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Riciclaggio (Virgiliomodellista) ***Chiuso***
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Forum Scuola di Modellismo :: Modellismo Statico :: Navimodellismo :: Navi & Velieri :: In cantiere :: Cantieri terminati
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Riciclaggio (Virgiliomodellista) ***Chiuso***
Signori vorrei porvi un quesito
Jack con la Lancia, con lo Yacht, Lello con lo sciabecco, io con la Vespucci eccetera.
Dissi in una altra discussione che mi stavate facendo prudere le mani, io quel sintomo lo conosco bene ..... devo fare.
Si Modi, è la speronara quella che ho in testa e la colpa è di Mario (vip44).
Ora mi chiedo se la faccio con "TUTTO" materiale di recupero (o riciclo)?
Che possibilità ho per arrivare fino alla fine ?
Mi prenderanno in giro (Visti quei capolavori che si vedono)?
Comprare una scatola e montarla ? .....
Uni, mettici anche la tua!
.... poi male che vada la butto di sotto ed il portiere il giorn dopo riderà .... pazienza.
Jack con la Lancia, con lo Yacht, Lello con lo sciabecco, io con la Vespucci eccetera.
Dissi in una altra discussione che mi stavate facendo prudere le mani, io quel sintomo lo conosco bene ..... devo fare.
Si Modi, è la speronara quella che ho in testa e la colpa è di Mario (vip44).
Ora mi chiedo se la faccio con "TUTTO" materiale di recupero (o riciclo)?
Che possibilità ho per arrivare fino alla fine ?
Mi prenderanno in giro (Visti quei capolavori che si vedono)?
Comprare una scatola e montarla ? .....
Uni, mettici anche la tua!
.... poi male che vada la butto di sotto ed il portiere il giorn dopo riderà .... pazienza.
Virgiliomodellista- Forumnauta
Re: Riciclaggio (Virgiliomodellista) ***Chiuso***
Virgilio,
io personalmente la farei da disegni (se li hai!!)
In questo modo utilizzi veramente i materiali che ti crescono in laboratorio!
Ieri l'altro quando sono andato a comprare dei listelli (io non me li faccio da solo, sono pigro) ho visto che il negoziante, da cui mi servo dal lontano 1966, impegnato nel retro negozio a costruire un modellino, sono andato a vedere e stava costruendo.................... la Speronara!!!!
Come modello è piccolino, con le murate in compensato, molto colorata e direi belloccia!!!
Vai Virgilio, buttati!!!
Ciao, Modì.-
io personalmente la farei da disegni (se li hai!!)
In questo modo utilizzi veramente i materiali che ti crescono in laboratorio!
Ieri l'altro quando sono andato a comprare dei listelli (io non me li faccio da solo, sono pigro) ho visto che il negoziante, da cui mi servo dal lontano 1966, impegnato nel retro negozio a costruire un modellino, sono andato a vedere e stava costruendo.................... la Speronara!!!!
Come modello è piccolino, con le murate in compensato, molto colorata e direi belloccia!!!
Vai Virgilio, buttati!!!
Ciao, Modì.-
Ultima modifica di modifica il Mar 24 Feb 2009 - 8:31 - modificato 1 volta.
Modifica- Forumnauta
Re: Riciclaggio (Virgiliomodellista) ***Chiuso***
Beh! ...... tanto piccola non è (35cm circa)
Mah, speriamo bene.
Allora inizio
Il mio intento è quello di dimostrare come con pochissimi soldi si possono ottenere risultati eccellenti nel campo del modellismo.
Per questo motivo vedrò di creare un modellino di barca utilizzando al massimo tutto quello che è possibile trovare in giro, cioè tutto ciò che è possibile riciclare.
Le barche, in generale, son di legno, e non dovendo navigare qualsiasi legno è buono, basta farlo rinascere.
Inizio col recuperare nei vari mercati di ortofrutta quelle cassette che danneggiate vengono gettate via, le schiodo e ne faccio una catasta che, bagnate e messe sotto pressa riacquistano la loro forma “DRITTA e spianata”, basta avere un poco di pazienza per dar loro modo di asciugare.
Si presentano così:
Poi Passo al Compensato, io ho trovato una porta rotta e mi sono impadronito del suo volgarissimo compensato di pioppo, che anche se verniciato, ripulito fa il suo dovere.
Sorvolando sulla fattura delle ordinate e della chiglia, fatte sempre con lo stesso compensato di 4/5mm,è il momento di creare lo scafo:
Il riempimento fra una ordinata e l’altra, è utilissimo in fase di carteggio, premesso il fatto della piombatura e dello squadro delle ordinate stesse, raramente uso dei longheroni per tener ferme le ordinate in quanto con questo sistema non ce né bisogno.
Sapendo la distanza fra le ordinate, taglio tante strisce di tavolette della grandezza adeguata, mettendole con la venatura orizzontale danno allo scafo:
- una robustezza eccellente
- la possibilità di correggere errori di taglio delle ordinate (Dove manca e dove ce né in più)
- la possibilità di vedere lo scafo finito prima ancora di rivestirlo col fasciame.
Allo scopo, dopo aver tagliato queste striscette, si montano come detto in precedenza con la venatura in orizzontale non badando affatto se escono fuori dalla forma delle ordinate in quanto con il carteggio va tutto a sparire, e se le ordinate sono precise (cosa che succede solo se tagliate al con macchinari di precisione, tagliate a mano non succede mai), il carteggio porta a vista la costa dell’ordinata in modo preciso su tutto lo scafo.
In queste due immagini si vede come il carteggio abbia risolto problemi di curvatura e di allineamento.
La lavorazione fino a questo punto non ha avuto necessità dell’aiuto di uno scaletto, il modellino è stato lavorato in maniera libera.
In questo particolare si vede il rialzo della poppa dal livello primo ponte, questo rialzo è stato eseguito sempre in compensato di 4/5mm.
Questo è il risultato a carteggio ultimato. Resta sempre la possibilità qualora ce ne fosse bisogno, di ritocchi qua e la, ma in linea di massima lo scafo è questo.
Come si può vedere, non è visibile la chiglia in quanto sarà collegata in seguito al modello.
Che ne pensate ? .... bruttina anzi che no vero ??
Mah, speriamo bene.
Allora inizio
Il mio intento è quello di dimostrare come con pochissimi soldi si possono ottenere risultati eccellenti nel campo del modellismo.
