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GINA II ... a vela (Gina)
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CRONO
pozzimario
Forlani daniel
Gina
9 partecipanti
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GINA II ... a vela (Gina)
Nome: GINA II
Tipo: barca a vela Crociera/Regata
Lunghezza modello: 80 cm
Piani di costruzioni: autoprogettata (e autocostruita)
Dopo un primo modello (gozzo) RC mi sono gettato in territorio (per me) inesplorato delle barche a vela RC e siccome mi piace rischiare l'ho voluta anche progettare. Non mi sono però arrischiato con un modello IOM (avrei solo fatto una brutta figura), mi sono piuttosto ispirato alle linee delle barche da passeggiata in mare. Ho trovato in rete un programmino semplice di modellazione degli scafi dove, disegnata la sezione maestra, i dritti di prua e poppa, la lunghezza e poche altre variabili, ti spiattella i profili delle ordinate e fornisce dati quali il dislocamento, il centro di spinta, l'altezza metacentrica etc.
A questo punto è iniziato il divertimento: definizione del piano velico, posizione e dimensioni della deriva, verifiche di stabilità e via dicendo. Deciso, dopo non pochi rifacimenti, che il progetto era OK (o meglio, che non sapevo più cosa fare per migliorarlo) ho iniziato a tagliare le ordinate e posizionarle per verificare che le linee fossero ben avviate. Qui sono arrivato, nelle prossime settimane il cantiere non sarà molto attivo, ma non vedo l'ora di poterlo terminare per vedere dove avrò preso delle cantonate.
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Tipo: barca a vela Crociera/Regata
Lunghezza modello: 80 cm
Piani di costruzioni: autoprogettata (e autocostruita)
Dopo un primo modello (gozzo) RC mi sono gettato in territorio (per me) inesplorato delle barche a vela RC e siccome mi piace rischiare l'ho voluta anche progettare. Non mi sono però arrischiato con un modello IOM (avrei solo fatto una brutta figura), mi sono piuttosto ispirato alle linee delle barche da passeggiata in mare. Ho trovato in rete un programmino semplice di modellazione degli scafi dove, disegnata la sezione maestra, i dritti di prua e poppa, la lunghezza e poche altre variabili, ti spiattella i profili delle ordinate e fornisce dati quali il dislocamento, il centro di spinta, l'altezza metacentrica etc.
A questo punto è iniziato il divertimento: definizione del piano velico, posizione e dimensioni della deriva, verifiche di stabilità e via dicendo. Deciso, dopo non pochi rifacimenti, che il progetto era OK (o meglio, che non sapevo più cosa fare per migliorarlo) ho iniziato a tagliare le ordinate e posizionarle per verificare che le linee fossero ben avviate. Qui sono arrivato, nelle prossime settimane il cantiere non sarà molto attivo, ma non vedo l'ora di poterlo terminare per vedere dove avrò preso delle cantonate.
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Gina- Utente Appassionato
Re: GINA II ... a vela (Gina)
Ciao Gina,benritrovato sul nuovo cantiere.
Interessante questo tuo modello ma in che scala lo costruirai? e che materieli userai per realizzare tutto lo scafo? grazie e buon lavoro
Un Saluto!!!!!
Interessante questo tuo modello ma in che scala lo costruirai? e che materieli userai per realizzare tutto lo scafo? grazie e buon lavoro
Un Saluto!!!!!
Forlani daniel- Utente sostenitore
Re: GINA II ... a vela (Gina)
Ciao Daniel,
beh, non c'è una scala in quanto non è la riproduzione di una barca esistente, si può dire che somiglia nelle linee a una barca a vela da 10 mt.
Per quanto riguarda i materiali, le ordinate sono in compensato da 5mm, il fasciame sarà in balsa da 2mm + resina epossidica e fibra di vetro (o calze in nylon se mia moglie non protesta). La balsa è obbligatoria visto che il peso dovrà essere contenuto (250 gr sono già prenotati dal bulbo), avrai notato che non c'è nemmeno la chiglia
beh, non c'è una scala in quanto non è la riproduzione di una barca esistente, si può dire che somiglia nelle linee a una barca a vela da 10 mt.
