
Ciao Etabeta non direi che è un insucesso, questi di norma non portano a nulla. Il tuo ha mostrato a tutti noi che hai grandi capacità in fase di progetto, ti manca solo un pò di esperienza. Vedrai che farai oro di questa realizzazione ed il prossimo cantiere sarà tutto più semplice.
In bocca al lupo e buon modellismo.
In bocca al lupo e buon modellismo.
Maruzzella- Utente sostenitore
Re: Ancora un altro Gozzo (Etabeta) *** Terminato ***
io ti faccio i miei complimenti penso che io non sarei in grado neanche di passare la prima fase veramente un bel lavoro un saluto Bradipo
bradipo- Utente Navigato
Re: Ancora un altro Gozzo (Etabeta) *** Terminato ***
Grazie a tutti per le belle parole; ora divertiamoci con gli sviluppi di questo lavoretto.
In questi giorni sono fuori casa e vi tornerò tra una decina di giorni, e quindi il cantiere resta fermo. Ma io no! ed ecco che ho deciso di postare qualcosa sul forum.
Non vi voglio lasciare ancora troppo in sospeso e quindi oggi vi mostro l'estrazione dello scafo dallo stampo.
Ecco le foto dopo che ho rimosso la forma, sciogliendo
il polistirene con un po’ di acetone e spezzando l’anima di compensato.
Vedete come l'acetone ha sciolto il polistirene?
Una gradita sorpresa è stato scoprire che la pellicola di domopack che ricopriva la forma, resiste un pò di più del polistirene all'acetone e quindi ho avuto il tempo e il modo di tirar fuori i resti appicciosi della forma senza sporcare linterno dello scafo.
Il domopack è stata una mano santa! chissà che guaio sarebbe stato pulire l'interno dello scafo dall'imbrattamento!!.
Che emozione tenere fra le dita quel piccolo e fragile scafo! Confesso che sono rimasto un pò a guardarmelo e riguardarmelo finché alla fine ho cominciato a vederlo bello
"ogni scarrafone è bbello a mmamma soia!"
Il gozzo (non certo il mio, almeno per ora) ha una forma così dolce e sinuosa che non è possibile non innamorarsene a prima vista!
Evviva Picogiò e Mauro Favaretto che questa scoperta l'hanno fatta già da tempo e che sono riusciti a contaggiare molti altri che si sono lanciati nella realizzazione di questo tipo di imbarcazione!
Ora tocca fare un serio "lifting" per provare ad ammorbidire questa spigolosa "banana".
Be sarò capace? beh io ci provo comunque.
Però prima di descrivere questa nuova fase, allungherò il brodo parlando un pò della materia prima che ho utilizzato e di cose affini.
Ciao... alla prossima
In questi giorni sono fuori casa e vi tornerò tra una decina di giorni, e quindi il cantiere resta fermo. Ma io no! ed ecco che ho deciso di postare qualcosa sul forum.
Non vi voglio lasciare ancora troppo in sospeso e quindi oggi vi mostro l'estrazione dello scafo dallo stampo.
Ecco le foto dopo che ho rimosso la forma, sciogliendo
il polistirene con un po’ di acetone e spezzando l’anima di compensato.
Vedete come l'acetone ha sciolto il polistirene?
Una gradita sorpresa è stato scoprire che la pellicola di domopack che ricopriva la forma, resiste un pò di più del polistirene all'acetone e quindi ho avuto il tempo e il modo di tirar fuori i resti appicciosi della forma senza sporcare linterno dello scafo.
Il domopack è stata una mano santa! chissà che guaio sarebbe stato pulire l'interno dello scafo dall'imbrattamento!!.
Che emozione tenere fra le dita quel piccolo e fragile scafo! Confesso che sono rimasto un pò a guardarmelo e riguardarmelo finché alla fine ho cominciato a vederlo bello
"ogni scarrafone è bbello a mmamma soia!"
Il gozzo (non certo il mio, almeno per ora) ha una forma così dolce e sinuosa che non è possibile non innamorarsene a prima vista!
Evviva Picogiò e Mauro Favaretto che questa scoperta l'hanno fatta già da tempo e che sono riusciti a contaggiare molti altri che si sono lanciati nella realizzazione di questo tipo di imbarcazione!
Ora tocca fare un serio "lifting" per provare ad ammorbidire questa spigolosa "banana".