Per questo motivo vedrò di creare un modellino di barca utilizzando al massimo tutto quello che è possibile trovare in giro, cioè tutto ciò che è possibile riciclare.
Le barche, in generale, son di legno, e non dovendo navigare qualsiasi legno è buono, basta farlo rinascere.
Inizio col recuperare nei vari mercati di ortofrutta quelle cassette che danneggiate vengono gettate via, le schiodo e ne faccio una catasta che, bagnate e messe sotto pressa riacquistano la loro forma “DRITTA e spianata”, basta avere un poco di pazienza per dar loro modo di asciugare.
Si presentano così:
Poi Passo al Compensato, io ho trovato una porta rotta e mi sono impadronito del suo volgarissimo compensato di pioppo, che anche se verniciato, ripulito fa il suo dovere.
Sorvolando sulla fattura delle ordinate e della chiglia, fatte sempre con lo stesso compensato di 4/5mm,è il momento di creare lo scafo:
Il riempimento fra una ordinata e l’altra, è utilissimo in fase di carteggio, premesso il fatto della piombatura e dello squadro delle ordinate stesse, raramente uso dei longheroni per tener ferme le ordinate in quanto con questo sistema non ce né bisogno.
Sapendo la distanza fra le ordinate, taglio tante strisce di tavolette della grandezza adeguata, mettendole con la venatura orizzontale danno allo scafo:
- una robustezza eccellente
- la possibilità di correggere errori di taglio delle ordinate (Dove manca e dove ce né in più)
- la possibilità di vedere lo scafo finito prima ancora di rivestirlo col fasciame.
Allo scopo, dopo aver tagliato queste striscette, si montano come detto in precedenza con la venatura in orizzontale non badando affatto se escono fuori dalla forma delle ordinate in quanto con il carteggio va tutto a sparire, e se le ordinate sono precise (cosa che succede solo se tagliate al con macchinari di precisione, tagliate a mano non succede mai), il carteggio porta a vista la costa dell’ordinata in modo preciso su tutto lo scafo.
In queste due immagini si vede come il carteggio abbia risolto problemi di curvatura e di allineamento.
La lavorazione fino a questo punto non ha avuto necessità dell’aiuto di uno scaletto, il modellino è stato lavorato in maniera libera.
In questo particolare si vede il rialzo della poppa dal livello primo ponte, questo rialzo è stato eseguito sempre in compensato di 4/5mm.
Questo è il risultato a carteggio ultimato. Resta sempre la possibilità qualora ce ne fosse bisogno, di ritocchi qua e la, ma in linea di massima lo scafo è questo.
Come si può vedere, non è visibile la chiglia in quanto sarà collegata in seguito al modello.
Che ne pensate ? .... bruttina anzi che no vero ??
Virgiliomodellista- Forumnauta
Re: Riciclaggio (Virgiliomodellista) ***Chiuso***
2° Parte
Come detto in precedenza, per evitare tutta la tiritera ormai nota a tutti sull’assemblaggio delle ordinate sulla chiglia, lo squadro e la piombatura delle stesse, vi mostro come si presenta lo scafo in fase di prima rifinitura, si vede il rialzo di poppa, il ponte con le varie allocazioni delle stive.
Come mostra la foto “e tutto materiale di riciclo” che ha cambiato aspetto e si mostra sotto una veste tutta nuova.
Ora dovrò passare alle murate e alla prua, sperando di prendere il lavoro per il verso giusto e non da cappellaio matto.
Da questa base devo ricavare le fiancate, riportarle su compensato da 4/5mm, e ricavarne una murata di 2/2,5cm di altezza per 1,8/2mm di spessore per una lunghezza di 35cm circa.
Fino a questo momento problemi di grossa entità non ce ne sono, l’unica preoccupazione è intestardirmi a fare le murate in compensato, e non tanto nel tagliarle e lavorarle, ma come ricavarle.
Sarebbe facile tagliarle della misura richiesta, ma avrebbe uno spessore eccessivo.
Altro sistema potrebbe essere quello di sovrapporre 4/5 strati di compensato e tagliarli tutti insieme, ma per far questo sarebbe necessario almeno un seghetto alternativo (cosa di cui non dispngo).
Lasciamo perdere e tagliamo a “MANO” gli strati da sovrapporre, al momento mi sembra la cosa più “semplice”.
Per il momento finiamola quì il resto a poi.
Come detto in precedenza, per evitare tutta la tiritera ormai nota a tutti sull’assemblaggio delle ordinate sulla chiglia, lo squadro e la piombatura delle stesse, vi mostro come si presenta lo scafo in fase di prima rifinitura, si vede il rialzo di poppa, il ponte con le varie allocazioni delle stive.
Come mostra la foto “e tutto materiale di riciclo” che ha cambiato aspetto e si mostra sotto una veste tutta nuova.
Ora dovrò passare alle murate e alla prua, sperando di prendere il lavoro per il verso giusto e non da cappellaio matto.
Da questa base devo ricavare le fiancate, riportarle su compensato da 4/5mm, e ricavarne una murata di 2/2,5cm di altezza per 1,8/2mm di spessore per una lunghezza di 35cm circa.
Fino a questo momento problemi di grossa entità non ce ne sono, l’unica preoccupazione è intestardirmi a fare le murate in compensato, e non tanto nel tagliarle e lavorarle, ma come ricavarle.
Sarebbe facile tagliarle della misura richiesta, ma avrebbe uno spessore eccessivo.
Altro sistema potrebbe essere quello di sovrapporre 4/5 strati di compensato e tagliarli tutti insieme, ma per far questo sarebbe necessario almeno un seghetto alternativo (cosa di cui non dispngo).
Lasciamo perdere e tagliamo a “MANO” gli strati da sovrapporre, al momento mi sembra la cosa più “semplice”.
Per il momento finiamola quì il resto a poi.
Virgiliomodellista- Forumnauta
Re: Riciclaggio (Virgiliomodellista) ***Chiuso***
Interessamnte Virgilio, veramente interessante.
Vai avanti che ti seguo attentamente.
Sai anche io per altre cose sono un patito del riciclo!!
Con delle bici tipo "Graziella" che ho recuperato da quelle gettate vicino ai cassonetti della nettezza (una senza la ruota ant, un'altra senza il manubrio ed il sellino ecc.) ho fatto dei tandem che son venuti una meraviglia, Ho riempito il Campeggio!!
