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Il Leudo di Santa Maria al Bagno (Giuseppe Piccioli)
2 partecipanti
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Il Leudo di Santa Maria al Bagno (Giuseppe Piccioli)
Salve a tutti, compagni di lima!!!
Eccomi dunque qui, il ballo di San Vito ha inizio.
Il momento fatidico per me è giunto, fra poco il Cerimoniere del Quirinale annuncerà l'apertura del mio cantiere...
Le motivazioni alla base della mia avventura sono riportate in off topic a questo link:
Dunque, lo stato dei fatti (dire dell'arte sarebbe nel mio caso come bestemmiare in confessione...) è il seguente:
Ho ripreso un vecchio progetto di leudo siciliano, iniziato anni fa con molti dubbi e zero esperienza, l'ho portato avanti ancora peggio e abbandonato alla prima fasciatura e alla copertura del ponte.
Poi una notte ho capito perchè ho mollato: procedevo sì senza esperienza ma anche senza amore.
Ora è tutto diverso, almeno per il secondo aspetto, sento che con l'aiuto di un forum intero potrò rispettare una promessa...
Nelle ultime settimane ho reso il più possibile uniforme lo scafo scartavetrando pure con i denti e in alcuni punti annullando anche i listelli già piazzati, giusto per dare la misura del disastro navale commesso in passato. Poi ho rivestito esternamente con listelli da 1 mm di spessore e ancora, per mettere un po' di legno in più da rifilare, un altro rivestimento verticale esterno da 0,5mm. L'impavesata ha subito lo stesso trattamento. Era l'unico modo per tentare di riparare allo scempio. Lo spessore totale della murata, tenendo conto delle misure al 200% rispetto ai piani originali, deve ospitare ancora una fasciatura esterna da 2 mm e una interna da 1 (ovviamente non più verticali!)
Purtroppo non ho immagini perchè ho iniziato a realizzarle solo oggi.
Più di questo non sono riuscito a fare:
Vista a volo di cardillo...
Tribordo
Mi piace moltissimo l'idea di realizzare il modello a legno naturale, senza colori, come se fosse appena uscito dal cantiere e attendesse la verniciatura (suppongo perciò di non poter stivare carichi a bordo...), ragion per cui vorrei mettere le chiodature e le intestature delle tavole secondo regole, quindi ho supposto di aver bisogno di individuare i potenziali quinti (informazione mancante nel vecchio kit). Risalendo a un po' di materiale bibliografico e ai moduli di costruzione ho desunto qualche regola generale da adattare al leudo. Per individuare dove sarebbero posti i quinti ho pensato a qualcosa che garantisse la verticalità assoluta e la perpendicolarità rispetto all'asse longitudinale: i ponti mobili dei cantieri navali e ne ho costruito uno velocemente,
con una scassa longitudinale della luce sufficiente a far muovere solo sul piano verticale una matita a sezione ottagonale.
Il gioco è stato lungo ma divertente.
Sono saltati fuori, così, 47 quinti e 23 bagli, mi sembra abbastanza in linea con immagini d'epoca di leudi e con progetti vari reperiti nei sottoscala del web.
Per gli spessori e le distanze fra quinti ho sempre consultato i moduli di costruzione e alla scala che sto utilizzando (1:15, non uccidetemi vi prego) ho arrotondato per eccesso di circa il 2,5%, se ricordo bene circa un decimo di millimetro, comunque del tutto trascurabile.
Cosa sto sbagliando?
Di seguito attacco un altro post con altre immagini, se ben rammento ne posso calare al massimo 5 per ogni post, giusto capi?
Critiche e attacchi siano benedetti, basta che mi facciano capire...
Giuseppe
Altro capoverso, come preannunciato.
Siccome ho intenzione di seguire la costruzione come fosse nella realtà, sto cercando delle essenze lignee idonee.
Mi sta solleticando l'idea di usare un bellissimo piano di noce tanganika a venature sottilissime per il fasciame esterno a simulare la farnia o l'ischia e di pino per impavesata e ponte. Solo che il pino, però, ha delle venature che sballano ogni proporzione, quindi non se ne parla. A mettere tiglio o acero, bellissimi ma senza venature, secondo me perdo la veridicità dell'opera. Al che ho fatto una prova da piccolo chimico:
Ammoniaca al 33% in diluizione a 1:4 in acqua ossigenata a 130 voll.