Be sarò capace? beh io ci provo comunque.
Però prima di descrivere questa nuova fase, allungherò il brodo parlando un pò della materia prima che ho utilizzato e di cose affini.
Ciao... alla prossima
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Pluff Eta Beta
... l'ottimo è nemico del buono...
... puoi avere ragione oppure essere felice ... a te la scelta!.
etabeta- Collaboratore sostenitore
Re: Ancora un altro Gozzo (Etabeta) *** Terminato ***
Due parole sul materiale usato
Come ho già detto nell’introduzione di questo topic, mi piace riutilizzare materiale di recupero e sfridi o residui da precedenti lavori. Nel corso degli anni ho messo da parte una buona quantità di materiale dai miei precedenti lavori di bricolage. Ho una discreta quantità di tavole e pezzi di legno (per la verità di essenze poco pregiate).
Fino ad ora io ho fatto lavori più o meno grandi e non mi ero ancora cimentato con le cose piccole, tipiche del modellismo.
Ora che ho cominciato a dilettarmi di modellismo, la malattia si è aggravata ed è diventato per me un punto d’onore non comprare altra materia prima (tanto ne basta così poca!).
Spendo invece più volentieri per comprare attrezzi e faccio fatica a non dar sfogo al mio desiderio di acquisto compulsivo.
Più o meno come dicono che succeda alle donne per l’acquisto di scarpe (vedi gli spot più recenti sull’argomento).
I miei negozi preferiti sono i brico, i ferramenta forniti e le “mestierie” e mi sto “corteggiando” un paio di falegnami della mia zona affinché mi regalino un po’ di sfridi di essenze più interessanti.
Confesso! Si tratta di una bieca manovra interessata.
Per questo modello ho utilizzato ciò che avevo e ho voluto anche sperimentare più essenze per vedere come
avrebbero risposto in questo frangente.
La chiglia
Per la chiglia ho usato inizialmente del compensato marino da 4 mm (quello fenolico) a tre strati, preferendolo a quello normale di pioppo e a quello di betulla, perché è più rigido a parità di spessore.
Il compensato va abbastanza bene ma nella scala 1:20 l’ho trovato un po’ fragile a prua e a poppa a causa
dell’orientamento della fibra predominante (quello degli strati esterni), che era ottimale per la chiglia, ma inadeguato per le ruote e i dritti di prua e di poppa.
Successivamente ho rifatto la chiglia (quando mi si è rotta) usando dei listelli di ciliegio da 10x2, ricavati da un pezzo regalatomi dal falegname, che ho tagliato ed incollato insieme per mantenere l’orientamento della fibra secondo l’asse longitudinale della chiglia e delle ruote/dritti di prua e di poppa, come ho visto fare da Lellosauro in un suo cantiere.
Il vantaggio è che con questo metodo si consuma meno legno e il pezzo risulta più robusto e più bello (naturalmente niente incastri a palella ma solo spezzoni sfalsati ed incollati). Tanto l’incastro a palella non lo so ancora fare e quando tutto è incollato e dipinto non si vede nemmeno!
Il fasciame
Premetto che volevo ed ho fatto uno scafo a fasciame unico e non doppio.
Ho prima provato con dei listelli di abete 3x1 ma l’ho trovato troppo morbido e fragile per i miei gusti. Quando l’ho rifatto ho usato listelli da 5x1 di due essenze.
I primi corsi, corrispondenti circa all’opera morta, li ho fatti di legno duro (essenza sconosciuta) ricavati da un vecchio battiscopa. Trovando però questo legno piuttosto difficile da piegare, i successivi corsi, corrispondenti circa all’opera viva, li ho fatti con dei listelli di Toulipier, ricavati da uno spezzone regalatomi dal falegname.
Il Toulipier si piega abbastanza facilmente dopo averlo tenuto per un po’ nell’acqua aiutandosi con la pistola ad aria calda per dargli la piega voluta ed asciugarlo contemporaneamente. Il problema che ho riscontrato è che questo legno, dopo il bagno, sfibra ed essendo anche morbido non prende bene la lisciatura.
In sintesi, non sono rimasto molto soddisfatto dal Toulipier e avrei preferito finire l’opera con il legno duro; purtroppo la forma di polistirene con mi ha consentito di fermare i listelli lungo il loro corso, e ho dovuto ripiegare sul Toulipier per coprire la parte dello scafo che presenta le curvature maggiori.