Ciao, Modì.-
Vai avanti che ti seguo attentamente.
Sai anche io per altre cose sono un patito del riciclo!!
Con delle bici tipo "Graziella" che ho recuperato da quelle gettate vicino ai cassonetti della nettezza (una senza la ruota ant, un'altra senza il manubrio ed il sellino ecc.) ho fatto dei tandem che son venuti una meraviglia, Ho riempito il Campeggio!!
Ciao, Modì.-
Modifica- Forumnauta
Re: Riciclaggio (Virgiliomodellista) ***Chiuso***
Ehi, è tutta colpa mia adesso, di un povero disgraziato scatolaro che vorrebbe provare ad autocostruire?!
Complimenti Virgilio, viene proprio una bella barchetta e mi sa che, se riesco a trovare un po' di materiale come fai tu (ma il mio supermercato ha quasi esclusivamente casse di cartone o plastica), dovrebbe venire anche a me.
Intanto mi guardo i tuoi avanzamenti lavori.
Ciao a tutti
Mario
Complimenti Virgilio, viene proprio una bella barchetta e mi sa che, se riesco a trovare un po' di materiale come fai tu (ma il mio supermercato ha quasi esclusivamente casse di cartone o plastica), dovrebbe venire anche a me.
Intanto mi guardo i tuoi avanzamenti lavori.
Ciao a tutti
Mario
vip44- Forumnauta
Re: Riciclaggio (Virgiliomodellista) ***Chiuso***
Virgì mannaggia a te!!
mi fai prudere sempre le manine....ma sono troppo impegnato sull'altro fronte. Comunque complimentissimi per l'idea e per lo stato di avanzamento deli lavori.
Vista la sensibilità dell'argomento propongo di affiancare ai cassonetti con la scritta Carta, alluminio e plastica, anche quello con la scritta "modellismo"
PS mi fate capire qualcosa in più sulla speronara? che tipo di nave è?
saluti
lello
mi fai prudere sempre le manine....ma sono troppo impegnato sull'altro fronte. Comunque complimentissimi per l'idea e per lo stato di avanzamento deli lavori.
Vista la sensibilità dell'argomento propongo di affiancare ai cassonetti con la scritta Carta, alluminio e plastica, anche quello con la scritta "modellismo"
PS mi fate capire qualcosa in più sulla speronara? che tipo di nave è?
saluti
lello
lellosauro- Moderatore
Re: Riciclaggio (Virgiliomodellista) ***Chiuso***
E cosa vuoi che ci metta Virgilio ? hai già fatto tutto tu .... mannaggia ...
mi piace molto il lavoro fatto con le ordinate , ad averci pensato prima avevo già finito con lo scafo in lavorazione e invece dagli di listelli ( 70 da 1mt l'uno ....)
Resto sempre dell'idea che sei uno di quei modellisti di cui si legge nei libri o sulle riviste, c'è solo da imparare, sei un grande !
Tra poco posterò lo scafo in lavorazione ( è quasi finito) allora si che il tuo portinaio se ne farà di risate ....
per ora ciao e continua...
mi piace molto il lavoro fatto con le ordinate , ad averci pensato prima avevo già finito con lo scafo in lavorazione e invece dagli di listelli ( 70 da 1mt l'uno ....)
Resto sempre dell'idea che sei uno di quei modellisti di cui si legge nei libri o sulle riviste, c'è solo da imparare, sei un grande !
Tra poco posterò lo scafo in lavorazione ( è quasi finito) allora si che il tuo portinaio se ne farà di risate ....
per ora ciao e continua...
unimatrix0- Collaboratore sostenitore
Re: Riciclaggio (Virgiliomodellista) ***Chiuso***
LA SPERONARA
La speronara era un tipo di naviglio usato principalmente dai siciliani e dai maltesi. Hennique, nel 1882, scriveva che questi legni erano di costruzione esclusivamente maltese; ma, poiché egli descriveva speronare di proprietà di armatori tunisini, è probabile che questa informazione si riferisse alle speronare tunisine.
Vi erano 21 speronare in Sicilia, secondo una statistica ufficiale del Regno delle due Sicilie del 1859; di queste, 11 erano nel compartimento di Siracusa, e 4 in quello di Messina. Nel 1867 la statistica del Regno d’Italia ne riporta 35, di cui ben 30 a Porto Empedocle. Nelle statistiche ufficiali successive al 1872, la speronara non compare più, ma dobbiamo guardarci bene dal credere che essa fosse sparita dai nostri porti. La causa della sparizione è invece un colpo di mano burocratico, che brevemente descriveremo: tutte le imbarcazioni da commercio o da diporto che uscivano dalle acque nazionali dovevano essere in possesso dell’”atto di nazionalità”, una specie di libretto di navigazione, nel quale, fra l’altro, veniva specificato il tipo dell’imbarcazione. Nel 1872, appunto, venne regolata per Regio Decreto “la denominazione dei tipi di bastimenti a vela” ai fini della concessione dell’”atto di nazionalità”. Dopo questa data, insomma, negli atti di nazionalità le imbarcazioni vennero denominate solo in base ai tipi previsti nel Regio Decreto sopra detto, che erano 20 in tutto. Si pensi che la statistica siciliana del 1859 comprendeva 33 tipi di navi e barche solo per la Sicilia, e che in rappresentanza della marineria adriatica, ricchissima di tipi, nel Regio Decreto compare – incredibilmente – il solo trabaccolo. Poiché le statistiche ufficiali erano basate sui registri, tenuti nei singoli porti, degli atti di nazionalità concessi, si può concludere che esse, dopo il 1872, debbono essere interpretate con molta prudenza, espressione gentile per significare che esse divennero in buona parte prive di significato. Il sopruso burocratico sopra descritto non sorprenderà probabilmente chi per personale esperienza sa che molti nostri uffici pubblici sono istituiti e tenuti in vita principalmente per erogare stipendi, e che i loro regolamenti sono concepiti in primo luogo in vista delle comodità degli stessi funzionari che li sottopongono all’approvazione delle autorità responsabili. Probabilmente ai piccoli armatori italiani dell’epoca sembrò anzi di dover essere grati, che i legni non compresi nella tipologia ufficiale potessero ancora veleggiare, sia pure sotto falsa denominazione, e non fossero condannati alla demolizione. Tornando alle notizie storiche raccolte sulla speronara, la menzione più antica risale al Pantera, dunque all’inizio del 1600; questo uomo d’armi, capitano di galere pontificie, nel suo trattato sulla marineria militare, trova la speronara degno di menzione, e non la attribuisce ad un’area determinata, e da questo possiamo dedurre che forse la sua diffusione fosse maggiore delle sole acque siciliane e maltesi. Il Guglielmotti la definisce “comunissimo legnetto delle coste siciliane e calabresi”. Esistono numerose testimonianze di autori dell’Ottocento, comunque, che attestano che in quell’epoca la speronara era usata particolarmente dai maltesi. Gli autori antichi concordano nell’attribuire alla speronara ottime qualità nautiche, essendo specialmente ragguardevole la velocità. Hennique, anzi ci informa che, certo in considerazione di quest’ultimo aspetto, la speronara era usata dai Maltesi soprattutto per il contrabbando, “mestiere tenuto da loro in grande onore”. Deve restare insoddisfatta la nostra curiosità sul punto, se i siciliani ed i calabresi non fossero capaci di usare le loro speronare per lo stesso mestiere.