Per quanto riguarda i materiali, le ordinate sono in compensato da 5mm, il fasciame sarà in balsa da 2mm + resina epossidica e fibra di vetro (o calze in nylon se mia moglie non protesta). La balsa è obbligatoria visto che il peso dovrà essere contenuto (250 gr sono già prenotati dal bulbo), avrai notato che non c'è nemmeno la chiglia
Gina- Utente Appassionato
Re: GINA II ... a vela (Gina)
Ciao!
se posso darti un suggerimento, 250 grammi di piombo per una barca di 80cm mi sembrano pochini.
io ne metto 250 sui footy che sono da 30cm, sulla Micropoz da 50cm ho messo 500 grammi e sulla Windstar da 1 metro sono 2 kili e mezzo.....
se posso darti un suggerimento, 250 grammi di piombo per una barca di 80cm mi sembrano pochini.
io ne metto 250 sui footy che sono da 30cm, sulla Micropoz da 50cm ho messo 500 grammi e sulla Windstar da 1 metro sono 2 kili e mezzo.....
pozzimario- Utente Illuminato
Re: GINA II ... a vela (Gina)
@Mario
effettivamente può sembrare scarso in rapporto ai modelli in "classe" che affidano la stabilità laterale quasi interamente al peso del bulbo. Come forse si può vedere dal disegno e dalle foto, la barca non è eccessivamente invelata ed ha un baglio massimo di quasi 30 cm e un profilo di sezione maestra che le consentono di avere una buona stabilità di forma. Fatta la stima del peso avevo a disposizione circa 400 gr di zavorra, 250 gr è il dato che ho attribuito al bulbo nei calcoli di stabilità e mi sono riservato gli altri circa 150 gr di zavorra da mettere nello scafo per correggere l'assetto longitudinale. Naturalmente tutto ciò vale se:
a) ho stimato correttamente il peso della barca finita
b) non ho sbagliato i "conti"
Questo, d'altra parte, voleva essere un cantiere "scuola", poi vi dirò dove avrò toppato.
@ Daniel
forse dovevo mettere questo topic nella sezione "in cantiere" ?
effettivamente può sembrare scarso in rapporto ai modelli in "classe" che affidano la stabilità laterale quasi interamente al peso del bulbo. Come forse si può vedere dal disegno e dalle foto, la barca non è eccessivamente invelata ed ha un baglio massimo di quasi 30 cm e un profilo di sezione maestra che le consentono di avere una buona stabilità di forma. Fatta la stima del peso avevo a disposizione circa 400 gr di zavorra, 250 gr è il dato che ho attribuito al bulbo nei calcoli di stabilità e mi sono riservato gli altri circa 150 gr di zavorra da mettere nello scafo per correggere l'assetto longitudinale. Naturalmente tutto ciò vale se:
a) ho stimato correttamente il peso della barca finita
b) non ho sbagliato i "conti"
Questo, d'altra parte, voleva essere un cantiere "scuola", poi vi dirò dove avrò toppato.
@ Daniel
forse dovevo mettere questo topic nella sezione "in cantiere" ?
Gina- Utente Appassionato
Re: GINA II ... a vela (Gina)
Ciao Gina,ti ho spostato l'argomento in cantiere come mi hai fatto notare,effetivamente è la sezione appropriata grazie e buon lavoro
Un Saluto!!!!!!
Un Saluto!!!!!!
Forlani daniel- Utente sostenitore
Re: GINA II ... a vela (Gina)
just my suggestion...
deriva e timone più lunghi, per compensare lo scarroccio, e guadagnare in manovrabilità...
purtroppo questa è l'unica foto dove si vede la barca montata, magari stasera se mi ricordo ne faccio un'altra e domani la pubblico così ti fai un'idea.
deriva e timone più lunghi, per compensare lo scarroccio, e guadagnare in manovrabilità...
purtroppo questa è l'unica foto dove si vede la barca montata, magari stasera se mi ricordo ne faccio un'altra e domani la pubblico così ti fai un'idea.
pozzimario- Utente Illuminato
Re: GINA II ... a vela (Gina)
Per il timone hai ragione, nel disegno mi serviva solo per individuare la posizione dell'asse. Per la deriva spero proprio che tu non abbia ragione perchè ormai è fatta ! Prima di chiudere il cantiere per ferie ho dato una botta al fasciame, come puoi vedere cambiare la deriva mi causerebbe l'orticaria.
