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Forum Scuola di Modellismo :: Modellismo Statico :: Navimodellismo :: Marina Militare Italiana :: Navi & Modelli della Marina Militare Italiana :: In cantiere
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Re: RN ROMA (arinf1963) *** Chiuso ***
Ciao Dog, fin qui nessun problema mi pare, perchè non apri un tuo cantiere ? Anche per non intasare quello di Arinf con due costruzioni ...
Hai incontrato difficoltà nel posizionare le ordinate ?
Uni
Hai incontrato difficoltà nel posizionare le ordinate ?
Uni
unimatrix0- Collaboratore sostenitore
Re: RN ROMA (arinf1963) *** Chiuso ***
no piu che altro qualche problema con i rinforzi dell'ultimo numero lima e via
grazie x il consiglio
grazie x il consiglio
dogtag- Nuovo Utente
Re: RN ROMA (arinf1963) *** Chiuso ***
Ciao Federico , la Tua richiesta mi lascia perplesso nel senso che un esperto di dinamico chieda se può trasformare in dinamico un modello statico
Ciao ragazzi sono federico modellista navale appassionato di dinamico. Volevo costruire la Roma della Hachette e trasformarla in dinamica.E' possibile secondo voi? Sto perdendo tempo? HELP!!!AIUTO!!!
GRAZIE
mozzo
Ciao ragazzi sono federico modellista navale appassionato di dinamico. Volevo costruire la Roma della Hachette e trasformarla in dinamica.E' possibile secondo voi? Sto perdendo tempo? HELP!!!AIUTO!!!
GRAZIE
mozzo
mozzo- Forumnauta
Re: RN ROMA (arinf1963) *** Chiuso ***
Ciao ragazzi,
non mi sono perso ma anzi mi sto organizzando un piccolo laboratorio in soggiorno in modo da poter lavorare sullo scafo di oltre 120 cm senza doverlo ogni volta riporlo sotto al letto.
Per mozzo: credo che sia possibile trasformare la RN Roma da statica a dinamica aggiungendo l’oltre al più che ovvio motore elettrico e relativi servocomandi anche una impermealizzazione interna ed esterna dello scafo e prevedendo la possibilità di ispezionare l’interno sollevando in tutto o in parte le sovrastrutture.
Ho trascorso questi giorni a documentarmi avvalendomi anche di alcune foto tratte da internet ed è emerso un vero paradosso.
Da alcune fonti sembrerebbe che la corazzata sia uscita dai cantieri di Trieste già con la mimetica dipinta e che sia stata poi affondata con la stessa ancora presente, in altre parole non dovrebbe avere subito modifiche cromatiche, semmai qualche ritocco di minima entità.
Osservando invece varie foto questa viene mostrata in un classico colore grigio chiaro che contrasta con quanto detto sopra.
La prima impressione è che molte foto “spacciate” per la RN Roma possano essere invece del Littorio e/o del Vittorio Veneto.
Avendo deciso di vestirla con la mimetica e di rappresentarla nell’ultimo viaggio prima dell’affondamento ecco che se la nave non ha subito altre colorazioni allora si possono inserire anche dei leggeri segni di usura, invecchiamento e sporcizia (senza esagerare ovviamente) in modo da renderla più vissuta.
Ciao.
arinf1963- Nuovo Utente
Re: RN ROMA (arinf1963) *** Chiuso ***
arinf1963 ha scritto:
La prima impressione è che molte foto “spacciate” per la RN Roma possano essere invece del Littorio e/o del Vittorio Veneto.
Ciao Arinf, sono pienamente in sintonia con quanto da te detto, non mi risulta che qualche nave uscisse dallo scalo con già la mimetizzazione applicata, anche perchè questa variava a seconda del teatro di operazioni, che per una nave da battaglia non potevano certo essere considerate a priori, anche se pare che le tre " gemelle " fossero indicate per operare solo nel mediterraneo.
Piacerebbe anche a me riprodurla nei suoi ultimi giorni, quindi per quanto possibile mi adatterò ai video e al testo di Orizzonti Mare.
Uni
ps: sono ancora in attesa del secondo invio, in edicola a che numero siete ? per regolarmi ....
unimatrix0- Collaboratore sostenitore
Re: RN ROMA (arinf1963) *** Chiuso ***
Al momento in cui scrivo in edicola è uscito il numero 9, ma non disperare più di tanto, vedrai che ti arriveranno i pacchi ben prima che tu possa completare il lavoro anche se l’attesa iniziale a volte può essere lunga.
Proprio qualche giorno fa mi sono recato in un negozio di modellismo per acquistare un prodotto per realizzare i vetri dell’idrovolante e così parlando con altri clienti siamo entrati nel discorso inerente la differente qualità che la Hachette ha riposto nella RN Roma piuttosto che nell’opera della Bismarck, sembra ormai fuori discussione che la cura e la riproduzione del dettaglio della Bismarck sia superiore ed io avendo collezionato tutte le 140 uscite non posso che confermare, ci sono migliaia di fotoincisioni, le canne dei cannoni realizzate in tubi di acciaio, le sovrastrutture fittamente dettagliate e quale ciliegina sulla torta si poteva anche ordinare il kit per renderlo dinamico, ma non sono stato attratto nella sua realizzazione mentre sono tutto preso dalla RN Roma e lo sapete il perché?
Il motivo può sembrare a prima vista assurdo, ma la Bismarck è già perfetta di suo e al modellista non rimane che il “semplice” assemblaggio, mentre nella RN Roma la sfida è maggiore, ci si mette in gioco ad ogni particolare con il rischio di fare una figuraccia ma con la consapevolezza di potere realizzare qualcosa di unico e decisamente superiore al kit di partenza.
Ciao
Proprio qualche giorno fa mi sono recato in un negozio di modellismo per acquistare un prodotto per realizzare i vetri dell’idrovolante e così parlando con altri clienti siamo entrati nel discorso inerente la differente qualità che la Hachette ha riposto nella RN Roma piuttosto che nell’opera della Bismarck, sembra ormai fuori discussione che la cura e la riproduzione del dettaglio della Bismarck sia superiore ed io avendo collezionato tutte le 140 uscite non posso che confermare, ci sono migliaia di fotoincisioni, le canne dei cannoni realizzate in tubi di acciaio, le sovrastrutture fittamente dettagliate e quale ciliegina sulla torta si poteva anche ordinare il kit per renderlo dinamico, ma non sono stato attratto nella sua realizzazione mentre sono tutto preso dalla RN Roma e lo sapete il perché?
Il motivo può sembrare a prima vista assurdo, ma la Bismarck è già perfetta di suo e al modellista non rimane che il “semplice” assemblaggio, mentre nella RN Roma la sfida è maggiore, ci si mette in gioco ad ogni particolare con il rischio di fare una figuraccia ma con la consapevolezza di potere realizzare qualcosa di unico e decisamente superiore al kit di partenza.
Ciao
arinf1963- Nuovo Utente
Re: RN ROMA (arinf1963) *** Chiuso ***
arinf1963 ha scritto: la sfida è maggiore, ci si mette in gioco ad ogni particolare con il rischio di fare una figuraccia ma con la consapevolezza di potere realizzare qualcosa di unico e decisamente superiore al kit di partenza.
Ciao
Perfetto, così mi piace, vero spirito modellistico !
Per quanto concerne la mimetizzazione, ti confermo che al momento del varo era ....... grigia, comunque se può esserti utile ...
La Life color ha realizzato un set di colori specifici per la Regia Marina della seconda guerra modniale: sei pezzi contraddistinti dalla sigla "LS-15" (per maggiori informazioni vai qui: http://www.astromodel.it/)
ciao Bruno
unimatrix0- Collaboratore sostenitore
Re: RN ROMA (arinf1963) *** Chiuso ***
Ciao a tutti.
UTILIZZO DELLO STUCCO:
Per segnare la posizione dei colori sul timone di coda è stata realizzata in bassorilievo una croce che se da un lato agevole la pitturazione dall’altro invece rappresenta un errore troppo grossolano per non essere corretto.
---
---
A) Si utilizza uno stucco in tubetto e lo si spalma sulla zona interessata.
B) Per eliminare gli eccessi senza rovinare la plastica utilizzo una carta abrasiva a grana molto sottile con il numero 800, questa è del tipo utilizzato dai carrozzieri e va adoperata con l’acqua.
C) In breve tempo la carta abrasiva toglie l’eccesso di stucco. NB bisogna sempre usare l’acqua.
D) Ecco l’effetto finale, si vede benissimo la croce bianca data dallo stucco che ora è a filo del profilo del timone di coda senza rientranze.
BRUTTE COSE:
Leggendo su altri forum ho avuto la conferma che la fusoliera dell’idrovolante fosse troppo grande rispetto alle ali e precisamente se queste ultime sono in scala con il modello della RN Roma la fusoliera deve essere accorciata di circa 10 mm e la sua circonferenza ridotta di un millimetro.