A parte lo strano sperone (o tagliamare) questa barca si distingueva per una carena piuttosto affilata, e per la costruzione relativamente leggera.
Le dimensioni degli esemplari misurati da Hennique andavano da 14 a 15,5 metri di lunghezza, con un rapporto lunghezza-larghezza di 3,5:1 ed un pescaggio a pieno carico di 1,20 metri, mentre da scarica la barca pescava appena mezzo metro (forse uno dei motivi per cui i contrabbandieri maltesi la preferivano ad altre barche). In sezione la carena ha una parte piana e le murate svasate, un tipo di sezione che ricorda quello delle galee.
Molte congetture sono state fatte circa la funzione dello strano tagliamare delle speronare, ma sono tutte riconducibili a due tesi, che si tratti cioè di un elemento ornamentale o di un rinforzo della prora. L’elemento ornamentale, in queste barche, era fortemente presente, e non solo per la vivace coloratura. La ruota di prora era continuata fino a notevole altezza, ed anche quella di poppa proseguiva in un ritto, sebbene non altrettanto elevato. La poppa era a spigolo, ma nelle speronare più grandi vi era una sovrastruttura, formata dalle impavesate e da uno specchiodi poppa, e la coperta era continuata da un carabottino, simile a quello degli sciabecchi. Altra caratteristica delle speronare era una tuga che occupava buona parte della coperta verso poppa e serviva da riparo per l’equipaggio, formato da quattro-cinque uomini. La stessa tuga dal tetto ad arco, costituito probabilmente da tela catramata, si ritrova in un battello rappresentato in un’incisione del Bayard (verso il 1820) e ivi definito “speronara messinese”. Questo battello ha infatti tutte le caratteristiche della speronara, ad eccezione proprio dello sperone (o tagliamare) che saremmo altrimenti indotti a considerare tipico. Questo naturalmente ci rende molto infelici, perché ci fa sorgere il sospetto che quella forma, rilevabile principalmente dagli schizzi di Hennique, fosse presente solo nella versione maltese. Un altro elemento di cui non sappiamo con certezza se fosse presente di regola sulle speronare sono le falchette (quelle tavole che potevano essere inserite in appositi alloggiamenti sui bordi delle barche per elevare un poco le impavesate per esempio in corrispondenza degli scalmi per i remi). Bayard le riporta, e così anche Bonnefoux e Paris in una illustrazione, peraltro molto schematica.
Le speronare erano attrezzate con uno, due o tre alberi a vela latina, e potevano portare uno o più fiocchi. Bonnefoux e Paris, per la verità, mostrano la loro speronara attrezzata con una singola vela a tarchia, ma non crediamo veramente che questa fosse un’attrezzatura frequentemente adottata da queste barche.
La costruzione leggera permetteva di alarla in secco con relativa facilità. A questo scopo, essa era munita su ambedue i bordi di bande in ferro, postate sulle cinte di rinforzo del fasciame e fortemente imperniate nella struttura dello scafo, che portavano i ganci di alaggio.
L’impiego di queste barche sembra fosse il trasporto di merci, passeggeri e posta su piccole distanze, mentre nessun autore ne ricorda l’impiego per la pesca. Ai nostri giorni, Rocco Scisci ha rintracciato due piccole speronare catanesi, molto ornate di pitture alla maniera tradizionale, ed apparentemente in buono stato. In questi esemplari, il tagliamare “alla maltese” è ancora presente, sia pure con dimensioni ridotte, ma compare anche un vero e proprio sperone alla maniera delle galee, che non sembra esistesse nei tempi antichi.
La speronara era un tipo di naviglio usato principalmente dai siciliani e dai maltesi. Hennique, nel 1882, scriveva che questi legni erano di costruzione esclusivamente maltese; ma, poiché egli descriveva speronare di proprietà di armatori tunisini, è probabile che questa informazione si riferisse alle speronare tunisine.