Quindi ... fingers crossing ... la lascerò così
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Quindi ... fingers crossing ... la lascerò così
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Gina- Utente Appassionato
Re: GINA II ... a vela (Gina)
beh, considera che io seguo una particolare scuola di pensiero, le mie barche a vela sono molto magre, con sezioni tonde (non ellittiche), pinne molto profonde e zavorre molto pesanti.
insomma sono delle barche da "acqua mossa" e piuttosto nervose.
Probabilmente, dato che tu sei partito da presupposti quasi opposti su tutta la linea, avrai semplicemente una barca dai comportamenti diversi, il verdetto lo avremo solo al momento del varo!
insomma sono delle barche da "acqua mossa" e piuttosto nervose.
Probabilmente, dato che tu sei partito da presupposti quasi opposti su tutta la linea, avrai semplicemente una barca dai comportamenti diversi, il verdetto lo avremo solo al momento del varo!
pozzimario- Utente Illuminato
Re: GINA II ... a vela (Gina)
Esatto, i presupposti sono molto diversi, io volevo fare una barca che fosse simile a un cabinato come se ne vedono in tutti i porti turistici, non una barca da Coppa America. Potrai osservare che le non-corsaiole hanno una sezione di carena che si avvicina a quella di un triangolo con un tratto quasi rettilineo subito sotto la linea di galleggiamento e una parte molto grassa subito sopra: questa forma (che ho tentato di fare) conferisce doti di buona stabilità a differenza di una sezione circolare che in acqua è in equilibrio indifferente per cui bisogna affidare la stabilità laterale ad una deriva lunga ed un bulbo importante per avere un adeguato momento raddrizzante. La ragione per cui le barche di Coppa America adottano una sezione pressochè circolare è la ricerca della velocità perchè, rispetto ad una triangolare o quadrata, è quella che, a parità di dislocamento, ha la minor superficie bagnata ergo offre meno resistenza all'avanzamento.
Non ho dubbi che la mia in acqua sarà una lumachina, ma si tratta di un esperimento: sono ansioso di verificare se si comporterà come predetto dai miei "conti".
Ma una barca "da Coppa America" la farò prima o poi ... perdinci !
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Non ho dubbi che la mia in acqua sarà una lumachina, ma si tratta di un esperimento: sono ansioso di verificare se si comporterà come predetto dai miei "conti".
Ma una barca "da Coppa America" la farò prima o poi ... perdinci !
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Gina- Utente Appassionato
Re: GINA II ... a vela (Gina)
questo pomeriggio vedrai la mia "coppa america".
la sezione tonda è anche fatta per questo motivo: siccome la barca ha una grossa velatura, passerà molto tempo parecchio inclinata, perchè viaggiando di bolina o al traverso, la velatura scaricherà grosse forze sullo scafo, facendolo sbandare parecchio.
il mio scafo è progettato in maniera che, sbandando attorno a un ipotetico centro di rotazione, la sezione bagnata rimane sempre uguale (almeno si spera) dando un comportamento neutro alla barca.
cioè la forma dell'opera viva sott'acqua non cambia sia che la barca proceda dritta, sia che proceda molto inclinata.
in questo modo, è più facile raggiungere una regolazione delle vele "neutra" in ogni condizione, senza che in determinate condizioni, a causa della forma dello scafo, assuma comportamenti orzieri o puggieri.
alcune barche da competizione hanno addirittura superato questo concetto, come ad esempio le ultime IACC che abbiamo visto in coppa america (i monoscafi, non i catamarani).
in parole povere, hanno fatto delle sezioni quasi quadrate, studiate in modo che, sbandando lo scafo, la lunghezza al galleggiamento aumentasse, aumentando di fatto la velocità massima teoricamente raggiungibile (la velocità massima di una barca non planante è proporzionale alla lunghezza).
cioè sono delle barche che da ferme hanno una lunghezza al galleggiamento, prestabilita dalle regole di stazza, quando vanno di bolina, si inclinano, e grazie alla forma dello scafo, diventano "più lunghe" e quindi più veloci!
vedi quanto mi rimane immersa rispetto alla tua, causa il piombo che pesa il doppio....