Si potrebbe realizzare la scocca intagliando un listello di legno e siccome non sarebbe possibile scavarlo riducendo lo spessore delle pareti a meno di mezzo millimetro si dovrebbe in un secondo tempo realizzare un altro stampo e procedere come visto precedentemente, ma io ho scelto un’altra strada, ovverosia quella di accorciare la fusoliera in resina già scavata.
Un altro grossolano errore nel modellino in piombo è rappresentato dalle linee parallele alla fusoliera che sono scavate anziché essere a rilievo, queste sono date dal traliccio interno della fusoliera a contatto con la tela del rivestimento esterno.
In origine ero intenzionato ad incollarvi sopra dei fili di rame ma ora le cose sono cambiate.
Devo ridurre la circonferenza di circa un millimetro ed allora decido di eliminare la resina utilizzando la carta abrasiva ad acqua, così facendo prendo i classici due piccioni con una fava, assottiglio la fusoliera ed elimino i difetti di cui sopra.
---
---
A) Inizio la fase di assottigliamento. Potrei utilizzare una carta a grana maggiore ma correrei il rischio di ritrovarmi con dei graffi che andrebbero successivamente stuccati.
B) Le frecce rosse mostrano i primi risultati.
C) Asporto delicatamente il timone di coda in modo da potere accorciare la poppa della fusoliera di circa mezzo centimetro, l’altro mezzo centimetro andrà tolto prima del motore, ottengo così la lunghezza corretta.
D) Anche il timone di coda deve essere ridotto sia in altezza sia in lunghezza per circa mezzo millimetro, va pure assottigliato e a questo punto si noti lo stucco bianco che prima del trattamento disegnava una croce perfetta mentre ora è appena visibile.
---
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La fusoliera con la coda accorciata di cinque millimetri, ovviamente la parte terminale tagliata deve essere assottigliata fino a raggiungere le giuste proporzioni, si deve poi armonizzare la linea asportando l’eccesso della resina della coda, ma alla fine il risultato ottenuto è soddisfacente.
PS nel lavoro ho perso il sostegno del parabrezza che dovrò ricostruire.
ALLESTIMENTO INTERNO DELLA FUSOLIERA:
Passiamo ora a realizzare gli interni dell’IMAM.
Per prima cosa realizzo i due sedili, uno per il pilota e uno per l’osservatore.
---
---
A) Realizzazione dei poggiatesta utilizzando del profilo plastico a semicerchio da 1,5 mm e del filo di rame a simularne i sostegni.
B) Per realizzare i seggiolini utilizzo due strisce di cartoncino larghe 4,5 mm. Nella parte inferiore per aumentarne lo spessore e simulare gli ammortizzatori utilizzo un secondo pezzetto di cartoncino.
C) Per realizzare lo schienale utilizzo due segmenti cilindrici di plastica dal diametro di 0,5 mm. Una volta asciutta la colla questi verranno troncati all’altezza dello schienale lasciando libero il poggiatesta.
D) Questo primer per metalli è molto denso ed anche asciugando tende a stratificare, ma utilizzo questo difetto a mio vantaggio spalmandolo sullo schienale del sedile all’interno dei cilindretti di plastica in modo che riempia armonicamente lo spazio e renda lo schienale stesso leggermente incavato.
---
---
Ecco i due sedili finiti, passo pure l’interno della fusoliera in modo da evidenziare eventuali difetti che per fortuna non emergono.
Ciao e alla prossima.
UTILIZZO DELLO STUCCO:
Per segnare la posizione dei colori sul timone di coda è stata realizzata in bassorilievo una croce che se da un lato agevole la pitturazione dall’altro invece rappresenta un errore troppo grossolano per non essere corretto.
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A) Si utilizza uno stucco in tubetto e lo si spalma sulla zona interessata.
B) Per eliminare gli eccessi senza rovinare la plastica utilizzo una carta abrasiva a grana molto sottile con il numero 800, questa è del tipo utilizzato dai carrozzieri e va adoperata con l’acqua.
C) In breve tempo la carta abrasiva toglie l’eccesso di stucco. NB bisogna sempre usare l’acqua.
D) Ecco l’effetto finale, si vede benissimo la croce bianca data dallo stucco che ora è a filo del profilo del timone di coda senza rientranze.
BRUTTE COSE:
Leggendo su altri forum ho avuto la conferma che la fusoliera dell’idrovolante fosse troppo grande rispetto alle ali e precisamente se queste ultime sono in scala con il modello della RN Roma la fusoliera deve essere accorciata di circa 10 mm e la sua circonferenza ridotta di un millimetro.
Si potrebbe realizzare la scocca intagliando un listello di legno e siccome non sarebbe possibile scavarlo riducendo lo spessore delle pareti a meno di mezzo millimetro si dovrebbe in un secondo tempo realizzare un altro stampo e procedere come visto precedentemente, ma io ho scelto un’altra strada, ovverosia quella di accorciare la fusoliera in resina già scavata.
Un altro grossolano errore nel modellino in piombo è rappresentato dalle linee parallele alla fusoliera che sono scavate anziché essere a rilievo, queste sono date dal traliccio interno della fusoliera a contatto con la tela del rivestimento esterno.
In origine ero intenzionato ad incollarvi sopra dei fili di rame ma ora le cose sono cambiate.
Devo ridurre la circonferenza di circa un millimetro ed allora decido di eliminare la resina utilizzando la carta abrasiva ad acqua, così facendo prendo i classici due piccioni con una fava, assottiglio la fusoliera ed elimino i difetti di cui sopra.
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A) Inizio la fase di assottigliamento. Potrei utilizzare una carta a grana maggiore ma correrei il rischio di ritrovarmi con dei graffi che andrebbero successivamente stuccati.
B) Le frecce rosse mostrano i primi risultati.
C) Asporto delicatamente il timone di coda in modo da potere accorciare la poppa della fusoliera di circa mezzo centimetro, l’altro mezzo centimetro andrà tolto prima del motore, ottengo così la lunghezza corretta.
D) Anche il timone di coda deve essere ridotto sia in altezza sia in lunghezza per circa mezzo millimetro, va pure assottigliato e a questo punto si noti lo stucco bianco che prima del trattamento disegnava una croce perfetta mentre ora è appena visibile.
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La fusoliera con la coda accorciata di cinque millimetri, ovviamente la parte terminale tagliata deve essere assottigliata fino a raggiungere le giuste proporzioni, si deve poi armonizzare la linea asportando l’eccesso della resina della coda, ma alla fine il risultato ottenuto è soddisfacente.
PS nel lavoro ho perso il sostegno del parabrezza che dovrò ricostruire.
ALLESTIMENTO INTERNO DELLA FUSOLIERA:
Passiamo ora a realizzare gli interni dell’IMAM.
Per prima cosa realizzo i due sedili, uno per il pilota e uno per l’osservatore.
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A) Realizzazione dei poggiatesta utilizzando del profilo plastico a semicerchio da 1,5 mm e del filo di rame a simularne i sostegni.
B) Per realizzare i seggiolini utilizzo due strisce di cartoncino larghe 4,5 mm. Nella parte inferiore per aumentarne lo spessore e simulare gli ammortizzatori utilizzo un secondo pezzetto di cartoncino.
C) Per realizzare lo schienale utilizzo due segmenti cilindrici di plastica dal diametro di 0,5 mm. Una volta asciutta la colla questi verranno troncati all’altezza dello schienale lasciando libero il poggiatesta.
D) Questo primer per metalli è molto denso ed anche asciugando tende a stratificare, ma utilizzo questo difetto a mio vantaggio spalmandolo sullo schienale del sedile all’interno dei cilindretti di plastica in modo che riempia armonicamente lo spazio e renda lo schienale stesso leggermente incavato.
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Ecco i due sedili finiti, passo pure l’interno della fusoliera in modo da evidenziare eventuali difetti che per fortuna non emergono.
Ciao e alla prossima.
arinf1963- Nuovo Utente
Re: RN ROMA (arinf1963) *** Chiuso ***
Ciao a tutti,
Osservando varie foto storiche noto come il colore dell’aereo appaia piuttosto chiaro e quindi tenderei a dipingerlo di grigio azzurro e grigio chiaro come suggerito dalle istruzioni anziché seguire il lavoro di Baldieri che invece ha utilizzato il verde chiaro e scuro.
L’interno dell’abitacolo viene dipinto di un bianco leggermente tendente al grigio.
---
---
A) Per simulare i due cruscotti utilizzo due pezzetti di legno che verranno dipinti di grigio antracite, purtroppo la scala mi impedisce di realizzare i singoli comandi e i singoli strumenti e anche utilizzando un programma di fotoritocco otterrei solo poco più che dei puntini bianchi decisamente antiestetici. In ogni caso questi particolari sono piuttosto nascosti alla luce e di conseguenza alla vista. L’altezza del quadro comandi visibile nel riquadrino è di soli 1,5 mm.