Vi erano 21 speronare in Sicilia, secondo una statistica ufficiale del Regno delle due Sicilie del 1859; di queste, 11 erano nel compartimento di Siracusa, e 4 in quello di Messina. Nel 1867 la statistica del Regno d’Italia ne riporta 35, di cui ben 30 a Porto Empedocle. Nelle statistiche ufficiali successive al 1872, la speronara non compare più, ma dobbiamo guardarci bene dal credere che essa fosse sparita dai nostri porti. La causa della sparizione è invece un colpo di mano burocratico, che brevemente descriveremo: tutte le imbarcazioni da commercio o da diporto che uscivano dalle acque nazionali dovevano essere in possesso dell’”atto di nazionalità”, una specie di libretto di navigazione, nel quale, fra l’altro, veniva specificato il tipo dell’imbarcazione. Nel 1872, appunto, venne regolata per Regio Decreto “la denominazione dei tipi di bastimenti a vela” ai fini della concessione dell’”atto di nazionalità”. Dopo questa data, insomma, negli atti di nazionalità le imbarcazioni vennero denominate solo in base ai tipi previsti nel Regio Decreto sopra detto, che erano 20 in tutto. Si pensi che la statistica siciliana del 1859 comprendeva 33 tipi di navi e barche solo per la Sicilia, e che in rappresentanza della marineria adriatica, ricchissima di tipi, nel Regio Decreto compare – incredibilmente – il solo trabaccolo. Poiché le statistiche ufficiali erano basate sui registri, tenuti nei singoli porti, degli atti di nazionalità concessi, si può concludere che esse, dopo il 1872, debbono essere interpretate con molta prudenza, espressione gentile per significare che esse divennero in buona parte prive di significato. Il sopruso burocratico sopra descritto non sorprenderà probabilmente chi per personale esperienza sa che molti nostri uffici pubblici sono istituiti e tenuti in vita principalmente per erogare stipendi, e che i loro regolamenti sono concepiti in primo luogo in vista delle comodità degli stessi funzionari che li sottopongono all’approvazione delle autorità responsabili. Probabilmente ai piccoli armatori italiani dell’epoca sembrò anzi di dover essere grati, che i legni non compresi nella tipologia ufficiale potessero ancora veleggiare, sia pure sotto falsa denominazione, e non fossero condannati alla demolizione. Tornando alle notizie storiche raccolte sulla speronara, la menzione più antica risale al Pantera, dunque all’inizio del 1600; questo uomo d’armi, capitano di galere pontificie, nel suo trattato sulla marineria militare, trova la speronara degno di menzione, e non la attribuisce ad un’area determinata, e da questo possiamo dedurre che forse la sua diffusione fosse maggiore delle sole acque siciliane e maltesi. Il Guglielmotti la definisce “comunissimo legnetto delle coste siciliane e calabresi”. Esistono numerose testimonianze di autori dell’Ottocento, comunque, che attestano che in quell’epoca la speronara era usata particolarmente dai maltesi. Gli autori antichi concordano nell’attribuire alla speronara ottime qualità nautiche, essendo specialmente ragguardevole la velocità. Hennique, anzi ci informa che, certo in considerazione di quest’ultimo aspetto, la speronara era usata dai Maltesi soprattutto per il contrabbando, “mestiere tenuto da loro in grande onore”. Deve restare insoddisfatta la nostra curiosità sul punto, se i siciliani ed i calabresi non fossero capaci di usare le loro speronare per lo stesso mestiere.
A parte lo strano sperone (o tagliamare) questa barca si distingueva per una carena piuttosto affilata, e per la costruzione relativamente leggera.
Le dimensioni degli esemplari misurati da Hennique andavano da 14 a 15,5 metri di lunghezza, con un rapporto lunghezza-larghezza di 3,5:1 ed un pescaggio a pieno carico di 1,20 metri, mentre da scarica la barca pescava appena mezzo metro (forse uno dei motivi per cui i contrabbandieri maltesi la preferivano ad altre barche). In sezione la carena ha una parte piana e le murate svasate, un tipo di sezione che ricorda quello delle galee.
Molte congetture sono state fatte circa la funzione dello strano tagliamare delle speronare, ma sono tutte riconducibili a due tesi, che si tratti cioè di un elemento ornamentale o di un rinforzo della prora. L’elemento ornamentale, in queste barche, era fortemente presente, e non solo per la vivace coloratura. La ruota di prora era continuata fino a notevole altezza, ed anche quella di poppa proseguiva in un ritto, sebbene non altrettanto elevato. La poppa era a spigolo, ma nelle speronare più grandi vi era una sovrastruttura, formata dalle impavesate e da uno specchiodi poppa, e la coperta era continuata da un carabottino, simile a quello degli sciabecchi. Altra caratteristica delle speronare era una tuga che occupava buona parte della coperta verso poppa e serviva da riparo per l’equipaggio, formato da quattro-cinque uomini. La stessa tuga dal tetto ad arco, costituito probabilmente da tela catramata, si ritrova in un battello rappresentato in un’incisione del Bayard (verso il 1820) e ivi definito “speronara messinese”. Questo battello ha infatti tutte le caratteristiche della speronara, ad eccezione proprio dello sperone (o tagliamare) che saremmo altrimenti indotti a considerare tipico. Questo naturalmente ci rende molto infelici, perché ci fa sorgere il sospetto che quella forma, rilevabile principalmente dagli schizzi di Hennique, fosse presente solo nella versione maltese. Un altro elemento di cui non sappiamo con certezza se fosse presente di regola sulle speronare sono le falchette (quelle tavole che potevano essere inserite in appositi alloggiamenti sui bordi delle barche per elevare un poco le impavesate per esempio in corrispondenza degli scalmi per i remi). Bayard le riporta, e così anche Bonnefoux e Paris in una illustrazione, peraltro molto schematica.
Le speronare erano attrezzate con uno, due o tre alberi a vela latina, e potevano portare uno o più fiocchi. Bonnefoux e Paris, per la verità, mostrano la loro speronara attrezzata con una singola vela a tarchia, ma non crediamo veramente che questa fosse un’attrezzatura frequentemente adottata da queste barche.
La costruzione leggera permetteva di alarla in secco con relativa facilità. A questo scopo, essa era munita su ambedue i bordi di bande in ferro, postate sulle cinte di rinforzo del fasciame e fortemente imperniate nella struttura dello scafo, che portavano i ganci di alaggio.
L’impiego di queste barche sembra fosse il trasporto di merci, passeggeri e posta su piccole distanze, mentre nessun autore ne ricorda l’impiego per la pesca. Ai nostri giorni, Rocco Scisci ha rintracciato due piccole speronare catanesi, molto ornate di pitture alla maniera tradizionale, ed apparentemente in buono stato. In questi esemplari, il tagliamare “alla maltese” è ancora presente, sia pure con dimensioni ridotte, ma compare anche un vero e proprio sperone alla maniera delle galee, che non sembra esistesse nei tempi antichi.
Virgiliomodellista- Forumnauta
Re: Riciclaggio (Virgiliomodellista) ***Chiuso***
Per il momento prepariamo la murata di prua con lo stesso sistema.
Ora traccio le linee guida per il taglio delle strisce da sovrapporre per le murate.
Bene ! … non si sono spezzati nel taglio, posso proseguire con l’incollaggio:
I puntini celesti posti sull’immagine servono ad indicare il punto di unione fra una striscia e l’altra necessaria per raggiungere la lunghezza richiesta.