nota anche come la prua e la poppa sono a filo d'acqua per allungare più possibile il galleggiamento.
la barca ha prua e poppa verticali, a piombo sull'acqua.....
la sezione tonda è anche fatta per questo motivo: siccome la barca ha una grossa velatura, passerà molto tempo parecchio inclinata, perchè viaggiando di bolina o al traverso, la velatura scaricherà grosse forze sullo scafo, facendolo sbandare parecchio.
il mio scafo è progettato in maniera che, sbandando attorno a un ipotetico centro di rotazione, la sezione bagnata rimane sempre uguale (almeno si spera) dando un comportamento neutro alla barca.
cioè la forma dell'opera viva sott'acqua non cambia sia che la barca proceda dritta, sia che proceda molto inclinata.
in questo modo, è più facile raggiungere una regolazione delle vele "neutra" in ogni condizione, senza che in determinate condizioni, a causa della forma dello scafo, assuma comportamenti orzieri o puggieri.
alcune barche da competizione hanno addirittura superato questo concetto, come ad esempio le ultime IACC che abbiamo visto in coppa america (i monoscafi, non i catamarani).
in parole povere, hanno fatto delle sezioni quasi quadrate, studiate in modo che, sbandando lo scafo, la lunghezza al galleggiamento aumentasse, aumentando di fatto la velocità massima teoricamente raggiungibile (la velocità massima di una barca non planante è proporzionale alla lunghezza).
cioè sono delle barche che da ferme hanno una lunghezza al galleggiamento, prestabilita dalle regole di stazza, quando vanno di bolina, si inclinano, e grazie alla forma dello scafo, diventano "più lunghe" e quindi più veloci!
vedi quanto mi rimane immersa rispetto alla tua, causa il piombo che pesa il doppio....
nota anche come la prua e la poppa sono a filo d'acqua per allungare più possibile il galleggiamento.
la barca ha prua e poppa verticali, a piombo sull'acqua.....
pozzimario- Utente Illuminato
Re: GINA II ... a vela (Gina)
Spero abbiate fatto (o stiate facendo) buone vacanze.
Ho approfittato di una interrruzione delle mie per portarmi un po' avanti. Completato il fasciame ho costruito lo speccho di poppa e, essendo la barca priva di chiglia, i rinforzi di prua e poppa per sostenere il tiro dello strallo e del paterazzo
installato il tutto, ho riempito le "guance"della prua con dei blocchetti di balsa
avevo inizialmente pensato di armare con albero frazionato (più sportivo e ... "chic") ma ora che ho tra le mani lo scafo finito (in balsa e senza chiglia) mi da una preoccupante impressione di fragilità e non potendo, ovviamente, mettere delle sartie volanti, dovrei tesare a morte lo strallo, quindi sto pensando di armarlo in testa d'albero con crocetta a quartiere ... mah ! ci penserò durante il secondo tempo delle vacanze, se qualcuno ha qualche idea brillante sarà il benvenuto
Ho approfittato di una interrruzione delle mie per portarmi un po' avanti. Completato il fasciame ho costruito lo speccho di poppa e, essendo la barca priva di chiglia, i rinforzi di prua e poppa per sostenere il tiro dello strallo e del paterazzo
installato il tutto, ho riempito le "guance"della prua con dei blocchetti di balsa
avevo inizialmente pensato di armare con albero frazionato (più sportivo e ... "chic") ma ora che ho tra le mani lo scafo finito (in balsa e senza chiglia) mi da una preoccupante impressione di fragilità e non potendo, ovviamente, mettere delle sartie volanti, dovrei tesare a morte lo strallo, quindi sto pensando di armarlo in testa d'albero con crocetta a quartiere ... mah ! ci penserò durante il secondo tempo delle vacanze, se qualcuno ha qualche idea brillante sarà il benvenuto
Gina- Utente Appassionato
Re: GINA II ... a vela (Gina)
Finite le vacanze ho ripreso i lavori con una mano di resina all'interno e all'esterno del fasciame e scartavetrato il tutto. Mi sono procurato un tubo di alluminio da 8 mm per l'albero ed uno da 6 mm per il boma. Quest'ultimo, troppo flessibile, necessitava di un irrigidimento: l'ho relizzato sagomando un listello di balsa e scanalandolo nella parte superiore per alloggiare il tubo, incollandoli prima e "legandoli" con tessuto in fibra e resina epossidica.