Vi ho calato dentro un foglio di noce nazionale con venature perfettamente richiamanti quelle del pino in scala
e l'ho tenuto per circa 15 minuti. Poi l'ho passato in acqua demineralizzata per 10 minuti e fatto asciugare all'ombra. Ovviamente, essendo spesso 1 mm., si è un po' imbarcato, ma è bastata una passata con ferro da stiro a vapore, dritto e rovescio, ed ecco pronta un'asse dritta come una branda di carcere.
Poi l'ho affettato in listelli della misura consona (12 mm.)
Ho fatto anche una seconda prova con ammoniaca al 17% lasciando immutato tutto il resto.
Il risultato del secondo sbiancamento sono i listelli di sinistra (poco richiamanti il pino) e quelli del primo scolorimento sono ovviamente gli altri più chiari:
Immagino che il colore possa anche non entusiasmare, ma sto cercando di realizzare tutto in scala, anche le venature "pinesche". Queste, peraltro, vagamente verdine/beige mi ricordano alcuni bellissimi legni di pino che vidi nelle segherie del Peloponneso qualche tempo fa.
Ho anche provato a creare una copertura di ponte con i comenti (bacchette di legno impregnato di nero) e chiodi (pennarello), ma con listelli in noce nazionale originale.
Potrebbe forse andare, ma non su questo modello, pare quasi teak...
Che ne dite? Cosa sto sbagliando?
Giuseppe
Eccomi dunque qui, il ballo di San Vito ha inizio.
Il momento fatidico per me è giunto, fra poco il Cerimoniere del Quirinale annuncerà l'apertura del mio cantiere...
Le motivazioni alla base della mia avventura sono riportate in off topic a questo link:
Dunque, lo stato dei fatti (dire dell'arte sarebbe nel mio caso come bestemmiare in confessione...) è il seguente:
Ho ripreso un vecchio progetto di leudo siciliano, iniziato anni fa con molti dubbi e zero esperienza, l'ho portato avanti ancora peggio e abbandonato alla prima fasciatura e alla copertura del ponte.
Poi una notte ho capito perchè ho mollato: procedevo sì senza esperienza ma anche senza amore.
Ora è tutto diverso, almeno per il secondo aspetto, sento che con l'aiuto di un forum intero potrò rispettare una promessa...
Nelle ultime settimane ho reso il più possibile uniforme lo scafo scartavetrando pure con i denti e in alcuni punti annullando anche i listelli già piazzati, giusto per dare la misura del disastro navale commesso in passato. Poi ho rivestito esternamente con listelli da 1 mm di spessore e ancora, per mettere un po' di legno in più da rifilare, un altro rivestimento verticale esterno da 0,5mm. L'impavesata ha subito lo stesso trattamento. Era l'unico modo per tentare di riparare allo scempio. Lo spessore totale della murata, tenendo conto delle misure al 200% rispetto ai piani originali, deve ospitare ancora una fasciatura esterna da 2 mm e una interna da 1 (ovviamente non più verticali!)
Purtroppo non ho immagini perchè ho iniziato a realizzarle solo oggi.
Più di questo non sono riuscito a fare:
Vista a volo di cardillo...
Tribordo
Mi piace moltissimo l'idea di realizzare il modello a legno naturale, senza colori, come se fosse appena uscito dal cantiere e attendesse la verniciatura (suppongo perciò di non poter stivare carichi a bordo...), ragion per cui vorrei mettere le chiodature e le intestature delle tavole secondo regole, quindi ho supposto di aver bisogno di individuare i potenziali quinti (informazione mancante nel vecchio kit). Risalendo a un po' di materiale bibliografico e ai moduli di costruzione ho desunto qualche regola generale da adattare al leudo. Per individuare dove sarebbero posti i quinti ho pensato a qualcosa che garantisse la verticalità assoluta e la perpendicolarità rispetto all'asse longitudinale: i ponti mobili dei cantieri navali e ne ho costruito uno velocemente,
con una scassa longitudinale della luce sufficiente a far muovere solo sul piano verticale una matita a sezione ottagonale.
Il gioco è stato lungo ma divertente.
Sono saltati fuori, così, 47 quinti e 23 bagli, mi sembra abbastanza in linea con immagini d'epoca di leudi e con progetti vari reperiti nei sottoscala del web.