Le immagini in basso sono già nobilitate con impiallacciatura (90enne), ma ha lo scopo (non eccessivamente necessari o) di rafforzare l’unione in fase di lavorazione (carteggio o taglio).
Questa parte, una volta accoppiata alle murate laterali e centrata, rappresenta la parte frontale dello scafo a cui va applicata la chiglia.
Le foto che seguono sono per dimostrare lo spessore, tagliato a 3/3,5mm e portato a meno di 2mm.
Bene, per il momento mi fermo qui (devo riparare il PC del mio piccolo).
Un salutone a tutti
Ora traccio le linee guida per il taglio delle strisce da sovrapporre per le murate.
Bene ! … non si sono spezzati nel taglio, posso proseguire con l’incollaggio:
I puntini celesti posti sull’immagine servono ad indicare il punto di unione fra una striscia e l’altra necessaria per raggiungere la lunghezza richiesta.
Le immagini in basso sono già nobilitate con impiallacciatura (90enne), ma ha lo scopo (non eccessivamente necessari o) di rafforzare l’unione in fase di lavorazione (carteggio o taglio).
Questa parte, una volta accoppiata alle murate laterali e centrata, rappresenta la parte frontale dello scafo a cui va applicata la chiglia.
Le foto che seguono sono per dimostrare lo spessore, tagliato a 3/3,5mm e portato a meno di 2mm.
Bene, per il momento mi fermo qui (devo riparare il PC del mio piccolo).
Un salutone a tutti
Virgiliomodellista- Forumnauta
Re: Riciclaggio (Virgiliomodellista) ***Chiuso***
HOPS!!!
Ho sbagliato qualcosa, lascia troppo bianco fra una immagine e l'altra.
Comunque sia è sempre una immagine.
A presto!
Ho sbagliato qualcosa, lascia troppo bianco fra una immagine e l'altra.
Comunque sia è sempre una immagine.
A presto!
Virgiliomodellista- Forumnauta
Re: Riciclaggio (Virgiliomodellista) ***Chiuso***
Virgilio, a parte il fatto che il tuo piccolo è alto 6 metri, illuminami sulla tecnica di curvatura del compensato!!
lellosauro- Moderatore
Re: Riciclaggio (Virgiliomodellista) ***Chiuso***
Ciao Lello!
Piegare il compensato ??? .... quello poi di 4/5mm ???
Quello non lo pieghi neanche con miracoli mirati.
Penso ti riferisca alla murata di prua dove va messa anche la chiglia.
Se guardi bene vedrai che si vedono più strati incollati uno sull'altro.
Io ho tagliato al traforo (a mano) 4/5 sagome arcate della forma che mi serviva, l'ho presentata, corretta e una volta soddisfatto del risultato ne ho tagliate altre 4 leggermente più grandi.
Le ho incollate insieme arrivando "Quasi" all'altezza che mi serviva (circa 2,5cm).
Poi sai quanto amo la carta vetrata, con un tacchetto l'ho sgrossata mantenendomi sempre nel limite dell'originale, sia internamente che esternamente.
Infatti se hai visto l spessore fra quella di prua e quella diritta, c'è circa quel mezzo mm di aggiustamento che dovrò correggere in fase di montaggio.
Tutto quì, il problema è presente se si spezza, puoi sempre incollarlo di nuovo ma il risultato non sarà mai del pezzo originale ottenuto come guida.
Quindi quando vedi compensato curvo in quel modo stai tranquillo che è ottenuto così.
Ciao Lello alla prossima.
Piegare il compensato ??? .... quello poi di 4/5mm ???
Quello non lo pieghi neanche con miracoli mirati.
Penso ti riferisca alla murata di prua dove va messa anche la chiglia.
Se guardi bene vedrai che si vedono più strati incollati uno sull'altro.
Io ho tagliato al traforo (a mano) 4/5 sagome arcate della forma che mi serviva, l'ho presentata, corretta e una volta soddisfatto del risultato ne ho tagliate altre 4 leggermente più grandi.
Le ho incollate insieme arrivando "Quasi" all'altezza che mi serviva (circa 2,5cm).
Poi sai quanto amo la carta vetrata, con un tacchetto l'ho sgrossata mantenendomi sempre nel limite dell'originale, sia internamente che esternamente.
Infatti se hai visto l spessore fra quella di prua e quella diritta, c'è circa quel mezzo mm di aggiustamento che dovrò correggere in fase di montaggio.
Tutto quì, il problema è presente se si spezza, puoi sempre incollarlo di nuovo ma il risultato non sarà mai del pezzo originale ottenuto come guida.
Quindi quando vedi compensato curvo in quel modo stai tranquillo che è ottenuto così.
Ciao Lello alla prossima.
Virgiliomodellista- Forumnauta
Re: Riciclaggio (Virgiliomodellista) ***Chiuso***
ciao virgilio
davvero interesante!!!!
e bello!!!
sto gia seguendo i tuoi preziosi consigli!!!
grazie
davvero interesante!!!!
e bello!!!
sto gia seguendo i tuoi preziosi consigli!!!
grazie
Brad Barron- Forumnauta
Re: Riciclaggio (Virgiliomodellista) ***Chiuso***
Di Nulla!
Ciao Giulio Benvenuto fra noi
------------ Virgilio -----------------
Ciao Giulio Benvenuto fra noi
------------ Virgilio -----------------
Virgiliomodellista- Forumnauta
Re: Riciclaggio (Virgiliomodellista) ***Chiuso***
Bene! Continuiamo con le murate.
Ho preparato i terminali delle finte ordinate su cui, una volta incollati, andranno a sostenere la curvatura delle murate laterali.
In proposito di queste murate, c’è da fare un appunto; la torsione che doveva sostenere la murata diritta, era eccessiva e aveva due inconvenienti che mi ha portato a fare una scelta.
Nel caso della murata diritta oltre all’inconveniente della torsione, che in qualche modo potuto anche starci, c’era anche il problema che avrei incontrato nella robustezza delle finte ordinate in quanto (più o meno) per proporzione non sarebbero state in grado di sostenere la forza esercitata dalla murata sulle stesse.
L’altro inconveniente era quello di avere le murate in 3 pezzi con l’inconveniente dell’esteticità nelle giunture di queste 3 parti.