Prima di verniciarlo devo ancora scovare il sistema di predisporre gli attacchi per il vang e la scotta (se non si fosse capito, vado avanti un po' "a naso", quindi con molta lentezza).
Siccome la barca deve avere un aspetto e le funzionalità il più possibile simili a quelle vere, non voglio mettere un fiocco autovirante (con il bomino, per intenderci) ma con un circuito di scotte che cazzi alternativamente sui due lati: qualcuno lo ha già fatto ?
Prima di verniciarlo devo ancora scovare il sistema di predisporre gli attacchi per il vang e la scotta (se non si fosse capito, vado avanti un po' "a naso", quindi con molta lentezza).
Siccome la barca deve avere un aspetto e le funzionalità il più possibile simili a quelle vere, non voglio mettere un fiocco autovirante (con il bomino, per intenderci) ma con un circuito di scotte che cazzi alternativamente sui due lati: qualcuno lo ha già fatto ?
Gina- Utente Appassionato
Re: GINA II ... a vela (Gina)
Vedo che questo genere di modelli non suscita grandi entusiasmi, rimango così solo a cercare soluzioni, vabbè ! Comunque, con meditata lentezza, vado avanti e continuerò ad informare il colto e l'inclita dell'avanzamento lavori. Chissà mai che a qualcuno venga voglia di cimentarsi con qualche cosa di simile !
Internet mi ha fornito indicazioni per cambiar bordo al fiocco come sulle barche vere, ho quindi simulato, con mezzi di fortuna, il circuito e, visto che funziona, ho ordinato argani, bozzelli, cavetti etc.
Legenda
A - punti di uscita scotte in coperta
B - albero
C - fiocco
D - argano per cambio bordo al fiocco
E - argano per cazzare e lascare il fiocco (e la randa)
F - scotte del fiocco
G - circuito va-e-vieni
Tutto il resto è fermo in attesa dei pezzi da installare
Internet mi ha fornito indicazioni per cambiar bordo al fiocco come sulle barche vere, ho quindi simulato, con mezzi di fortuna, il circuito e, visto che funziona, ho ordinato argani, bozzelli, cavetti etc.
Legenda
A - punti di uscita scotte in coperta
B - albero
C - fiocco
D - argano per cambio bordo al fiocco
E - argano per cazzare e lascare il fiocco (e la randa)
F - scotte del fiocco
G - circuito va-e-vieni
Tutto il resto è fermo in attesa dei pezzi da installare
Gina- Utente Appassionato
Re: GINA II ... a vela (Gina)
non è vero che non suscita entusiasmi, anzi, io sono curiosissimo di vedere completato il circuito e magari vedere la barca dal vivo.
come sai ho esperienze su scafi a vela piuttosto diversi da questo, quindi non posso dire la mia su questo tipo di circuito scotte, non di meno sono in attesa di vederlo funzionare!
ma avrai un argano solo per randa e fiocco?
a sto punto non conviene usare 2 argani così comandi le 2 vele con maggiore precisione e hai una migliore sensibilità quando regoli l'assetto?
tanto sulla Spektrum hai 6 canali, te ne avanzano ancora!
come sai ho esperienze su scafi a vela piuttosto diversi da questo, quindi non posso dire la mia su questo tipo di circuito scotte, non di meno sono in attesa di vederlo funzionare!
ma avrai un argano solo per randa e fiocco?
a sto punto non conviene usare 2 argani così comandi le 2 vele con maggiore precisione e hai una migliore sensibilità quando regoli l'assetto?
tanto sulla Spektrum hai 6 canali, te ne avanzano ancora!
pozzimario- Utente Illuminato
Re: GINA II ... a vela (Gina)
Gina ha scritto:Vedo che questo genere di modelli non suscita grandi entusiasmi, rimango così solo a cercare soluzioni, vabbè ! Comunque, con meditata lentezza, vado avanti e continuerò ad informare il colto e l'inclita dell'avanzamento lavori. Chissà mai che a qualcuno venga voglia di cimentarsi con qualche cosa di simile !