Per lo stesso motivo anche l’insellatura è andata a farsi friggere!
Il resto dello scafo
Per i madieri e il corrimano ho optato per il ciliegio, che al momento risponde meglio alle mie esigenze. Per gli staminali, che ho realizzato piegando dei listelli, ho utilizzato di nuovo il Toulipier perché mi facilitava il lavoro di piegatura.
Tutto il resto intendo farlo col ciliegio che è abbastanza duro da prendere bene la lisciatura e che mi piace di più come essenza anche se ha una fibra abbastanza grossolana.
I listelli
I listelli sono stati ricavati da tavole e spezzoni di varie dimensioni. Per farlo ho utilizzato il mio banco sega circolare con disco da 250 mm e placchette di 2,8mm per tagliare strisce di di 2mm di spessore, che ho poi portato a misura con la calibratrice a rullo autocostruita (vedi il mio topic su questo forum http://www.forumscuoladimodellismo.com/t5688-levigare-e-calibrare-anche-col-trapano).
Successivamente ho tagliato le strisce in listelli della misura desiderata mediante la piccola circolare PROXXON che ha una lama da 0,5 mm e che fa molto meno rumore del banco sega.
Delle tre versioni di levigatrici ho usato di più la calibratrice a rullo per portare a spessore il listelli e le tavolette e la levigatrice a rullo verticale per rifinire i pezzi tagliati col traforo elettrico, ossia la chiglia, i madieri e, per ora, il timone. Per ora ho usato poco la levigatrice a disco.
Per rastremare i listelli mi sono costruito un morsetto lungo per bloccarli a 2 a 2 mentre li rastremavo. Si tratta essenzialmente di due tavolette di legno e due profili di alluminio a L, con un’ala tagliata, che posso stringere con due bulloni e due galletti.
Un pò di lifting
Armato di buona volontà, di cartavetrata e di stucco di legno ho dato una sistematina ai maggiori difetti che
riscontravo (almeno quelli che sono riuscito ad individuare). Per questa volta non pretendo di lasciare il legno a vista, ma mi resta la soddisfazione di aver fatto il modello con singolo fasciame (e tanto stucco!)
Ho eliminato gli scalini e gli avallamenti; ho tolto la colla a caldo; ho reincollato con l’attack i punti che si erano scollati ed infine ho sagomato l’insellatura asportando il legno in eccesso con la cartavetro.
Come stucco ho usato della pasta di legno, che tiene bene la carteggiatura e la finitura.
Ho sgrossato con cartavetro di varia grana e ho lisciato con un pezzo di vetro per togliere le imperfezioni che sentivo sotto le dita.
L’aspetto è migliorato abbastanza e il risultato ottenuto mi ha un po’ confortato: vuol dire che nonostante tutto
si può anche rimediare un po’ agli errori commessi.
Ecco il risultato dopo sgrossatura. Le strisce scure sono lo stucco di pasta di legno.
Poiché il modellino dovrà essere dipinto, la finitura sarà fatta dopo sulla mano di PRIMER.
Alla prossima ...
Come ho già detto nell’introduzione di questo topic, mi piace riutilizzare materiale di recupero e sfridi o residui da precedenti lavori. Nel corso degli anni ho messo da parte una buona quantità di materiale dai miei precedenti lavori di bricolage. Ho una discreta quantità di tavole e pezzi di legno (per la verità di essenze poco pregiate).
Fino ad ora io ho fatto lavori più o meno grandi e non mi ero ancora cimentato con le cose piccole, tipiche del modellismo.
Ora che ho cominciato a dilettarmi di modellismo, la malattia si è aggravata ed è diventato per me un punto d’onore non comprare altra materia prima (tanto ne basta così poca!).
Spendo invece più volentieri per comprare attrezzi e faccio fatica a non dar sfogo al mio desiderio di acquisto compulsivo.
Più o meno come dicono che succeda alle donne per l’acquisto di scarpe (vedi gli spot più recenti sull’argomento).
I miei negozi preferiti sono i brico, i ferramenta forniti e le “mestierie” e mi sto “corteggiando” un paio di falegnami della mia zona affinché mi regalino un po’ di sfridi di essenze più interessanti.
Confesso! Si tratta di una bieca manovra interessata.
