Jolie Brise - Cutter francese - 1:66 (brggpl)

Forlani daniel ha scritto:....... ma anche nella realtà utilizzavano una tondo per collegare le due parti del timone? ...

ciao daniel
se ti riferisce alla questione del tondino, vedo di spiegare meglio quello che ho fatto.
in teoria l'asse del timone doveva essere cilindrico di diametro di 2 mm e ricavato dal primo dei quadrelli affiancati costituenti il timone, ma per infilarlo nella losca avrei dovuto forzarlo oppure allargare la losca stessa.
allora per evitare danni e lasciare il foro così, ho messo il tondino da 1 mm. solo per la parte passante (non visibile) fino alla barra.
spero di aver capito la tua domanda. grazie e saluti

Ottimo lavoro, è sempre un piacere leggere i tuoi lavori.
Per quanto riguarda la scala sono d'accordo con te. Io penso che un modellista dovrebbe usare sempre la stessa scala per rendere confrontabili i modelli.

Ho una piccola curiosità: il timone è in un unico pezzo? Se si hai previsto di simulare le tavole che lo compongono?

ciao cesare
grazie. sulla questione della scala purtroppo l'ho imparata dopo molti modelli in scatola di montaggio!
timone. si è fatto con quadrelli 3x3 accostati come dal questo disegno finale.

saluti

Ciao Gian Paolo, una domanda, anch'io ho fatto una prova con dei listelli accostati ed incollati quindi di testa, ma il risultato non rende in quanto sembra che sia un pezzo unico. Dove ho sbagliato ??
Grazie.

Ciao Giampaolo, ok grazie per la risposta ora ho capito.

Un Salutone!!!!!

ciao armando
è vero! non sbagli. cartavetrando bene e poi in piu' colorando, i singoli elementi non si distinguono più.
volendo proprio evidenziare le tavole si può (prima di verniciare) ripassare con molta pazienza e con molta cautela, le giunzioni con il cutter o un ago in modo da creare una specie di fuga.
(questo metodo puo' essere usato anche per evidenziare i corsi di fasciame).
se invece il modello è lasciato con il legno a vista, si possono ricercare elementi con tonalità o venatura leggermente differenziata pur rimanendo comunque nella medesima qualità del legno. ma qui non sono molto esperto!
saluti

Sicuramente questo è il motivo per cui dalle foto non si vedono bene i singoli elementi; credo che le soluzioni che proponi siano abbastanza valide, in quanto penso che sia più bello e realistico far notare i singoli elementi.

ciao cesare
evidenziare i corsi e le singole tavole è un gran bel vedere.
ti raccontato dei bei metodi (che paraltro mi ha insegnato e applica enrico pilani), ma non ti detto che l'ho fatto sulla J.B.
a parte gli scherzi, ho tentato il metodo dell'incisione sullo schifazzo, ma non è riuscito evidente come avrei voluto.
inoltre penso che la J.B. sia una barca più moderna e spero più curata all'origine.

tieni presente che ad occhio nudo (senza lente) la cosa si percepisce pochissimo.
fare queste incisioni su una barchetta di 25 cm di lunghezza con un fasciame unico da 1 mm di spessore (con sotto il vuoto), fa paura insistere troppo.
un saluto

Ciao Gian Paolo, naturalmente il problema è lo spessore molto ridotto, se dovessi lavorare con spessori più alti, potresti pensare di smussare lo spigolo prima dell'accoppiamento.

Buona giornata a tutti
@armando: giuste le tue considerazioni
Un lavoro che si può fare contemporaneamente allo scafo è la preparazione delle sovrastrutture (tambucci. osteriggio ecc.) che saranno i pochi elementi che vorrei lasciare in legno a vista.
Nel disegno seguente ho indicato questi elementi.

Per le pareti ho utilizzato listelli e impiallacciatura da mm.2x0,5 di spessore in due tonalità incollandoli direttamente sulla stampa dei prospetti. Una volta rifilati e carteggiati, li ho uniti per formare i volume con l’aiuto di quadrelli agli angoli interni e di sagome interne (scarti di compensato da 4 mm) per l’appoggio del tetto curvato.


Per l’osteriggio la complicazione è stata quella delle vetrate con le protezioni in metallo. Qui ho preparato i due telaietti della copertura con profili mm.1x0,6 e utilizzando altri profili messi in costa (3+3) ho inserito i 4 tondini da 0.5. Rifilato il tutto ho applicato inferiormente un foglietto di plastica trasparente e per togliere la vista alla cabina sottostante (che qui non c’è!!!) ho messo della carta da disegno semitrasparente.

Per la copertura del gavone di poppa (forse a suo tempo serviva per il ricovero delle vele ora per l’accesso al vano motore) ho utilizzato la stessa tecnica applicata su un cerchio di 2 mm. di spessore.
Qui il lavoro finale dei 5 elementi.

Per ora non li fisserò al ponte perché sarebbero di intralcio per altri lavori e a loro volta correrebbero il rischio di urti accidentali.
E poi mancano ancora: argano (molinello), pompa e camino.
Saluti a tutti

Complimenti, specialmente vista la scala.

ciao

ciao
ottimo continua cosi'
ciao ENRICO

Un bel lavoro....veramente bello e curato!