Internet mi ha fornito indicazioni per cambiar bordo al fiocco come sulle barche vere, ho quindi simulato, con mezzi di fortuna, il circuito e, visto che funziona, ho ordinato argani, bozzelli, cavetti etc...
mi unisco al pensiero di pozzimario
Da tempo seguo questo forum mi sono appena inscritto proprio perché sono stato invogliato dal tuo cantiere e da qualche altro cantiere nato un po' di tempo fa.
se permetti ti passo lo schema del commando del genoa
e un paio di link che potrebbero esserti utili
http://picasaweb.google.com/ahcling/SprintaRC02?authkey=Gv1sRgCLiT-YfBu5nRHQ
http://www.rcmovie.de/video/252b4be21c91c92a697e/die-Sprinta-RC-Grossegelbremse
CRONO- Utente Appassionato
Re: GINA II ... a vela (Gina)
un'altra cosa Gina riguardando il tuo disegno la barca per posizionare la deriva in quel punto dovrebbe avere il centro carena (CC) sulla settima ordinata del tuo disegno. C'ho visto giusto?
CRONO- Utente Appassionato
Re: GINA II ... a vela (Gina)
Ciao Crono, scusa se mi permetto ma se ti va vorrei invitarti a presentare qui http://www.forumscuoladimodellismo.com/f7-presentati Non è obbligatorio presentarsi, ma da a tutti la possibilità di darti il benvenuto ed a te la possibilità di farti conoscere dagli utenti. Grazie per la collaborazione e buona serata
Stephen Maturin- Forumnauta
Re: GINA II ... a vela (Gina)
Finalmente arrivano i bozzelli: all'apparenza sono proprio belli ma scopro ben presto che la dicitura "funzionante" significa solo che la puleggia è libera di girare ma il gambo alla minima trazione si spezza. Deluso (ed anche un po' incazzato per i quattrini gettati) decido di farmeli da me: prendo un lamierino di ottone da 0,5 mm, pulegge da 5 mm e micro-bulloni dia. 1,2 mm ed il risultato non mi sembra proprio male, non saranno belli come gli altri ma vi garantisco che sono robustissimi per la funzione che devono svolgere
Mentre aspettavo i bozzelli mi arrovellavo sul timone: confesso che avrei gradito trovarne uno in commercio già fatto ma non mi è stato possibile, quindi ho optato per usare un asse elica da 4 mm, due tavolette di balsa da 2 mm incollate tra loro e tondino di carbonio da 2 mm
Forato l'asse per alloggiare i tondini e posizionato l'insieme nello scasso fatto nella balsa, il tutto è stato stuccato con epossidico, incollato (sempre con epossidica) tra due fogli di compensato da 1 mm e messo ad essiccare sotto pressa. Sono arrivato alla sagomatura cui seguirà resinatura con fibra di vetro e verniciatura (sarebbe stata più chic la fibra di carbonio lasciata a vista, ma non avendolo mai fatto temevo di fare dei pasticci)
Chiedo scusa, avevo aperto solo la pagina 1 e non mi ero accorto che ci fossero i commenti di Crono (che strano, non mi era arrivata alcuna e-mail che mi informasse di nuovi messaggi).
Per rispondere a Crono: quello è proprio lo schema delle scotte che sto tentando di replicare.
Per quanto riguarda la posizione della deriva: forse non ho afferrato bene il senso della domanda circa il centro carena, mi correggerai se non ho ben capito.
Fatto il disegno dello scafo, per iniziarne la costruzione dovevo definire dove dovesse essere la deriva. L'ho quindi posizionata in modo di avere un centro di spinta laterale vicino alla verticale di un centro velico calcolato spannometricamente. Il piede d'albero poggerà su una rotaia che ne permetta l'aggiustaggio in senso longitudinale: la posizione giusta la vedrò la prima volta che scenderà in acqua, dovrò comunque fare i conti prima circa le dimensioni delle vele. Il centro di spinta laterale è molto prossimo, a poppavia, all'ordinata 7.