Per questo modello ho utilizzato ciò che avevo e ho voluto anche sperimentare più essenze per vedere come
avrebbero risposto in questo frangente.
La chiglia
Per la chiglia ho usato inizialmente del compensato marino da 4 mm (quello fenolico) a tre strati, preferendolo a quello normale di pioppo e a quello di betulla, perché è più rigido a parità di spessore.
Il compensato va abbastanza bene ma nella scala 1:20 l’ho trovato un po’ fragile a prua e a poppa a causa
dell’orientamento della fibra predominante (quello degli strati esterni), che era ottimale per la chiglia, ma inadeguato per le ruote e i dritti di prua e di poppa.
Successivamente ho rifatto la chiglia (quando mi si è rotta) usando dei listelli di ciliegio da 10x2, ricavati da un pezzo regalatomi dal falegname, che ho tagliato ed incollato insieme per mantenere l’orientamento della fibra secondo l’asse longitudinale della chiglia e delle ruote/dritti di prua e di poppa, come ho visto fare da Lellosauro in un suo cantiere.
Il vantaggio è che con questo metodo si consuma meno legno e il pezzo risulta più robusto e più bello (naturalmente niente incastri a palella ma solo spezzoni sfalsati ed incollati). Tanto l’incastro a palella non lo so ancora fare e quando tutto è incollato e dipinto non si vede nemmeno!
Il fasciame
Premetto che volevo ed ho fatto uno scafo a fasciame unico e non doppio.
Ho prima provato con dei listelli di abete 3x1 ma l’ho trovato troppo morbido e fragile per i miei gusti. Quando l’ho rifatto ho usato listelli da 5x1 di due essenze.
I primi corsi, corrispondenti circa all’opera morta, li ho fatti di legno duro (essenza sconosciuta) ricavati da un vecchio battiscopa. Trovando però questo legno piuttosto difficile da piegare, i successivi corsi, corrispondenti circa all’opera viva, li ho fatti con dei listelli di Toulipier, ricavati da uno spezzone regalatomi dal falegname.
Il Toulipier si piega abbastanza facilmente dopo averlo tenuto per un po’ nell’acqua aiutandosi con la pistola ad aria calda per dargli la piega voluta ed asciugarlo contemporaneamente. Il problema che ho riscontrato è che questo legno, dopo il bagno, sfibra ed essendo anche morbido non prende bene la lisciatura.
In sintesi, non sono rimasto molto soddisfatto dal Toulipier e avrei preferito finire l’opera con il legno duro; purtroppo la forma di polistirene con mi ha consentito di fermare i listelli lungo il loro corso, e ho dovuto ripiegare sul Toulipier per coprire la parte dello scafo che presenta le curvature maggiori.
Per lo stesso motivo anche l’insellatura è andata a farsi friggere!
Il resto dello scafo
Per i madieri e il corrimano ho optato per il ciliegio, che al momento risponde meglio alle mie esigenze. Per gli staminali, che ho realizzato piegando dei listelli, ho utilizzato di nuovo il Toulipier perché mi facilitava il lavoro di piegatura.
Tutto il resto intendo farlo col ciliegio che è abbastanza duro da prendere bene la lisciatura e che mi piace di più come essenza anche se ha una fibra abbastanza grossolana.
I listelli
I listelli sono stati ricavati da tavole e spezzoni di varie dimensioni. Per farlo ho utilizzato il mio banco sega circolare con disco da 250 mm e placchette di 2,8mm per tagliare strisce di di 2mm di spessore, che ho poi portato a misura con la calibratrice a rullo autocostruita (vedi il mio topic su questo forum http://www.forumscuoladimodellismo.com/t5688-levigare-e-calibrare-anche-col-trapano).
Successivamente ho tagliato le strisce in listelli della misura desiderata mediante la piccola circolare PROXXON che ha una lama da 0,5 mm e che fa molto meno rumore del banco sega.
Delle tre versioni di levigatrici ho usato di più la calibratrice a rullo per portare a spessore il listelli e le tavolette e la levigatrice a rullo verticale per rifinire i pezzi tagliati col traforo elettrico, ossia la chiglia, i madieri e, per ora, il timone. Per ora ho usato poco la levigatrice a disco.