B) I sedili vengono completati con le cinture di sicurezza che sono realizzate con delle strisce di carta larghe 6 o 7 decimi di millimetro preventivamente colorate di marrone.
Vengono dapprima incollate sul dorso dei sedili e quindi incrociate sul davanti avendo cura di non farle aderire ma lasciarle sollevate di un pochino per dare un senso di maggiore profondità all’abitacolo.
PS non è visibile nelle foto ma il posto del pilota è completato con la barra del timone di controllo posta davanti al sedile.
LE ALI
Le ali fornite sono in piombo con incise le singole strutture e i fasci solo su un lato, inoltre i loro bordi sono imperfetti, in ogni caso le loro proporzioni sono in perfetta scala 1:200 come richiesto dal modello.
Come si dice fatto 30 si fa 31 ed ecco che mi accingo alla ricostruzione delle stesse.
---
---
A) incollo due strati di plasticar dallo spessore di 0,25 mm ottenendo 0,5 mm totali.
Riporto il disegno dell’ala sul plasticar, e lo completo anche nelle zone dove si trovano i fasci incisi (vedi freccia Azzurra) e ovviamente lo riporto anche sul lato opposto.
B) Verifico che le linee combaciano con l’originale.
C) Incido con precisione le linee e ritaglio il rettangolo dell’ala, per il momento NON arrotondo le estremità.
NB le frecce rosse indicano alcune delle imprecisioni del bordo dell’ala.
Anche il taglio a “V” è troppo marcato e il generatore di corrente visibile al centro dell’ala deve invece essere spostato sul lato destro.
D) Il bordo è ovviamente squadrato e deve essere assottigliato sul retro e arrotondato sul davanti.
---
---
A) Appoggio l’ala con il bordo a filo di un pezzo di legno e con lo assottiglio utilizzando della carta abrasiva ad acqua (grana 800)
B) Modifico leggermente la curva terminale dell’ala come riportato dal disegno.
C) Nel disegno il bordo è diritto mentre nel modello in piombo è leggermente arcuato.
D) Decido di seguire il disegno tecnico, in fondo anche dalle foto non noto nessuna curvatura del piano alare.
---
---
Una foto panoramica del modellino modificato a confronto con quello fornito dal fascicolo, risulta evidente la differente lunghezza della fusoliera, ora che è stata finita incollando anche la zona del retrostante il motore. I dettagli dell’abitacolo si vedono sufficientemente bene il che non guasta.
Nel riquadrino si vede come l’ala inferiore non sia perfettamente diritta ma presenti un leggero andamento prima a scendere e solo successivamente si riporti parallela. Questo movimento per il momento non è molto marcato ma è in scala con il modello, in ogni caso lo potrò aumentare negli step successivi.
IL MOTORE
---
---
A) Incollo la parte anteriore della fusoliera, questa era stata tagliata per permettermi di scavare l’interno e poterlo allestire con relativa facilità. Incollo pure l’ala inferiore e rifinisco la zona di unione con una striscia di plasticar.
B 1) Lo stampo grezzo.
B 2) Lo stampo forato e scavato a realizzare lo scudo esterno.
B 3) L’originale in piombo.
C) Elimino la parte esterna del pezzo in piombo in modo che mi rimanga solo il motore.
D) Incollo il motore in piombo sulla fusoliera.
Ovviamente verifico che lo scudo esterno in plastica combaci con il motore.
Alla prossima
Ciao a tutti.
Osservando varie foto storiche noto come il colore dell’aereo appaia piuttosto chiaro e quindi tenderei a dipingerlo di grigio azzurro e grigio chiaro come suggerito dalle istruzioni anziché seguire il lavoro di Baldieri che invece ha utilizzato il verde chiaro e scuro.
L’interno dell’abitacolo viene dipinto di un bianco leggermente tendente al grigio.
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A) Per simulare i due cruscotti utilizzo due pezzetti di legno che verranno dipinti di grigio antracite, purtroppo la scala mi impedisce di realizzare i singoli comandi e i singoli strumenti e anche utilizzando un programma di fotoritocco otterrei solo poco più che dei puntini bianchi decisamente antiestetici. In ogni caso questi particolari sono piuttosto nascosti alla luce e di conseguenza alla vista. L’altezza del quadro comandi visibile nel riquadrino è di soli 1,5 mm.
B) I sedili vengono completati con le cinture di sicurezza che sono realizzate con delle strisce di carta larghe 6 o 7 decimi di millimetro preventivamente colorate di marrone.
Vengono dapprima incollate sul dorso dei sedili e quindi incrociate sul davanti avendo cura di non farle aderire ma lasciarle sollevate di un pochino per dare un senso di maggiore profondità all’abitacolo.
PS non è visibile nelle foto ma il posto del pilota è completato con la barra del timone di controllo posta davanti al sedile.
LE ALI
Le ali fornite sono in piombo con incise le singole strutture e i fasci solo su un lato, inoltre i loro bordi sono imperfetti, in ogni caso le loro proporzioni sono in perfetta scala 1:200 come richiesto dal modello.
Come si dice fatto 30 si fa 31 ed ecco che mi accingo alla ricostruzione delle stesse.
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A) incollo due strati di plasticar dallo spessore di 0,25 mm ottenendo 0,5 mm totali.
Riporto il disegno dell’ala sul plasticar, e lo completo anche nelle zone dove si trovano i fasci incisi (vedi freccia Azzurra) e ovviamente lo riporto anche sul lato opposto.
B) Verifico che le linee combaciano con l’originale.
C) Incido con precisione le linee e ritaglio il rettangolo dell’ala, per il momento NON arrotondo le estremità.
NB le frecce rosse indicano alcune delle imprecisioni del bordo dell’ala.
Anche il taglio a “V” è troppo marcato e il generatore di corrente visibile al centro dell’ala deve invece essere spostato sul lato destro.
D) Il bordo è ovviamente squadrato e deve essere assottigliato sul retro e arrotondato sul davanti.
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A) Appoggio l’ala con il bordo a filo di un pezzo di legno e con lo assottiglio utilizzando della carta abrasiva ad acqua (grana 800)
B) Modifico leggermente la curva terminale dell’ala come riportato dal disegno.
C) Nel disegno il bordo è diritto mentre nel modello in piombo è leggermente arcuato.
D) Decido di seguire il disegno tecnico, in fondo anche dalle foto non noto nessuna curvatura del piano alare.
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Una foto panoramica del modellino modificato a confronto con quello fornito dal fascicolo, risulta evidente la differente lunghezza della fusoliera, ora che è stata finita incollando anche la zona del retrostante il motore. I dettagli dell’abitacolo si vedono sufficientemente bene il che non guasta.
Nel riquadrino si vede come l’ala inferiore non sia perfettamente diritta ma presenti un leggero andamento prima a scendere e solo successivamente si riporti parallela. Questo movimento per il momento non è molto marcato ma è in scala con il modello, in ogni caso lo potrò aumentare negli step successivi.
IL MOTORE
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A) Incollo la parte anteriore della fusoliera, questa era stata tagliata per permettermi di scavare l’interno e poterlo allestire con relativa facilità. Incollo pure l’ala inferiore e rifinisco la zona di unione con una striscia di plasticar.
B 1) Lo stampo grezzo.
B 2) Lo stampo forato e scavato a realizzare lo scudo esterno.
B 3) L’originale in piombo.
C) Elimino la parte esterna del pezzo in piombo in modo che mi rimanga solo il motore.
D) Incollo il motore in piombo sulla fusoliera.
Ovviamente verifico che lo scudo esterno in plastica combaci con il motore.
Alla prossima
Ciao a tutti.
arinf1963- Nuovo Utente
Re: RN ROMA (arinf1963) *** Chiuso ***
..Buongiorno....scusa ma perchè hai praticato un foro tipo oblo' all'altezza pilota???dalle foto e disegni li è il posto per il littorio...grazie
...IMAM RO..ciao...allora pare che i velivoli imbarcati fossero di colore grigio scuro..(no verde)..bene Humbrol 125 grigio scuro...il sotto Humbrol 140...corregetemi se sbaglio grazie....
ho unito i due messaggi, non è possibile postare consecutivamente, se cortesemente dai una letta al regolamento, trovi il link sotto la mia firma, graie della collaborazione.
Unimatrix
...IMAM RO..ciao...allora pare che i velivoli imbarcati fossero di colore grigio scuro..(no verde)..bene Humbrol 125 grigio scuro...il sotto Humbrol 140...corregetemi se sbaglio grazie....
ho unito i due messaggi, non è possibile postare consecutivamente, se cortesemente dai una letta al regolamento, trovi il link sotto la mia firma, graie della collaborazione.