Il centro di carena è più vicino alla 6 che alla 7, dovrò quindi giocare con la posizione del bulbo, delle batterie ed eventuale zavorra aggiuntiva per raggiungere un corretto assetto longitudinale: la vasca da bagno emetterà il verdetto
Mentre aspettavo i bozzelli mi arrovellavo sul timone: confesso che avrei gradito trovarne uno in commercio già fatto ma non mi è stato possibile, quindi ho optato per usare un asse elica da 4 mm, due tavolette di balsa da 2 mm incollate tra loro e tondino di carbonio da 2 mm
Forato l'asse per alloggiare i tondini e posizionato l'insieme nello scasso fatto nella balsa, il tutto è stato stuccato con epossidico, incollato (sempre con epossidica) tra due fogli di compensato da 1 mm e messo ad essiccare sotto pressa. Sono arrivato alla sagomatura cui seguirà resinatura con fibra di vetro e verniciatura (sarebbe stata più chic la fibra di carbonio lasciata a vista, ma non avendolo mai fatto temevo di fare dei pasticci)
Chiedo scusa, avevo aperto solo la pagina 1 e non mi ero accorto che ci fossero i commenti di Crono (che strano, non mi era arrivata alcuna e-mail che mi informasse di nuovi messaggi).
Per rispondere a Crono: quello è proprio lo schema delle scotte che sto tentando di replicare.
Per quanto riguarda la posizione della deriva: forse non ho afferrato bene il senso della domanda circa il centro carena, mi correggerai se non ho ben capito.
Fatto il disegno dello scafo, per iniziarne la costruzione dovevo definire dove dovesse essere la deriva. L'ho quindi posizionata in modo di avere un centro di spinta laterale vicino alla verticale di un centro velico calcolato spannometricamente. Il piede d'albero poggerà su una rotaia che ne permetta l'aggiustaggio in senso longitudinale: la posizione giusta la vedrò la prima volta che scenderà in acqua, dovrò comunque fare i conti prima circa le dimensioni delle vele. Il centro di spinta laterale è molto prossimo, a poppavia, all'ordinata 7.
Il centro di carena è più vicino alla 6 che alla 7, dovrò quindi giocare con la posizione del bulbo, delle batterie ed eventuale zavorra aggiuntiva per raggiungere un corretto assetto longitudinale: la vasca da bagno emetterà il verdetto
Gina- Utente Appassionato
Re: GINA II ... a vela (Gina)
Avevo capito che volevi mettere un solo strallo a poppa ma se posizioni l'albero sulla slitta occorreranno anche due sartie laterali. Ormai per il timone è fatta e va bene pure così ma per la prossima volta e per ammattire meno la fine dell'asse piegala così eviti di forare l'asse e fare le sedi per le asticelle che limitano la torsione asse/timone http://www.flickr.com/photos/29322916@N05/5665846392/in/set-72157626481468633 poi se a fine lavoro chiudi tutto con un rivestimento di tessuto di vetro viene anche più solido.
La domanda era appunto una domanda anch'io non conosco i parametri per posizionare la deriva su quel tipo di scafo e volevo conferma,comunque dalle foto di quella barca che ti ho linkato sotto lo schema a inizio pagina la deriva sembra posizionata leggermente arretrata più verso poppa, ma forse è solo una mia impressione
http://www.rc-network.de/forum/showthread.php/97904-RC-Sprinta-Sport
La domanda era appunto una domanda anch'io non conosco i parametri per posizionare la deriva su quel tipo di scafo e volevo conferma,comunque dalle foto di quella barca che ti ho linkato sotto lo schema a inizio pagina la deriva sembra posizionata leggermente arretrata più verso poppa, ma forse è solo una mia impressione
http://www.rc-network.de/forum/showthread.php/97904-RC-Sprinta-Sport
CRONO- Utente Appassionato
Re: GINA II ... a vela (Gina)
Francamente non mi era mai passato per la testa di sostenere l'albero con solo lo strallo ed il paterazzo. Forse non mi sono ben spiegato quando ho accennato alle sartie volanti.
Per l'asse del timone: se l'avessi fatto da 2 mm (avevo flirtato un po' con questa idea) l'avrei piegato a 90°, ma l'idea di serrare nella morsa un asse da 4 mm e prenderlo a martellate (non possiedo altri strumenti adatti all'uopo) mi ha indotto alla ricerca di soluzioni alternative.
Molto interessanti i links che mi hai segnalato: chissà se riuscirò, un giorno,ad avvicinarmi a qualche cosa di simile !!