Per rastremare i listelli mi sono costruito un morsetto lungo per bloccarli a 2 a 2 mentre li rastremavo. Si tratta essenzialmente di due tavolette di legno e due profili di alluminio a L, con un’ala tagliata, che posso stringere con due bulloni e due galletti.
Un pò di lifting
Armato di buona volontà, di cartavetrata e di stucco di legno ho dato una sistematina ai maggiori difetti che
riscontravo (almeno quelli che sono riuscito ad individuare). Per questa volta non pretendo di lasciare il legno a vista, ma mi resta la soddisfazione di aver fatto il modello con singolo fasciame (e tanto stucco!)
Ho eliminato gli scalini e gli avallamenti; ho tolto la colla a caldo; ho reincollato con l’attack i punti che si erano scollati ed infine ho sagomato l’insellatura asportando il legno in eccesso con la cartavetro.
Come stucco ho usato della pasta di legno, che tiene bene la carteggiatura e la finitura.
Ho sgrossato con cartavetro di varia grana e ho lisciato con un pezzo di vetro per togliere le imperfezioni che sentivo sotto le dita.
L’aspetto è migliorato abbastanza e il risultato ottenuto mi ha un po’ confortato: vuol dire che nonostante tutto
si può anche rimediare un po’ agli errori commessi.
Ecco il risultato dopo sgrossatura. Le strisce scure sono lo stucco di pasta di legno.
Poiché il modellino dovrà essere dipinto, la finitura sarà fatta dopo sulla mano di PRIMER.
Alla prossima ...
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Pluff Eta Beta
... l'ottimo è nemico del buono...
... puoi avere ragione oppure essere felice ... a te la scelta!.
etabeta- Collaboratore sostenitore
Re: Ancora un altro Gozzo (Etabeta) *** Terminato ***
ciao etabeta
volevo complimentarti per il tuo lavoro e il tuo metodo nell'affronatare l'hobby e nell'esporci il tutto.
capita anche a me che certi lavori inizialmente non soddisfano, ma che poi (vedi lifting) riacquistano valore.
vedo anche che nei tuoi post si sono tecniche da imparare: ti seguo con piacere.
volevo complimentarti per il tuo lavoro e il tuo metodo nell'affronatare l'hobby e nell'esporci il tutto.
capita anche a me che certi lavori inizialmente non soddisfano, ma che poi (vedi lifting) riacquistano valore.
vedo anche che nei tuoi post si sono tecniche da imparare: ti seguo con piacere.
_________________
gian paolo
Regolamento Forum: http://www.forumscuoladimodellismo.com/regolamento-f8/regolamento-del-forum-t274.htm
Guida pubblicazione video e immagini: http://www.forumscuoladimodellismo.com/guida-alla-pubblicazione-delle-immagini-f12/
Glossiario dei termini marinareschi: http://www.forumscuoladimodellismo.com/f66-glossario-illustrato-dei-termini-marinareschi
brggpl- Responsabile glossario sostenitore
Re: Ancora un altro Gozzo (Etabeta) *** Terminato ***
Grazie brggpl, sono lieto che ti faccia piacere seguire questo mio thread e spero di non annoiarvi con l'ennesima storia di un gozzo.
_________________
Pluff Eta Beta
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etabeta- Collaboratore sostenitore
Re: Ancora un altro Gozzo (Etabeta) *** Terminato ***
Ciao etabeta, per nulla stai annoiando, anzi ti ringrazio per il bel passo passo che ci stai mostrando, buona continuazione.
Un Saluto!!!!!
Un Saluto!!!!!
Forlani daniel- Utente sostenitore
Re: Ancora un altro Gozzo (Etabeta) *** Terminato ***
Ciao ma che annoi, anzi ti si legge piacevolmente dato che descrivi in maniera esemplare tutti i tuoi passaggi che sembra di essere li al tuo fianco e vederti lavorare.
Un saluto e grazie
Sandro
Un saluto e grazie
Sandro
Ospite- Ospite
Procediamo coi lavori
Ringrazio tutti di cuore dell'incoraggiamento e anzi vi invito ad esprimere liberamente il vostro pensiero su quanto ho detto finora e quanto dirò in seguito, senza peli sulla lingua. Non lesinate critiche e nemmeno arguzie e facezie. Tanto ci stiamo divertendo tutti insieme.
Comincio io col sfrucugliare un po’ Santos, che è uno dei miei miti.