Unimatrix
luponero745- Nuovo Utente
Re: RN ROMA (arinf1963) *** Chiuso ***
Ciao a tutti,
un ringraziamento a luponero745 che ha notato che il tondo all’altezza del pilota non è un oblo ma uno stemma, a dire il vero sono stato tratto in inganno dalle istruzioni della Hachette che lo hanno colorato dello stesso azzurro utilizzato per i finestrini.
PIEGHE DELLA TELA DELLE ALI
L’IMAM è un idrovolante e un biplano con le ali e la fusoliera formate da uno scheletro rigido in legno e metallo ricoperti da una tela e di conseguenza queste non appaiono lisce ma segnate a rilievo dai montanti e supporti.
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Per simulare egregiamente questo andamento “ondulatorio” della superficie dell’ala utilizzo del comune filo sintetico in poliestere di colore grigio scuro antracite allo scopo di aiutarmi visivamente nel proseguo del lavoro.
A) Blocco il filo con del nastro adesivo.
B) Arrotolo lo stesso sulle ali lasciando circa 1,3 mm di spazio tra un passaggio e quello successivo che corrispondono all’incirca a 25 centimetri reali, una misura abbastanza vicina alla realtà.
C) Utilizzando la colla visibile nell’immagine ripasso la parte superiore delle ali affinché i fili in poliestere si incollino ed affoghino nel plasticar delle ali.
D) Con una taglierina incido i fili lungo il bordo interno degli alettoni.
Nel riquadrino si vede come questi vengono sollevati lasciando libero lo spazio dell’alettone.
***** VEDI L’IMMAGINE SUCESSIVA
E) Elimino i fili dalla faccia inferiore delle ali e le stucco, anche gli alettoni risultano incisi dei fili e di conseguenza vanno stuccati con cura.
PIEGA DELL’ALA SUPERIORE
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A) Incido la mezzeria con un cutter, piego l’ala formando un angolo di circa 75 gradi e quindi rinforzo la zona incollando un tondino di plasticar da 0,5 mm di diametro.
B) E’ visibile il tondino di rinforza che andrà eliminato successivamente. E’ visibile anche la seconda piegatura dell’ala che la riporta in piano.
C) Le frecce rosse indicano le due zone inerenti alla seconda piegatura, anche in questo caso ho inciso il plasticar con una taglierina e rinforzato la giuntura un tondino fuso con della colla, le eccedenze vanno poi eliminate.
PIEGHE DELLA TELA DELLE ALI SUPERIORI
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Per simulare le pieghe delle ali superiori l’approccio è leggermente diverso, questa zona sarà visibile al pari del resto dell’aereo e merita quindi di essere riprodotta più fedelmente.
A) L’ala grezza pronta ad essere trattata.
B) Anziché avvolgere semplicemente il filo sull’ala opto per realizzare ogni singolo rilievo utilizzando dei singoli spezzoni di fili annodati sul retro (anche qui gli alettoni saranno lasciati liberi) .
C) Le frecce rosse mostrano i nodini.
I fili sulle ali verranno incollati allo stesso modo visto in precedenza.
Queste devono ancora essere terminate e rimando agli step successivi.
GALLEGGIANTE
Anche il grosso galleggiante deve essere dapprima ridotto in lunghezza per 9 mm e in spessore per 0,5 mm affinché rispetti la scala, (ricordo che la fusoliera e il galleggiante sono realizzati in scala 1:160, 1:170 anziché in 1;200 e sono quindi più grandi).
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A) Realizzo una copia in resina e la accorcio per 9 mm verso la poppa che è la zona a cuneo e leggermente più bassa, sposto la mezzeria verso la prua di 4,5 mm intagliando la resina ed asportando dal fondo il materiale in eccesso, riduco la larghezza con la carta vetrata.
B) Aggiungo il “tagliamare” (si dice così?) sull’opera viva del galleggiante utilizzando del plasticar a sezione quadrata dal lato di 0,5 mm e modello con dello stucco.
C) Nella copia in resina sono ovviamente presenti anche i fori per l’assemblaggio alla fusoliera che vanno stuccati in quanto sono ora sfalsati e non più utilizzabili.
D) Viste d’insieme, il piccolo timone è realizzato in lastricar.
ASSEMBLAGGIO GALLEGGIANTE-FUSOLIERA
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A) foro sia la fusoliera, sia il galleggiante con una punta da 0,4 mm, si deve fare attenzione a rispettare le inclinazioni corrette. Utilizzo per questo lavoro del cavo di acciaio armonico dallo spessore di 0,5mm.
Il plasticar pur avendo la stessa sezione mi sembra troppo delicato.
B) Si vede il foro per il passaggio del cavo in acciaio
C) Il galleggiante montato, la freccia azzurra mostra il punto di innesto.
D) Le frecce azzurre mostrano i punti di innesto stuccati (ma ancora da rifinire).
Le frecce rosse evidenziano il supporto orizzontale del finestrino laterale e di due piccoli galleggianti alari, questi sono gli originali presenti nel fascicolo ma sono state eliminate le linee di fusione ed accorciati di un millimetro.
NB L’oblò dell’abitacolo del pilota stuccato grazie all’osservazione di luponero745
Ciao e alla prossima.
un ringraziamento a luponero745 che ha notato che il tondo all’altezza del pilota non è un oblo ma uno stemma, a dire il vero sono stato tratto in inganno dalle istruzioni della Hachette che lo hanno colorato dello stesso azzurro utilizzato per i finestrini.
PIEGHE DELLA TELA DELLE ALI
L’IMAM è un idrovolante e un biplano con le ali e la fusoliera formate da uno scheletro rigido in legno e metallo ricoperti da una tela e di conseguenza queste non appaiono lisce ma segnate a rilievo dai montanti e supporti.
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Per simulare egregiamente questo andamento “ondulatorio” della superficie dell’ala utilizzo del comune filo sintetico in poliestere di colore grigio scuro antracite allo scopo di aiutarmi visivamente nel proseguo del lavoro.
A) Blocco il filo con del nastro adesivo.
B) Arrotolo lo stesso sulle ali lasciando circa 1,3 mm di spazio tra un passaggio e quello successivo che corrispondono all’incirca a 25 centimetri reali, una misura abbastanza vicina alla realtà.
C) Utilizzando la colla visibile nell’immagine ripasso la parte superiore delle ali affinché i fili in poliestere si incollino ed affoghino nel plasticar delle ali.
D) Con una taglierina incido i fili lungo il bordo interno degli alettoni.
Nel riquadrino si vede come questi vengono sollevati lasciando libero lo spazio dell’alettone.
***** VEDI L’IMMAGINE SUCESSIVA
E) Elimino i fili dalla faccia inferiore delle ali e le stucco, anche gli alettoni risultano incisi dei fili e di conseguenza vanno stuccati con cura.
PIEGA DELL’ALA SUPERIORE
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A) Incido la mezzeria con un cutter, piego l’ala formando un angolo di circa 75 gradi e quindi rinforzo la zona incollando un tondino di plasticar da 0,5 mm di diametro.
B) E’ visibile il tondino di rinforza che andrà eliminato successivamente. E’ visibile anche la seconda piegatura dell’ala che la riporta in piano.
C) Le frecce rosse indicano le due zone inerenti alla seconda piegatura, anche in questo caso ho inciso il plasticar con una taglierina e rinforzato la giuntura un tondino fuso con della colla, le eccedenze vanno poi eliminate.
PIEGHE DELLA TELA DELLE ALI SUPERIORI
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Per simulare le pieghe delle ali superiori l’approccio è leggermente diverso, questa zona sarà visibile al pari del resto dell’aereo e merita quindi di essere riprodotta più fedelmente.
A) L’ala grezza pronta ad essere trattata.
B) Anziché avvolgere semplicemente il filo sull’ala opto per realizzare ogni singolo rilievo utilizzando dei singoli spezzoni di fili annodati sul retro (anche qui gli alettoni saranno lasciati liberi) .
C) Le frecce rosse mostrano i nodini.
I fili sulle ali verranno incollati allo stesso modo visto in precedenza.
Queste devono ancora essere terminate e rimando agli step successivi.
GALLEGGIANTE
Anche il grosso galleggiante deve essere dapprima ridotto in lunghezza per 9 mm e in spessore per 0,5 mm affinché rispetti la scala, (ricordo che la fusoliera e il galleggiante sono realizzati in scala 1:160, 1:170 anziché in 1;200 e sono quindi più grandi).
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A) Realizzo una copia in resina e la accorcio per 9 mm verso la poppa che è la zona a cuneo e leggermente più bassa, sposto la mezzeria verso la prua di 4,5 mm intagliando la resina ed asportando dal fondo il materiale in eccesso, riduco la larghezza con la carta vetrata.
B) Aggiungo il “tagliamare” (si dice così?) sull’opera viva del galleggiante utilizzando del plasticar a sezione quadrata dal lato di 0,5 mm e modello con dello stucco.