Per l'asse del timone: se l'avessi fatto da 2 mm (avevo flirtato un po' con questa idea) l'avrei piegato a 90°, ma l'idea di serrare nella morsa un asse da 4 mm e prenderlo a martellate (non possiedo altri strumenti adatti all'uopo) mi ha indotto alla ricerca di soluzioni alternative.
Molto interessanti i links che mi hai segnalato: chissà se riuscirò, un giorno,ad avvicinarmi a qualche cosa di simile !!
Gina- Utente Appassionato
Re: GINA II ... a vela (Gina)
Siccome seguo anche un altri forum probabilmente mi sono confuso con un altro utente
Ti rispondo mostrandoti il mio strumento di precisione preferito...
La piegatura sull'asse ø 4 mm di inox di cui ho postato la foto è fatta proprio con quel sistema
Ti rispondo mostrandoti il mio strumento di precisione preferito...
La piegatura sull'asse ø 4 mm di inox di cui ho postato la foto è fatta proprio con quel sistema
CRONO- Utente Appassionato
Re: GINA II ... a vela (Gina)
Grazie Crono per la segnalazione dei links.
Per quanto riguarda il peso del bulbo, la barca finita dovrà pesare 1623 gr cioè pari al dislocamento (questo è un dato certo in quanto è un output del programma che ho usato per la modellazione dello scafo), mi potrei permettere di sgarrare di non più di 100/150 gr che significherebbe un aumento del pescaggio di un paio di mm (il solito programma mi dice che il pescaggio aumenta di 1 mm ogni ca. 80gr in più): andando oltre sarebbero compromesse alcune caratteristiche quali la agilità e la velocità (che già non potranno essere strabilianti). Il bulbo è già in lavorazione e peserà 200 gr. Prima di iniziare la costruzione avevo calcolato di avere a disposizione 400 gr di zavorra ed avevo preventivato 250 per il bulbo e 150 da utilizzare per la correzione dell'assetto longitudinale. A consuntivo (pesando la barca ed i componenti che man mano mi sono procurato) ho constatato che ero stato un po' ottimista, ma tant'è, d'altra parte è il primo modello a vela con cui mi cimento e mi serviva per imparare.
A proposito di cose che non so: dovendo alimentare due argani per le vele, un servo per il timone e la ricevente, una batteria a 6v da 1700 mAh (avevo pensato ad una NiMh a 5 celle) che autonomia può avere ?
Per quanto riguarda il peso del bulbo, la barca finita dovrà pesare 1623 gr cioè pari al dislocamento (questo è un dato certo in quanto è un output del programma che ho usato per la modellazione dello scafo), mi potrei permettere di sgarrare di non più di 100/150 gr che significherebbe un aumento del pescaggio di un paio di mm (il solito programma mi dice che il pescaggio aumenta di 1 mm ogni ca. 80gr in più): andando oltre sarebbero compromesse alcune caratteristiche quali la agilità e la velocità (che già non potranno essere strabilianti). Il bulbo è già in lavorazione e peserà 200 gr. Prima di iniziare la costruzione avevo calcolato di avere a disposizione 400 gr di zavorra ed avevo preventivato 250 per il bulbo e 150 da utilizzare per la correzione dell'assetto longitudinale. A consuntivo (pesando la barca ed i componenti che man mano mi sono procurato) ho constatato che ero stato un po' ottimista, ma tant'è, d'altra parte è il primo modello a vela con cui mi cimento e mi serviva per imparare.
A proposito di cose che non so: dovendo alimentare due argani per le vele, un servo per il timone e la ricevente, una batteria a 6v da 1700 mAh (avevo pensato ad una NiMh a 5 celle) che autonomia può avere ?
Gina- Utente Appassionato
Re: GINA II ... a vela (Gina)
l'autonomia che puoi avere con l'utilizzo di tre servi proprio non saprei, però posso dire con certezza che con un normalissimo servo da 3 kg e un servo hitec hs785hb il tutto alimentato con 4 elementi formato stilo 1,2 V da 3000mAh della energizer (quindi ce n'è di meglio come qualità) dopo 4 ore mi
stufo e torno a casa.
stufo e torno a casa.
CRONO- Utente Appassionato
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