Per gli spessori e le distanze fra quinti ho sempre consultato i moduli di costruzione e alla scala che sto utilizzando (1:15, non uccidetemi vi prego) ho arrotondato per eccesso di circa il 2,5%, se ricordo bene circa un decimo di millimetro, comunque del tutto trascurabile.
Cosa sto sbagliando?
Di seguito attacco un altro post con altre immagini, se ben rammento ne posso calare al massimo 5 per ogni post, giusto capi?
Critiche e attacchi siano benedetti, basta che mi facciano capire...
Giuseppe
Altro capoverso, come preannunciato.
Siccome ho intenzione di seguire la costruzione come fosse nella realtà, sto cercando delle essenze lignee idonee.
Mi sta solleticando l'idea di usare un bellissimo piano di noce tanganika a venature sottilissime per il fasciame esterno a simulare la farnia o l'ischia e di pino per impavesata e ponte. Solo che il pino, però, ha delle venature che sballano ogni proporzione, quindi non se ne parla. A mettere tiglio o acero, bellissimi ma senza venature, secondo me perdo la veridicità dell'opera. Al che ho fatto una prova da piccolo chimico:
Ammoniaca al 33% in diluizione a 1:4 in acqua ossigenata a 130 voll.
Vi ho calato dentro un foglio di noce nazionale con venature perfettamente richiamanti quelle del pino in scala
e l'ho tenuto per circa 15 minuti. Poi l'ho passato in acqua demineralizzata per 10 minuti e fatto asciugare all'ombra. Ovviamente, essendo spesso 1 mm., si è un po' imbarcato, ma è bastata una passata con ferro da stiro a vapore, dritto e rovescio, ed ecco pronta un'asse dritta come una branda di carcere.
Poi l'ho affettato in listelli della misura consona (12 mm.)
Ho fatto anche una seconda prova con ammoniaca al 17% lasciando immutato tutto il resto.
Il risultato del secondo sbiancamento sono i listelli di sinistra (poco richiamanti il pino) e quelli del primo scolorimento sono ovviamente gli altri più chiari:
Immagino che il colore possa anche non entusiasmare, ma sto cercando di realizzare tutto in scala, anche le venature "pinesche". Queste, peraltro, vagamente verdine/beige mi ricordano alcuni bellissimi legni di pino che vidi nelle segherie del Peloponneso qualche tempo fa.
Ho anche provato a creare una copertura di ponte con i comenti (bacchette di legno impregnato di nero) e chiodi (pennarello), ma con listelli in noce nazionale originale.
Potrebbe forse andare, ma non su questo modello, pare quasi teak...
Che ne dite? Cosa sto sbagliando?
Giuseppe
Giuseppe Piccioli- Nuovo Utente
Re: Il Leudo di Santa Maria al Bagno (Giuseppe Piccioli)
Ciao Giuseppe,
ho unito i tuoi messaggi in quanto non puoi postare due messaggi consecutivi nello stesso giorno, per aggiungere dei contenuti puoi usare il tasto modifica oppure aspettare che qualche utente risponda al tuo post.
inoltre ho ridotto le immagini perchè non puoi inserire più di 5 immagini "grandi" a post
tutte le regole le trovi a questo link http://www.forumscuoladimodellismo.com/f8-regolamento
ho unito i tuoi messaggi in quanto non puoi postare due messaggi consecutivi nello stesso giorno, per aggiungere dei contenuti puoi usare il tasto modifica oppure aspettare che qualche utente risponda al tuo post.
inoltre ho ridotto le immagini perchè non puoi inserire più di 5 immagini "grandi" a post
tutte le regole le trovi a questo link http://www.forumscuoladimodellismo.com/f8-regolamento
_________________
Stefano
Non arrenderti mai, perché quando pensi che sia tutto finito, è il momento in cui tutto ha inizio. (Jim Morrison)
Regolamento Forum: http://www.forumscuoladimodellismo.com/regolamento-f8/regolamento-del-forum-t274.htm
Guida pubblicazione video e immagini: http://www.forumscuoladimodellismo.com/guida-alla-pubblicazione-delle-immagini-f12/
E-mail moderazione: moderazione@scuoladimodellismo.it
jjsimy- Moderatore sostenitore
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