Andrea

Ciao Giampaolo, questi profili evidenziati con la freccia nera in che materiale sono fatti e poi con la freccia rossa ho evidenziato la zona dove sono fissati ma in che modo con della colla? o saldati?

grazie e come sempre ottimo lavoro complimenti.
Un Saluto!!!!!!

buona sera a tutti
grazie a tutti, ma non è il caso.
@daniel
metto due foto, così forse si vede meglio.

quelle coste che hai segnato sono in impiallacciatura da mm.0,6 di spessore e tagliate inizialmente "abbondanti" per un larghezza di 1,5 mm. circa poi ho fatto i fori da 0,5 (mandrino a mano) curandone l'allineamento e la posizione.
dopo aver infilato e raggruppato i tondini, ho sfinato il più possibile la larghezza e la lunghezza delle coste.
infine ho incollato quest'ultime mettendole in posizione con l'attak (naturalmente in dosi piccolissime con l'aiuto di una punta di spillo).

naturalmente mi sono mangiato un po' di dettaglio (vedi cerniere) e di scala!
saluti a tutti

Ciao Giampaolo, grazie sei sempre molto gentile nel dissipare ogni dubbio, per quanto riguarda la scala sulle cerniere, perdonami ma mi sa che sono diventato cieco non riesco a vederle ne sui tambucci ne sull'osteriggio alla faccia del fuori scala....... non le vedo proprio.
Un Salutone e buona continuazione!!!!!!!

ciao daniel
infatti non vedi le cerniere, perchè non le ho fatte (me le sono mangiate)!
saluti

Ciao Giampaolo, scusami non avevo capito che non le avevi realizzate
grazie per la risposta.
Un Saluto!!!!!!!

Scusa Daniel , si nota che a questa ora sei stanco
mozzo

Ciao mozzo, che ci vuoi fare....... capita di sbagliare
scusami Giampaolo per il fuori onda

Buona giornata a tutti
Riprendo la cronaca dei lavori con un po’ di finiture sullo scafo.
Sia a poppa che a prua sono previste delle protezioni in corrispondenza dell’incintone (tondini da 0,5) che penso avessero la funzione di proteggere lo scafo all’atto dell’ormeggio in banchina.

Non sono un esperto di colori acrilici e sto facendo esperienza. L’aver utilizzato un fondo di una marca e il colore definitivo di un’altra marca non è stata una bella idea. Prima di vedere il colore uniformemente steso, ho dovuto applicare diverse mani. Insomma gli acrilici hanno tanti vantaggi, ma probabilmente devo ancora apprezzarli.

Le bigotte sono commerciali da 3 mm di diametro e le landre sono simulate con striscioline di carta nera larga circa mm.1, ripiegate su un estremo in modo da incorporare un filo nero che trattiene le barre alle landre.

Alla fine della colorazione ho applicato per sicurezza un trasparente opaco (sempre tamiya) per protezione, ma che proprio opaco non è.
Comunque questo è il risultato finale.

All’epoca queste imbarcazioni avevano già una “targa”. La Jolie Brise portava la dicitura “H6”. La “H” rappresenta il nome del porto di origine (Le Havre) e il “6” era un numero progressivo e identificativo. Questa dicitura era riportata in modo ben più visibile sulla randa in modo che fosse facilmente avvistabile dalla nave che necessitava del pilota.

Saluti a tutti

brggpl ha scritto:
Non sono un esperto di colori acrilici e sto facendo esperienza. L’aver utilizzato un fondo di una marca e il colore definitivo di un’altra marca non è stata una bella idea. Prima di vedere il colore uniformemente steso, ho dovuto applicare diverse mani.

Ciao GianPaolo...anche io non sono un esperto ma non credo dipenda dal fatto che il fondo e il colore erano di marche diverse. L'importante è che siano "compatibili" poi penso dipenda molto da quanto li diluisci....


bel lavoro

Ciao Gian Paolo, dopo averti fatto i complimenti per lo splendido lavoro, mi permetto di darti delle informazioni riguardo i colori. Non credo sia un problema di compatibilita' in quanto questo fenomeno puo' presentarsi se mescoli prodotti simili, e non se li sovrapponi. La regola generale e' quella di iniziare sempre con colori che usano diluienti piu' aggressivi; nitro, sintetico, acqua regia e acqua. Il problema dell'uniformita' e copertura del colore e' probabilmente dovuta solo ad una questione di diluizione o quantita' di pigmento del prodotto. Una curiosita' che fondo hai usato?
Grazie mille

ciao a tutti
@ magna e maruzzella
dunque, vi racconto quanto ho fatto dal principio.
come fondo ho usato lo spray bianco (avanzato dalla "casetta architettonica") e qui non ci sono stati problemi. questo:

poi (dopo 2/3 giorni) ho iniziato con i colori tamiya (tutti acrilici opachi):
1) prima l'opera viva in rosso/marrone mattone (ottenuto mescolando rosso, nero e ocra)
2) bianco su impavesata
3) nero su opera morta e capodibanda

specialmente per coprire l'opera viva (rosso) ho dovuto applicare 4 o 5 mani (senza diluire nulla e "tirando" con pennello piatto) fino a vedere il colore steso uniformemente e coprire completamente il bianco di fondo.
maneggiando lo scafo maldestamente e urtando leggermente con gli spigoli della lampada-lente, la vernice (nera e rossa) si è sfogliata in modo inatteso e sproporzionato all'urto. (purtroppo non ho foto)
insomma mi è parso che la venice tamiya non avesse aderito perfettamente allo strato bianco sottostante e cio' fosse dovuto alla diversità di marca.
(in una noticina dello spray bianco si dice che per pulirsi le mani occorre diluente sintetico o acetone!? mah?).
a questo punto ho deciso di applicare (sempre dopo giorni) la trasparente opaca tamiya rendere (spero) più sicura la superficie.
sicuramente starò più attento agli urti, ma la sensazione è che i vecchi Humbrol (sintetici) fossero più coprenti e soprattutto robusti (anche se meno confortevoli)!
grazie per l'attenzione, per i complimenti e saluti

Ego mei me me per la goletta ho usato il fondo spray per legno (colore grigio) e colori acrilici Tamiya,che io sappia il bianco è per la plastica o no .-

ciao