C) Nella copia in resina sono ovviamente presenti anche i fori per l’assemblaggio alla fusoliera che vanno stuccati in quanto sono ora sfalsati e non più utilizzabili.
D) Viste d’insieme, il piccolo timone è realizzato in lastricar.
ASSEMBLAGGIO GALLEGGIANTE-FUSOLIERA
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A) foro sia la fusoliera, sia il galleggiante con una punta da 0,4 mm, si deve fare attenzione a rispettare le inclinazioni corrette. Utilizzo per questo lavoro del cavo di acciaio armonico dallo spessore di 0,5mm.
Il plasticar pur avendo la stessa sezione mi sembra troppo delicato.
B) Si vede il foro per il passaggio del cavo in acciaio
C) Il galleggiante montato, la freccia azzurra mostra il punto di innesto.
D) Le frecce azzurre mostrano i punti di innesto stuccati (ma ancora da rifinire).
Le frecce rosse evidenziano il supporto orizzontale del finestrino laterale e di due piccoli galleggianti alari, questi sono gli originali presenti nel fascicolo ma sono state eliminate le linee di fusione ed accorciati di un millimetro.
NB L’oblò dell’abitacolo del pilota stuccato grazie all’osservazione di luponero745
Ciao e alla prossima.
arinf1963- Nuovo Utente
Re: RN ROMA (arinf1963) *** Chiuso ***
CONTINUA
ALA SUPERIORE
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A) livello la zona tratteggiata in BLU e incido leggermente la superficie con la punta della taglierina.
La freccia ROSSA mostra il foro sul piano di coda.
B) Incollo l’ala superiore sulla fusoliera, in precedenza ho praticato gli otto fori per i tiranti.
C) L’ala superiore è incollata, in questa fase non è esattamente né orizzontale, né parallela all’ala inferiore ma non è importante. Si noti la fuoriuscita del tirante sul piano di coda.
D) Utilizzando dei tondini di plasticar da 0,5 mm di diametro realizzo i supporti tra la fusoliera e l’ala superiore, qui è visibile una piega che permette un inserimento ad angolo retto nel lato della fusoliera.
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Nel riquadrino è visibile con la feccia ROSSA il tirante di supporto e con quella BLU il foro sulla fusoliera.
Inserisco i quattro montanti e li fisso alla fusoliera con una punta di Attak, il montante attraversa l’ala superiore ma per il momento NON incollo in modo da permettermi un successivo perfetto allineamento.
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Inserisco pure i quattro supporti esterni, due per lato e li incollo solo sull’ala inferiore.
Nei riquadrini in basso:
- Le frecce rosse mostrano i tiranti usciti dall’ala inferiore ed essere tagliati successivamente a filo della stessa.
- Le frecce blu mostrano il momentaneo disallineamento dell’ala superiore.
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Incollo prima i montanti sull’ala inferiore lasciando un certo gioco su quella superiore, ma una volta che la colla si è asciugata e quindi i montanti si sono ben saldati aggiusto ed allineo anche l’ala superiore e procedo all’incollaggio con il relativo montante. Gli spezzoni sporgenti andranno rifilati con l’uso di una lama.
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L’aereo visto dal basso, si notino i tiranti sulla coda e la dinamo ad elica posta sulla destra dell’ala superiore.
Alla prossima.
Ciao
ALA SUPERIORE
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A) livello la zona tratteggiata in BLU e incido leggermente la superficie con la punta della taglierina.
La freccia ROSSA mostra il foro sul piano di coda.
B) Incollo l’ala superiore sulla fusoliera, in precedenza ho praticato gli otto fori per i tiranti.
C) L’ala superiore è incollata, in questa fase non è esattamente né orizzontale, né parallela all’ala inferiore ma non è importante. Si noti la fuoriuscita del tirante sul piano di coda.
D) Utilizzando dei tondini di plasticar da 0,5 mm di diametro realizzo i supporti tra la fusoliera e l’ala superiore, qui è visibile una piega che permette un inserimento ad angolo retto nel lato della fusoliera.
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Nel riquadrino è visibile con la feccia ROSSA il tirante di supporto e con quella BLU il foro sulla fusoliera.
Inserisco i quattro montanti e li fisso alla fusoliera con una punta di Attak, il montante attraversa l’ala superiore ma per il momento NON incollo in modo da permettermi un successivo perfetto allineamento.
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Inserisco pure i quattro supporti esterni, due per lato e li incollo solo sull’ala inferiore.
Nei riquadrini in basso:
- Le frecce rosse mostrano i tiranti usciti dall’ala inferiore ed essere tagliati successivamente a filo della stessa.
- Le frecce blu mostrano il momentaneo disallineamento dell’ala superiore.
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Incollo prima i montanti sull’ala inferiore lasciando un certo gioco su quella superiore, ma una volta che la colla si è asciugata e quindi i montanti si sono ben saldati aggiusto ed allineo anche l’ala superiore e procedo all’incollaggio con il relativo montante. Gli spezzoni sporgenti andranno rifilati con l’uso di una lama.
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L’aereo visto dal basso, si notino i tiranti sulla coda e la dinamo ad elica posta sulla destra dell’ala superiore.
Alla prossima.
Ciao
arinf1963- Nuovo Utente
Re: RN ROMA (arinf1963) *** Chiuso ***
ciao arinf
non sono un esperto, specie del settore, ma complimenti per il lavoro che stai facendo e per la documentazione passo-passo che ne fai. c'è sempre da imparare.
non sono un esperto, specie del settore, ma complimenti per il lavoro che stai facendo e per la documentazione passo-passo che ne fai. c'è sempre da imparare.
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gian paolo
Regolamento Forum: http://www.forumscuoladimodellismo.com/regolamento-f8/regolamento-del-forum-t274.htm
Guida pubblicazione video e immagini: http://www.forumscuoladimodellismo.com/guida-alla-pubblicazione-delle-immagini-f12/
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brggpl- Responsabile glossario sostenitore
Re: RN ROMA (arinf1963) *** Chiuso ***
Ciao Arinf, come sempre un lavoro certosino, ma scusa una domanda, viste le dimensioni, non ti conveniva rifinire se non tutta almeno in parte la fusoliera ? non credo che ora avrai abbastanza spazio di manova...
Uni
Uni
unimatrix0- Collaboratore sostenitore
Re: RN ROMA (arinf1963) *** Chiuso ***
CONTINUA
PIANIFICAZIONE E IMPROVVISAZIONE NELLA REALIZZAZIONE DELL'IDROVOLANTE
Ciao unimatrix0 la fusoliera verrà rifinita un poco alla volta, in ogni caso l’aereo è sufficientemente grande da permettere una certa precisione nei dettagli e allo stesso tempo di lavarci spora senza troppe difficoltà, il mio modo di lavorare si basa per il 50% su una pianificazione accurata e per l’altro 50% su un’improvvisazione creativa.
Nel caso specifico il primo passo consiste nel scegliere di salvaguardarmi le spalle realizzando degli stampi e lavorando su di essi, male che vada non ho rovinato i pezzi originali e posso sempre tornare indietro, inoltre questa scelta mi permette di realizzare un eventuale secondo IMAM da allestire per la RN Roma.
Le fasi della pianificazione originale erano le seguenti:
1- Scavare l’interno della fusoliera.
2- Forare i vetri e realizzare gli oblò in modo da vedere l’interno.
3- Incollare l’ala inferiore in metallo fornita con il fascicolo.
4- Fissare il galleggiante anch’esso fornito con il fascicolo.
5- Sostituire i tiranti utilizzando del cavo di acciaio armonico da 0,5 mm.
6- Montare l’ala superiore e il piano di coda forniti con il fascicolo.
7- Dipingere il modello.
8- Dare profondità al modello con l’uso di punti di luce
9- Ricostruire i vetri.
Questa doveva essere la teoria, ma nella pratica ho dovuto dapprima affrontare il problema del fuori scala della fusoliera e successivamente mi sono ingolosito nel voler realizzare le pieghe della struttura interna formatasi sulla superficie della tela che nonostante le dimensioni ridotte erano comunque visibili.
Le modifiche apportate in corso d’opera e che rientrano nel 50% di improvvisazione creativa sono riferibili a:
1- Realizzare ex novo le due ali in modo da realizzare i disegni interni
2- Trovare un metodo semplice ma realistico per simulare le pieghe della tela.
3- Sostituire i montanti delle ali con del plasticar cilindrico da 0,5 mm.
4- Voler allestire il modellino con tutti i tiranti utilizzando del comune filo di poliestere di colore grigio antracite.
COLORAZIONE DELLA FUSOLIERA
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In alto si vede la fusoliera con i quattro fili incollati a simulare i montanti interni.