OT
Ehi ciao Sandro! Ti ricordi che ci avevi promesso che avresti costruito un gozzo anche in scala HO (1:87) in arsenale! Che è successo? Mi sono perso qualcosa durante la mia assenza? Vorrei tanto vedere come te la cavi con questa incredibile sfida per fare le cose in scala micro-micro.
Se ci fosse ancora Virgiliomodellista saprei io come scatenartelo dietro!
\OT
Riprendendo il discorso del cantiere, ripropongo un’ulteriore immagine del risultato della “chirurgia estetica” che ho fatto al fasciame.
Ora resta da completare lo scafo e poi inizierà il lavoro di armamento della barca e della sua ambientazione finale.
Poiché io ho rovesciato la procedura dei maestri d’ascia, i quali prima costruivano lo scheletro e poi lo ricoprivano con il fasciame, ed io invece io ho prima costruito il guscio; ora devo impiantargli lo scheletro. Ecco quindi che vi racconto la storia dei madieri e degli staminali.
Nota: il procedimento adottato nel mio modellino è piuttosto frequente nel modellismo, specialmente nella realizzazione delle piccole scialuppe (come ci insegnano i “maestri d’ascia” del nostro forum).
Una delle conseguenze del metodo da me adottato è stata che il guscio realizzato non riproduce esattamente la forma del progetto, non solo per colpa degli scalini del fasciame ma anche perché le curve delle costole non combinano più con quelle del disegno.
Le cause sono ovvie ed è bene che si sappiano gli effetti indesiderabili ai quali sono andato incontro con questo metodo, se non si adottano opportuni accorgimenti per evitarli (io ho in mente qualcosa ma è tutto da verificare).
Ditemi la vostra se ne sapete di più.
Io comunque ho utilizzato il disegno dei madieri del progetto come punto di partenza, per ritagliarli al traforo da una striscia di ciliegio, lasciando un po’ di contorno in più, per poter procedere all’aggiustaggio con l’aiuto della levigatrice a rullo verticale, delle limette, della cartavetrata e della mia pazienza! .
E’ stato un lavoretto che ha messo a dura prova le grosse dita della mia mano.
Tenete presente che il mio progetto non prevede i madieri per le costole “deviate”.
Ho cominciato con uno spessore che ritenevo più consono alla scala adottata, ossia di 1,5 mm di spessore (equivalenti a 3 cm in scala 1:1). Purtroppo però mi si rompevano spesso le “corna” (naturalmente quelle dei madieri!) o mentre usavo il traforo o mentre cercavo di aggiustarli a misura.
Eh! In quei momenti quanto ho pensato ai miei Miti del forum! quanto li ho invidiati in cuor mio!!
Poi, non disponendo di un’essenza più dura e compatta, e non volendo per puntiglio andarla a comprare, mi son detto “chi se ne frega della scala” e ho preso del legno di ciliegio più cicciotto (2,5 mm). Così le cose sono andate un po’ meglio.
Mentre procedevo con i madieri ero comunque terrorizzato dagli staminali, che mi aspettavano dietro l’angolo.
Alla fine ho deciso di cambiare tattica: non più traforo e aggiustaggio (che nel caso degli staminali sarebbe stato veramente minimo), ma semplice piegatura di un pezzo di listello dritto.
A questo punto mi serviva un’essenza più morbida che accettasse di buon grado di essere piegata senza offendersi. Ed ecco il perché del Toulipier per gli staminali, nonostante io abbia detto che mi piace poco per il modellsmo.
Che ne pensate voi di questa essenza per gli usi modellistici?
Mi sa che devo intensificare il corteggiamento dei miei falegnami per farmi regalare altre essenze più nobili da sperimentare.
Fine immagini consentite: il seguito alla prossima puntata.
Comincio io col sfrucugliare un po’ Santos, che è uno dei miei miti.
OT
Ehi ciao Sandro! Ti ricordi che ci avevi promesso che avresti costruito un gozzo anche in scala HO (1:87) in arsenale! Che è successo? Mi sono perso qualcosa durante la mia assenza? Vorrei tanto vedere come te la cavi con questa incredibile sfida per fare le cose in scala micro-micro.
Se ci fosse ancora Virgiliomodellista saprei io come scatenartelo dietro!
\OT
Riprendendo il discorso del cantiere, ripropongo un’ulteriore immagine del risultato della “chirurgia estetica” che ho fatto al fasciame.