Per cui niente da fare, è conveniente rifare la murata tagliandola già con una leggera curvatura in modo da sopperire parte della forza sulle finte ordinate che come detto, per proporzione, sono abbastanza deboli nei punti di incollaggio al ponte.
Come prima cosa devo incollare le finte ordinate sul ponte e lasciarle essiccare a dovere.
Posso ora presentare le murate nella posizione da sostenere in futuro.
Per questo passaggio e per misure da stabilire, mi vedo costretto a montare la chiglia o perlomeno solo la parte di prua (per il momento)
Giunto a questo punto, sono costretto a rifinire il ponte di poppa, in quanto dalle murate laterali parte il prosieguo fino alla fine del ponte e per questo motivo devo avere a disposizione sia l’altezza dal primo ponte, e la lunghezza totale.
per il momento mi fermo un attimo qui.
Ho preparato i terminali delle finte ordinate su cui, una volta incollati, andranno a sostenere la curvatura delle murate laterali.
In proposito di queste murate, c’è da fare un appunto; la torsione che doveva sostenere la murata diritta, era eccessiva e aveva due inconvenienti che mi ha portato a fare una scelta.
Nel caso della murata diritta oltre all’inconveniente della torsione, che in qualche modo potuto anche starci, c’era anche il problema che avrei incontrato nella robustezza delle finte ordinate in quanto (più o meno) per proporzione non sarebbero state in grado di sostenere la forza esercitata dalla murata sulle stesse.
L’altro inconveniente era quello di avere le murate in 3 pezzi con l’inconveniente dell’esteticità nelle giunture di queste 3 parti.
Per cui niente da fare, è conveniente rifare la murata tagliandola già con una leggera curvatura in modo da sopperire parte della forza sulle finte ordinate che come detto, per proporzione, sono abbastanza deboli nei punti di incollaggio al ponte.
Come prima cosa devo incollare le finte ordinate sul ponte e lasciarle essiccare a dovere.
Posso ora presentare le murate nella posizione da sostenere in futuro.
Per questo passaggio e per misure da stabilire, mi vedo costretto a montare la chiglia o perlomeno solo la parte di prua (per il momento)
Giunto a questo punto, sono costretto a rifinire il ponte di poppa, in quanto dalle murate laterali parte il prosieguo fino alla fine del ponte e per questo motivo devo avere a disposizione sia l’altezza dal primo ponte, e la lunghezza totale.
per il momento mi fermo un attimo qui.
Virgiliomodellista- Forumnauta
Re: Riciclaggio (Virgiliomodellista) ***Chiuso***
aggiornamento o data l'ora "ANNOTTAMENTO"
Monto il ponte posteriore, le murate laterali e quelle di poppa.
Come già detto in precedenza, fino a questo momento è stato realizzato con materiali riciclati.
Il punto in cui si trova lo scafo è stato realizzato esclusivamente con compensato da 4/5mm
Monto il ponte posteriore, le murate laterali e quelle di poppa.
Come già detto in precedenza, fino a questo momento è stato realizzato con materiali riciclati.
Il punto in cui si trova lo scafo è stato realizzato esclusivamente con compensato da 4/5mm
Virgiliomodellista- Forumnauta
Re: Riciclaggio (Virgiliomodellista) ***Chiuso***
Capperi Virgilio,
sembra quasi che tu stia montando un kit .... complimenti davvero
sembra quasi che tu stia montando un kit .... complimenti davvero
unimatrix0- Collaboratore sostenitore
Re: Riciclaggio (Virgiliomodellista) ***Chiuso***
Grazie Uni,
credi è difficile davvero andare avanti senza avere le parti segnate su cartaceo, devo tirar fuori i pezzi basandomi su una foto, e con tutt ciò non ho a disposizione la forma che dovrebbe avere ruotando il disegno.
Per cui ho dovuto arrangiare i vari componenti basandomi su una interpretazione personale.
Comunque lo scopo era quello di fare questa barca solo con materiale di recupero.
BEH! andiamo avanti e vediamo che esce fuori.
Salutone ------------- Virgilio --------------
credi è difficile davvero andare avanti senza avere le parti segnate su cartaceo, devo tirar fuori i pezzi basandomi su una foto, e con tutt ciò non ho a disposizione la forma che dovrebbe avere ruotando il disegno.
Per cui ho dovuto arrangiare i vari componenti basandomi su una interpretazione personale.
Comunque lo scopo era quello di fare questa barca solo con materiale di recupero.
BEH! andiamo avanti e vediamo che esce fuori.
Salutone ------------- Virgilio --------------
Virgiliomodellista- Forumnauta
Re: Riciclaggio (Virgiliomodellista) ***Chiuso***
Ciao virgì! stai andando come un treno!
Senti se puoi mi illumini sulla costruzione del paiuolato? Dalla foto non mi sembra listelli sovrapposti, ma ben incastrati...sai com'è tra un pò mi tocca farli anche a me. Ho una mezza idea...
Senti se puoi mi illumini sulla costruzione del paiuolato? Dalla foto non mi sembra listelli sovrapposti, ma ben incastrati...sai com'è tra un pò mi tocca farli anche a me. Ho una mezza idea...
lellosauro- Moderatore
Re: Riciclaggio (Virgiliomodellista) ***Chiuso***
Volentieri Lello, ma devo ritrovare le foto di come l'avevo fatto.
Comunque, se non vuoi farlo, non perchè tu non ne sia capace ma per il tempo, li vendono già pretagliati io li ho fatti perchè non mi piacevano
A me son poche le cose che non posso fare e che mi vedo "costretto a cmprare" (e non per il prezzo), ma non mi piacciono, li ho visti anche di plastica ma non ti dico che schifo, che offesa all'occhio!
comunque dammi tempo per trovarle.
Ciao e Buon Lavoro. -------------- Virgilio -----------------
Comunque, se non vuoi farlo, non perchè tu non ne sia capace ma per il tempo, li vendono già pretagliati io li ho fatti perchè non mi piacevano
A me son poche le cose che non posso fare e che mi vedo "costretto a cmprare" (e non per il prezzo), ma non mi piacciono, li ho visti anche di plastica ma non ti dico che schifo, che offesa all'occhio!
comunque dammi tempo per trovarle.