Nei riquadrini in basso invece voglio evidenziare un errore veramente grossolano che in un modellino anche di queste dimensioni non dovrebbe essere presente e precisamente il piano di coda è diritto e perfettamente attaccato alla fusoliera e non permette al timone di coda di muoversi verso destra o verso sinistra. Mah!
Per correggerlo utilizzo un colpetto di fresa e in dieci secondi il piano di coda è buono.
Siccome dalle foto sembrerebbe che il secondo IMAM non fosse presente a bordo della corazzata durante l’ultimo viaggio ho deciso di non realizzare una seconda copia.
Utilizzo quindi i piani di coda originali perché sono in metallo ed hanno una consistenza notevole soprattutto se paragonata all’equivalente realizzabile in plasticar da 0,25 mm di spessore, mi limito a forare il perno per il supporto inferiore e a limare le immancabili sbavature.
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Nei due riquadrini in alto (A1 A2) si vede il modellino con la prima mano di colore che serve ad uniformare i vari colori presenti sul modello, il grigio della resina, il bianco dello stucco, il nero dei fili, il lucido del piombo. Utilizzo in questa fase il colore Humbrol matt 140 diluito un pochino. Lo scarpone invece mi serve da sostegno e quindi lo colorerò in un secondo momento.
Nei riquadrini in basso (B1 B2) la seconda mano di vernice è stata appena applicata e risulta leggermente lucida. Si mette così in evidenza tutti quei difetti che altrimenti non sarebbero emersi.
Siamo comunque ancora lontani dal colore definitivo, inoltre gli Humbrol utilizzati hanno bisogno di almeno sei ore per asciugare completamente e quindi il lavoro procede molto più lentamente.
Ciao e alla prossima.
PIANIFICAZIONE E IMPROVVISAZIONE NELLA REALIZZAZIONE DELL'IDROVOLANTE
Ciao unimatrix0 la fusoliera verrà rifinita un poco alla volta, in ogni caso l’aereo è sufficientemente grande da permettere una certa precisione nei dettagli e allo stesso tempo di lavarci spora senza troppe difficoltà, il mio modo di lavorare si basa per il 50% su una pianificazione accurata e per l’altro 50% su un’improvvisazione creativa.
Nel caso specifico il primo passo consiste nel scegliere di salvaguardarmi le spalle realizzando degli stampi e lavorando su di essi, male che vada non ho rovinato i pezzi originali e posso sempre tornare indietro, inoltre questa scelta mi permette di realizzare un eventuale secondo IMAM da allestire per la RN Roma.
Le fasi della pianificazione originale erano le seguenti:
1- Scavare l’interno della fusoliera.
2- Forare i vetri e realizzare gli oblò in modo da vedere l’interno.
3- Incollare l’ala inferiore in metallo fornita con il fascicolo.
4- Fissare il galleggiante anch’esso fornito con il fascicolo.
5- Sostituire i tiranti utilizzando del cavo di acciaio armonico da 0,5 mm.
6- Montare l’ala superiore e il piano di coda forniti con il fascicolo.
7- Dipingere il modello.
8- Dare profondità al modello con l’uso di punti di luce
9- Ricostruire i vetri.
Questa doveva essere la teoria, ma nella pratica ho dovuto dapprima affrontare il problema del fuori scala della fusoliera e successivamente mi sono ingolosito nel voler realizzare le pieghe della struttura interna formatasi sulla superficie della tela che nonostante le dimensioni ridotte erano comunque visibili.
Le modifiche apportate in corso d’opera e che rientrano nel 50% di improvvisazione creativa sono riferibili a:
1- Realizzare ex novo le due ali in modo da realizzare i disegni interni
2- Trovare un metodo semplice ma realistico per simulare le pieghe della tela.
3- Sostituire i montanti delle ali con del plasticar cilindrico da 0,5 mm.
4- Voler allestire il modellino con tutti i tiranti utilizzando del comune filo di poliestere di colore grigio antracite.
COLORAZIONE DELLA FUSOLIERA
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In alto si vede la fusoliera con i quattro fili incollati a simulare i montanti interni.
Nei riquadrini in basso invece voglio evidenziare un errore veramente grossolano che in un modellino anche di queste dimensioni non dovrebbe essere presente e precisamente il piano di coda è diritto e perfettamente attaccato alla fusoliera e non permette al timone di coda di muoversi verso destra o verso sinistra. Mah!
Per correggerlo utilizzo un colpetto di fresa e in dieci secondi il piano di coda è buono.
Siccome dalle foto sembrerebbe che il secondo IMAM non fosse presente a bordo della corazzata durante l’ultimo viaggio ho deciso di non realizzare una seconda copia.
Utilizzo quindi i piani di coda originali perché sono in metallo ed hanno una consistenza notevole soprattutto se paragonata all’equivalente realizzabile in plasticar da 0,25 mm di spessore, mi limito a forare il perno per il supporto inferiore e a limare le immancabili sbavature.
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Nei due riquadrini in alto (A1 A2) si vede il modellino con la prima mano di colore che serve ad uniformare i vari colori presenti sul modello, il grigio della resina, il bianco dello stucco, il nero dei fili, il lucido del piombo. Utilizzo in questa fase il colore Humbrol matt 140 diluito un pochino. Lo scarpone invece mi serve da sostegno e quindi lo colorerò in un secondo momento.
Nei riquadrini in basso (B1 B2) la seconda mano di vernice è stata appena applicata e risulta leggermente lucida. Si mette così in evidenza tutti quei difetti che altrimenti non sarebbero emersi.
Siamo comunque ancora lontani dal colore definitivo, inoltre gli Humbrol utilizzati hanno bisogno di almeno sei ore per asciugare completamente e quindi il lavoro procede molto più lentamente.
Ciao e alla prossima.
arinf1963- Nuovo Utente
Re: RN ROMA (arinf1963) *** Chiuso ***
Ciao a tutti.
Per prima cosa faccio anch'io i complimenti ad arinf1963 per tutto ciò che ci propone nella costruzione di questo magnifico modello.
Vorrei poi porre una domanda: vi siete accorti anche voi, a causa della spedizione dei fascicoli credo, che alcune ordinate o altri elementi in legno siano storti e quindi non perfettamente piani? Pensate che sia necessario riprodurli su una tavola di compensato nuova oppure è possibile raddrizzarli opportunamente senza che poi il montaggio ne risenta e si manifestino spiacevoli torsioni e/o disallineamenti dello scafo?
Alex
Per prima cosa faccio anch'io i complimenti ad arinf1963 per tutto ciò che ci propone nella costruzione di questo magnifico modello.
Vorrei poi porre una domanda: vi siete accorti anche voi, a causa della spedizione dei fascicoli credo, che alcune ordinate o altri elementi in legno siano storti e quindi non perfettamente piani? Pensate che sia necessario riprodurli su una tavola di compensato nuova oppure è possibile raddrizzarli opportunamente senza che poi il montaggio ne risenta e si manifestino spiacevoli torsioni e/o disallineamenti dello scafo?
Alex
Alex100- Nuovo Utente
Re: RN ROMA (arinf1963) *** Chiuso ***
Ciao Alex, secondo me la prima che hai menzionato, io faccio subito una scansione 1:1 delle parti di scafo, hai visto mai.
Se ti trobi poi delle ordinate " ... imbarcate " un consiglio è di rifarle nuove, altrimenti corri il rischio di portarti dietro l'errore e di ingigantirlo, fidati 0,5 mm non sembrano niente ora, ma alla fine eccome se te ne accorgi.
Uni
Se ti trobi poi delle ordinate " ... imbarcate " un consiglio è di rifarle nuove, altrimenti corri il rischio di portarti dietro l'errore e di ingigantirlo, fidati 0,5 mm non sembrano niente ora, ma alla fine eccome se te ne accorgi.
Uni
unimatrix0- Collaboratore sostenitore
Re: RN ROMA (arinf1963) *** Chiuso ***
Grazie Uni per la risposta, la tua mi sembra una buona idea e credo proprio che la seguirò anch'io. Comunque come detto anche da altri per il momento mi limito a raccogliere i pezzi con l'intenzione di non montare nulla fino a che tutti gli elementi dello scafo non saranno stati forniti. Certo che ho notato che finora gli elementi non complanari sono abbastanza numerosi percui il lavoro di rifacimento non sarà di poco conto! Alla prossima...
Alex
Alex
Alex100- Nuovo Utente
Re: RN ROMA (arinf1963) *** Chiuso ***
sto anche io facendo il modello della hascette mi e capitato anche a me di trovare elementi imbarcati,ma il problema a me e sorto nel momento in cui ho estratto gli elementi dalla confezione e non li ho utilizzati subito.
questa cosa mi e capitata solo in quella occasione
difatti da quella volta apro le confezioni solo quando decido di montarle.
questa cosa mi e capitata solo in quella occasione
difatti da quella volta apro le confezioni solo quando decido di montarle.
dogtag- Nuovo Utente
Re: RN ROMA (arinf1963) *** Chiuso ***
Ciao a tutti,
PEZZI SVERGOLATI
noto con una certa costanza che sia in questo modello quanto in altri anche di altri editori alcune componenti della chiglia siano svergolate, e questo è normale quando il compensato utilizzato per la realizzazione non è di primissima qualità, l’ideale sarebbe utilizzare del compensato marino molto stabile ma altrettanto costoso e quindi scartato a priori dalle ditte, andrebbe bene anche il compensato di betulla ed è pure facile trovarlo nei negozi specializzati.