Ora resta da completare lo scafo e poi inizierà il lavoro di armamento della barca e della sua ambientazione finale.
Poiché io ho rovesciato la procedura dei maestri d’ascia, i quali prima costruivano lo scheletro e poi lo ricoprivano con il fasciame, ed io invece io ho prima costruito il guscio; ora devo impiantargli lo scheletro. Ecco quindi che vi racconto la storia dei madieri e degli staminali.
Nota: il procedimento adottato nel mio modellino è piuttosto frequente nel modellismo, specialmente nella realizzazione delle piccole scialuppe (come ci insegnano i “maestri d’ascia” del nostro forum).
Una delle conseguenze del metodo da me adottato è stata che il guscio realizzato non riproduce esattamente la forma del progetto, non solo per colpa degli scalini del fasciame ma anche perché le curve delle costole non combinano più con quelle del disegno.
Le cause sono ovvie ed è bene che si sappiano gli effetti indesiderabili ai quali sono andato incontro con questo metodo, se non si adottano opportuni accorgimenti per evitarli (io ho in mente qualcosa ma è tutto da verificare).
Ditemi la vostra se ne sapete di più.
Io comunque ho utilizzato il disegno dei madieri del progetto come punto di partenza, per ritagliarli al traforo da una striscia di ciliegio, lasciando un po’ di contorno in più, per poter procedere all’aggiustaggio con l’aiuto della levigatrice a rullo verticale, delle limette, della cartavetrata e della mia pazienza! .
E’ stato un lavoretto che ha messo a dura prova le grosse dita della mia mano.
Tenete presente che il mio progetto non prevede i madieri per le costole “deviate”.
Ho cominciato con uno spessore che ritenevo più consono alla scala adottata, ossia di 1,5 mm di spessore (equivalenti a 3 cm in scala 1:1). Purtroppo però mi si rompevano spesso le “corna” (naturalmente quelle dei madieri!) o mentre usavo il traforo o mentre cercavo di aggiustarli a misura.
Eh! In quei momenti quanto ho pensato ai miei Miti del forum! quanto li ho invidiati in cuor mio!!
Poi, non disponendo di un’essenza più dura e compatta, e non volendo per puntiglio andarla a comprare, mi son detto “chi se ne frega della scala” e ho preso del legno di ciliegio più cicciotto (2,5 mm). Così le cose sono andate un po’ meglio.
Mentre procedevo con i madieri ero comunque terrorizzato dagli staminali, che mi aspettavano dietro l’angolo.
Alla fine ho deciso di cambiare tattica: non più traforo e aggiustaggio (che nel caso degli staminali sarebbe stato veramente minimo), ma semplice piegatura di un pezzo di listello dritto.
A questo punto mi serviva un’essenza più morbida che accettasse di buon grado di essere piegata senza offendersi. Ed ecco il perché del Toulipier per gli staminali, nonostante io abbia detto che mi piace poco per il modellsmo.
Che ne pensate voi di questa essenza per gli usi modellistici?
Mi sa che devo intensificare il corteggiamento dei miei falegnami per farmi regalare altre essenze più nobili da sperimentare.
Fine immagini consentite: il seguito alla prossima puntata.
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Pluff Eta Beta
... l'ottimo è nemico del buono...
... puoi avere ragione oppure essere felice ... a te la scelta!.
etabeta- Collaboratore sostenitore
Re: Ancora un altro Gozzo (Etabeta) *** Terminato ***
Ciao Etabeta, continuo a seguirti sempre più interessato, i tuoi post sono "avvincenti"
_________________
Armando
Regolamento Forum: http://www.forumscuoladimodellismo.com/regolamento-f8/regolamento-del-forum-t274.htm
Guida pubblicazione video e immagini: http://www.forumscuoladimodellismo.com/guida-alla-pubblicazione-delle-immagini-f12/
E-mail moderazione: moderazione@scuoladimodellismo.it
Armando54- Moderatore sostenitore
Re: Ancora un altro Gozzo (Etabeta) *** Terminato ***
Vai Orvietano continua cosi, vai alla grande.
ciao
ciao
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L'uomo non smette di giocare perché invecchia, ma invecchia perché smette di giocare.
(George Bernard Shaw)
cvincenzo54- Collaboratore sostenitore
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