Ciao e Buon Lavoro. -------------- Virgilio -----------------
Virgiliomodellista- Forumnauta
Re: Riciclaggio (Virgiliomodellista) ***Chiuso***
ciao virgi!!!
gran lavoro e di gran ispirazione!!!
ho finito di schiodare le cassette della frutta per avere altro materiale per fare le mie prove!!!
e poi vedendo il tuo lavoro non viene niente male!!!!
gran lavoro e di gran ispirazione!!!
ho finito di schiodare le cassette della frutta per avere altro materiale per fare le mie prove!!!
e poi vedendo il tuo lavoro non viene niente male!!!!
Brad Barron- Forumnauta
Re: Riciclaggio (Virgiliomodellista) ***Chiuso***
Giunto a questo punto approfitto delle foto che posterò per rispondere a Brad Barron il quale mi aveva chiesto delucidazioni sulla chiglia e a Lello che mi aveva chiesto del paiolato.
Andiamo in ordine alfabetico
In ogni scafo la chiglia è sempre presente sia che sia:
eseguita in due parti; ossia una prima chiglia che sorregge le ordinate (allineate e piombate), ed una seconda chiglia che chiamiamo a vista eseguita con legno nobile (noce, rovere, pero ecc..) che non deve ferire la vista;
Eseguita in un unico pezzo, compensato o legno nobile.
Nel primo caso le ordinate arrivano a pelo della chiglia ed in seguito, dopo aver terminato lo scafo, viene montata la falsa chiglia a guarnire il tutto.
Nel secondo caso, la chiglia e lo scafo vengono eseguite in contemporanea per cui la parte finale della chiglia, quella cioè a vista, viene (in alcuni casi) danneggiata dalla cartavetrata, o da graffi del taglierino, o da un qualsiasi altro accidente per cui il modellista si vede costretto a pitturare la parte a vista.
Caro Lello, il paiolato che vedi, l’ho fatto non a mano, ma mi sono inventato una specie di sega circolare a più lame.
Il risultato non è eccellente, forse dovuto al materiale usato forse troppo tenero per quel tipo di frese usate, forse il motore troppo lento il fatto è che si scheggiano facilmente.
A quel punto ho optato per un seghetto a “FERRO”, ma quelli con la mana stretta e denti molto corti (sempre per il fatto di non scheggiare il legno in fase di taglio).
Il risultato è stato migliore, ma ha richiesto “Molto” più tempo e pazienza in quanto mentre nelle fresette le lame erano poste alla distanza di 1mm una dall’altra, nel taglio a mano questo non poteva essere e di conseguenza il taglio veniva eseguito ad una distanza maggiore di 1mm.
L’effetto scheggiatura era “quasi” risolto ma la vista ne soffriva un po’ (ma se calcoli che fai tutto a mano potrebbe anche andarti bene).
Ed ora torniamo a noi:
a questo punto lascio a voi interpretare le foto, non credo ci sia nulla da spiegare se non il fatto che per il momento non resta che proseguire col fasciame a terminare lo scafo per poi tornare sul ponte e rifinire le cambuse.
Andiamo in ordine alfabetico
In ogni scafo la chiglia è sempre presente sia che sia:
eseguita in due parti; ossia una prima chiglia che sorregge le ordinate (allineate e piombate), ed una seconda chiglia che chiamiamo a vista eseguita con legno nobile (noce, rovere, pero ecc..) che non deve ferire la vista;
Eseguita in un unico pezzo, compensato o legno nobile.
Nel primo caso le ordinate arrivano a pelo della chiglia ed in seguito, dopo aver terminato lo scafo, viene montata la falsa chiglia a guarnire il tutto.
Nel secondo caso, la chiglia e lo scafo vengono eseguite in contemporanea per cui la parte finale della chiglia, quella cioè a vista, viene (in alcuni casi) danneggiata dalla cartavetrata, o da graffi del taglierino, o da un qualsiasi altro accidente per cui il modellista si vede costretto a pitturare la parte a vista.
Caro Lello, il paiolato che vedi, l’ho fatto non a mano, ma mi sono inventato una specie di sega circolare a più lame.
Il risultato non è eccellente, forse dovuto al materiale usato forse troppo tenero per quel tipo di frese usate, forse il motore troppo lento il fatto è che si scheggiano facilmente.
A quel punto ho optato per un seghetto a “FERRO”, ma quelli con la mana stretta e denti molto corti (sempre per il fatto di non scheggiare il legno in fase di taglio).
Il risultato è stato migliore, ma ha richiesto “Molto” più tempo e pazienza in quanto mentre nelle fresette le lame erano poste alla distanza di 1mm una dall’altra, nel taglio a mano questo non poteva essere e di conseguenza il taglio veniva eseguito ad una distanza maggiore di 1mm.
L’effetto scheggiatura era “quasi” risolto ma la vista ne soffriva un po’ (ma se calcoli che fai tutto a mano potrebbe anche andarti bene).
Ed ora torniamo a noi:
a questo punto lascio a voi interpretare le foto, non credo ci sia nulla da spiegare se non il fatto che per il momento non resta che proseguire col fasciame a terminare lo scafo per poi tornare sul ponte e rifinire le cambuse.
Virgiliomodellista- Forumnauta
Re: Riciclaggio (Virgiliomodellista) ***Chiuso***
grazie virgi!! chiarissimo!!!
ti rifaccio i complimenti per il lavoro!!!
domani posizionerò le ordinate per poi mettere la chiglia!!!
grazie
---Brad Barron---
---Giulio---
ti rifaccio i complimenti per il lavoro!!!
domani posizionerò le ordinate per poi mettere la chiglia!!!
grazie
---Brad Barron---
---Giulio---
Brad Barron- Forumnauta
Re: Riciclaggio (Virgiliomodellista) ***Chiuso***
Ciao Virgilio.
Gran bel lavoro, complimenti!
Ma alla fine riesci anche a postarmi un disegno? Altrimenti, già che sono in difficoltà col disegno, se manca anche questo col cavolo che riesco a fare un tentativo di autocostruzione, io povero scatolaro.
Intanto mi sto salvando tutte le foto.
Ciao
Mario
Gran bel lavoro, complimenti!
Ma alla fine riesci anche a postarmi un disegno? Altrimenti, già che sono in difficoltà col disegno, se manca anche questo col cavolo che riesco a fare un tentativo di autocostruzione, io povero scatolaro.
Intanto mi sto salvando tutte le foto.
Ciao
Mario
vip44- Forumnauta
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