Non crediate che sia poi così facile ricostruire fedelmente le ordinate soprattutto se vuote all’interno, risultano fragili e il rischio di spezzarle è comunque elevato, le si deve tagliare più grandi di almeno 1 mm per consentire una corretta successiva fase di rifinitura con la carta vetrata. Chi possiede un seghetto elettrico è sicuramente avvantaggiato altrimenti … olio di gomito.
La svergolatura delle ordinate di solito forma una curva del tipo a “schiena d’asino” quindi su un solo asse, e di solito non interessa tutta l’ordinata ma solo una parte, in pratica il pezzo è quasi diritto tranne che in un angolo, e quindi si può tentare di radazzarle in tutto o almeno in buona parte.
Come:…
I metodi estrapolati dal forum della DEA riguardano dei galeoni con la struttura della chiglia realizzata in un legno tipo “balsa” molto leggero e malleabile dove è sufficiente bagnare il pezzo e pressarlo sotto un grosso libro per riuscire nell’intento di risolvere il difetto.
L’Hachette per fortuna utilizza un composto migliore formato da cinque strati di legno il che impone un approccio più deciso e precisamente bisogna incollare con la vinavil un foglio di carta sul lato da raddrizzare ed aspettate un giorno affinché la colla si asciughi, la tensione superficiale della carta tira il legno e lo raddrizza.
NB si deve incollare la carta SOLO E SOLTANTO sulla zona imberlata e non sulle superfici che già si presentassero diritte altrimenti verrebbero curvate rovinando definitivamente il pezzo.
Male che vada si ricostruisce ex novo il pezzo difettoso.
UN MILLIMETORO IN PIU’, UN MILLIMETORO IN MENO.
Quanto pesa una imberlatura dello scafo di un solo millimetro, in pratica la forma dello scafo non sarebbe simmetrica ma assumerebbe una forma a “banana” con un solo millimetro di scostamento.
Sulla struttura nuda con le ordinate a vista non si vedrebbe assolutamente.
Una volta rivestito lo scafo con il fasciame sarebbe misurabile solo con il compasso.
Una volta posizionate le sovrastrutture si noterebbe immediatamente che queste non sono allineate alla mezzeria ma sarebbero spostate verso destra o verso sinistra dove in alcuni punti queste toccano il bordo esterno dello scafo mentre dalla parte opposta invece è presente uno spazio.
Per effetto dell’amplificazione degli errori un millimetro sullo scheletro diventano due sullo scafo e quattro sul ponte, quindi prestate molta attenzione nelle primissime fasi di costruzione.
IL MOTORE
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Per completare il motore dell’idrovolante devo simulare la complessa struttura dei tubi di alimentazione e di scarico posti sulla corona sul lato esterno ai pistoni.
Rovistando nella scatola dei pezzi avanzati trovo una decorazione per galeoni dal diametro di pochi millimetri, questa è relativamente facile da reperire nei negozi specializzati ed è prodotta in varie misure.
La inserisco nel manico di un pennello in modo da bloccarla ed utilizzando un disco abrasivo sul mio mini trapano ne riduco il diametro fino ad arrivare alla grandezza necessaria.
L’interno del motore è stato trattato con una punta di nero molto diluito che è penetrato negli interstizi evidenziando i raggi dei pistoni, successivamente ho incollato la corona in ottone lasciandolo per il momento allo stato naturale, il tutto è stato ricoperto con lo scudo rotondo (fig. C), per ultimo ho incollato sotto la fusoliera i due tubi di scarico realizzati utilizzando del plasticar da 0,5 mm dipinti in marrone e striati con del grigio scuro. (fig. D).
La freccia rossa mostra il piccolo motore della dinamo ad elica dell’impianto eclettico.
IL POSTO DEL NAVIGATORE
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L’apertura dell’abitacolo del navigatore è troppo grande ed arriva quasi sulla coda, la devo quindi ridurre.
Per prima cosa utilizzo del plasticar a sezione quadrata curvato a ferro di cavallo ed inserito nel foro esistente, la parte eccedente verso il timone di coda viene riempito con dello stucco.
La freccia rossa indica la striscia di plasticar che verrà dipinta di alluminio scuro in quanto costituisce il binario dove scorre la mitragliatrice, le due frecce blu mostrano la porzione della fusoliera che è stata chiusa.
VERNICIATURA
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Per colorare il modellino utilizzo due colori Humbrol il 64 per le superfici inferiori e il 140 per quelle superiori, il 125 è satinato e per poter essere utilizzato andrebbe prima di tutto opacizzato mescolandolo con del talco.
Queste tonalità sono leggermente più chiare delle originali ma non di molto, inoltre se necessario posso invecchiare leggermente l’Imam.
Per la striscia bianca uso la classica mascheratura.
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Per realizzare la croce bianca sul timone di coda si parte con la realizzazione di una striscia di nastro della larghezza necessaria posizionata a dovere. Il piano di coda è stato preventivamente dipinto in bianco.
Ciao
PEZZI SVERGOLATI
noto con una certa costanza che sia in questo modello quanto in altri anche di altri editori alcune componenti della chiglia siano svergolate, e questo è normale quando il compensato utilizzato per la realizzazione non è di primissima qualità, l’ideale sarebbe utilizzare del compensato marino molto stabile ma altrettanto costoso e quindi scartato a priori dalle ditte, andrebbe bene anche il compensato di betulla ed è pure facile trovarlo nei negozi specializzati.
Non crediate che sia poi così facile ricostruire fedelmente le ordinate soprattutto se vuote all’interno, risultano fragili e il rischio di spezzarle è comunque elevato, le si deve tagliare più grandi di almeno 1 mm per consentire una corretta successiva fase di rifinitura con la carta vetrata. Chi possiede un seghetto elettrico è sicuramente avvantaggiato altrimenti … olio di gomito.
La svergolatura delle ordinate di solito forma una curva del tipo a “schiena d’asino” quindi su un solo asse, e di solito non interessa tutta l’ordinata ma solo una parte, in pratica il pezzo è quasi diritto tranne che in un angolo, e quindi si può tentare di radazzarle in tutto o almeno in buona parte.
Come:…
I metodi estrapolati dal forum della DEA riguardano dei galeoni con la struttura della chiglia realizzata in un legno tipo “balsa” molto leggero e malleabile dove è sufficiente bagnare il pezzo e pressarlo sotto un grosso libro per riuscire nell’intento di risolvere il difetto.
L’Hachette per fortuna utilizza un composto migliore formato da cinque strati di legno il che impone un approccio più deciso e precisamente bisogna incollare con la vinavil un foglio di carta sul lato da raddrizzare ed aspettate un giorno affinché la colla si asciughi, la tensione superficiale della carta tira il legno e lo raddrizza.
NB si deve incollare la carta SOLO E SOLTANTO sulla zona imberlata e non sulle superfici che già si presentassero diritte altrimenti verrebbero curvate rovinando definitivamente il pezzo.
Male che vada si ricostruisce ex novo il pezzo difettoso.
UN MILLIMETORO IN PIU’, UN MILLIMETORO IN MENO.
Quanto pesa una imberlatura dello scafo di un solo millimetro, in pratica la forma dello scafo non sarebbe simmetrica ma assumerebbe una forma a “banana” con un solo millimetro di scostamento.
Sulla struttura nuda con le ordinate a vista non si vedrebbe assolutamente.
Una volta rivestito lo scafo con il fasciame sarebbe misurabile solo con il compasso.
Una volta posizionate le sovrastrutture si noterebbe immediatamente che queste non sono allineate alla mezzeria ma sarebbero spostate verso destra o verso sinistra dove in alcuni punti queste toccano il bordo esterno dello scafo mentre dalla parte opposta invece è presente uno spazio.
Per effetto dell’amplificazione degli errori un millimetro sullo scheletro diventano due sullo scafo e quattro sul ponte, quindi prestate molta attenzione nelle primissime fasi di costruzione.
IL MOTORE
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Per completare il motore dell’idrovolante devo simulare la complessa struttura dei tubi di alimentazione e di scarico posti sulla corona sul lato esterno ai pistoni.
Rovistando nella scatola dei pezzi avanzati trovo una decorazione per galeoni dal diametro di pochi millimetri, questa è relativamente facile da reperire nei negozi specializzati ed è prodotta in varie misure.
La inserisco nel manico di un pennello in modo da bloccarla ed utilizzando un disco abrasivo sul mio mini trapano ne riduco il diametro fino ad arrivare alla grandezza necessaria.
L’interno del motore è stato trattato con una punta di nero molto diluito che è penetrato negli interstizi evidenziando i raggi dei pistoni, successivamente ho incollato la corona in ottone lasciandolo per il momento allo stato naturale, il tutto è stato ricoperto con lo scudo rotondo (fig. C), per ultimo ho incollato sotto la fusoliera i due tubi di scarico realizzati utilizzando del plasticar da 0,5 mm dipinti in marrone e striati con del grigio scuro. (fig. D).
La freccia rossa mostra il piccolo motore della dinamo ad elica dell’impianto eclettico.
IL POSTO DEL NAVIGATORE
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L’apertura dell’abitacolo del navigatore è troppo grande ed arriva quasi sulla coda, la devo quindi ridurre.
Per prima cosa utilizzo del plasticar a sezione quadrata curvato a ferro di cavallo ed inserito nel foro esistente, la parte eccedente verso il timone di coda viene riempito con dello stucco.
La freccia rossa indica la striscia di plasticar che verrà dipinta di alluminio scuro in quanto costituisce il binario dove scorre la mitragliatrice, le due frecce blu mostrano la porzione della fusoliera che è stata chiusa.
VERNICIATURA
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Per colorare il modellino utilizzo due colori Humbrol il 64 per le superfici inferiori e il 140 per quelle superiori, il 125 è satinato e per poter essere utilizzato andrebbe prima di tutto opacizzato mescolandolo con del talco.
Queste tonalità sono leggermente più chiare delle originali ma non di molto, inoltre se necessario posso invecchiare leggermente l’Imam.
Per la striscia bianca uso la classica mascheratura.
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Per realizzare la croce bianca sul timone di coda si parte con la realizzazione di una striscia di nastro della larghezza necessaria posizionata a dovere. Il piano di coda è stato preventivamente dipinto in bianco.
Ciao
arinf1963- Nuovo Utente
Re: RN ROMA (arinf1963) *** Chiuso ***
Condivido la risposta di arinf riguardo le modalità di esecuzione del rifacimento dei pezzi svergolati. Relativamente alla duplicazione delle ordinate vuote all'interno, in un altra occasione a me è capitato di rifarne alcune, per un modello statico, lasciandole "piene" cioè non tagliandole all'interno per evitare appunto le problematiche descritte. Il modello era appunto statico per cui non necessitava di aperture di passaggio per gli alberi dei motori o di altri leveraggi, di batterie, servi e quant'altro. Anche la modifica della posizione del baricentro del modello ed il leggero aumento di peso risultante al termine dei lavori non è stato importante. Magari in un modello dinamico la cosa sarebbe diversa...
Alex
Alex
Alex100- Nuovo Utente
Re: RN ROMA (arinf1963) *** Chiuso ***
Ciao,
TIRANTI DELLE ALI
I tiranti si incrociano a “X” nella zona di contatto tra i montanti e la superficie delle ali.
Vista la scala molto piccola utilizzo del filo da cucito che già di suo ha un colore grigio scuro.
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A) Con un unico filo eseguo tre tiranti per ala.
B) Il rocchetto di filo
C) Annodo il filo al montante
D) Annodo il filo al montante successivo.
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A) Freccia ROSSA: il nodo del filo
A) Freccia BLU: una goccia di colla Attak in gel alla base del montante
B) Tiro in basso il filo fino alla base cosparsa di colla
C) il nodo va posto a circa metà montante cosi mentre lo porto verso l’ala il filo si tende automaticamente senza produrre troppa tensione.
D) L’ultimo nodo.
TIRANTI DELLA CODA
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A) Pratico dei fori per inserire i tiranti
B1) Infilo un capo del filo in un foro del timone di coda
B2) Infilo nel foro della coda, NB osservate il filo di rame utilizzato per agevolare il passaggio.
B3) L’altra estremità del filo che in questo momento è libera
C) passo il filo nel secondo foro del timone di coda
D) Infilo tutti e due i capi nel foro.
Ora basta tenderli dalla parte inferiore , incollare e successivamente eliminare gli eccessi di filo.
TETTUCCIO
Per realizzare il traliccio del tettuccio utilizzo del plasticar da 0,5 mm di diametro.
Le immagini successive sono molto eloquenti e i commenti sarebbero inutili.
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CONTINUA
TIRANTI DELLE ALI
I tiranti si incrociano a “X” nella zona di contatto tra i montanti e la superficie delle ali.
Vista la scala molto piccola utilizzo del filo da cucito che già di suo ha un colore grigio scuro.
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A) Con un unico filo eseguo tre tiranti per ala.
B) Il rocchetto di filo
C) Annodo il filo al montante
D) Annodo il filo al montante successivo.
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A) Freccia ROSSA: il nodo del filo
A) Freccia BLU: una goccia di colla Attak in gel alla base del montante
B) Tiro in basso il filo fino alla base cosparsa di colla
C) il nodo va posto a circa metà montante cosi mentre lo porto verso l’ala il filo si tende automaticamente senza produrre troppa tensione.
D) L’ultimo nodo.
TIRANTI DELLA CODA
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A) Pratico dei fori per inserire i tiranti
B1) Infilo un capo del filo in un foro del timone di coda
B2) Infilo nel foro della coda, NB osservate il filo di rame utilizzato per agevolare il passaggio.
B3) L’altra estremità del filo che in questo momento è libera
C) passo il filo nel secondo foro del timone di coda
D) Infilo tutti e due i capi nel foro.
Ora basta tenderli dalla parte inferiore , incollare e successivamente eliminare gli eccessi di filo.
TETTUCCIO
Per realizzare il traliccio del tettuccio utilizzo del plasticar da 0,5 mm di diametro.
Le immagini successive sono molto eloquenti e i commenti sarebbero inutili.
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CONTINUA
arinf1963- Nuovo Utente
Re: RN ROMA (arinf1963) *** Chiuso ***
Buongiorno...scusa un mio modesto parere......la tiranteria la lascerei perdere...in quanto di solito i tiranti aereonautici sono cavetti d'acciaio di spessore sottilissimo...per tanto in scala 1:200 praticamente invisibili....difatti è consigliato mettere la tiranteria dalla 1:72 in su....
...ciao
...ciao
luponero745- Nuovo Utente
Re: RN ROMA (arinf1963) *** Chiuso ***
luponero745 ha scritto:Buongiorno...scusa un mio modesto parere......la tiranteria la lascerei perdere...in quanto di solito i tiranti aereonautici sono cavetti d'acciaio di spessore sottilissimo...per tanto in scala 1:200 praticamente invisibili....difatti è consigliato mettere la tiranteria dalla 1:72 in su....
...ciao
Ciao luponero745 e grazie per il contributo,
se consideriamo il diametro assoluto dei tiranti in acciaio dei biplani e li riportassimo in scala 1:200 hai ragione tu e in effetti se questi avessero un diametro reale di 3 o 5 mm riportati in scala risulterebbero essere appena 0,015 o 0,025 mm.
Il filato da me utilizzato è il più sottile che abbia potuto reperire nelle mercerie più fornite, ad occhio nudo appare assai fine ma non dispongo di un strumento in grado di misurare un diametro tanto sottile. In ogni caso non è più spesso di 0,10 mm (un decimo di millimetro equivalenti a 2 cm reali).
Non voglio assolutamente essere polemico ma a mio avviso la questione è un’altra, è più bello e simile all’originale un biplano con la tiranteria fuori scala oppure uno che invece ne è sprovvisto?
Nelle foto questi particolari vengono molto enfatizzati, ed il flash poi porta a nudo ogni singolo difetto che altrimenti non si noterebbe affatto.
Qui di seguito posto due immagini scattate senza utilizzare il flash della macchina fotografica, come tutti ci metto vicino la classica moneta da un Euro in maniera da rappresentare visivamente le dimensioni effettive.
Mancano ancora da ricostruire i vetri tramite l’Humbrol Clearfix, i test eseguiti sono soddisfacenti, ma devo aspettare di applicare prima le decalcomanie.
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Ciao
arinf1963- Nuovo Utente
Re: RN ROMA (arinf1963) *** Chiuso ***
Bel lavoro arinf, come sempre. A proposito dei tiranti dell'idrovoiante avevo pensato di utilizzare il filo di rame ottenuto da un cavo elettrico da 1,5 mmq oppure 2,5 mmq. Essi sono appunto costituiti da una treccia di fili di rame sottili e quindi pensavo di spellare un tratto dl cavo della sua guaina protettiva di materiale isolante e poi sciogliere la treccia di fili di rame ottenendo dei sottili fili secondo me perfetti per realizzare appunto i tiranti dell'IMAM 43.
Alex
Alex
Alex100- Nuovo Utente
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