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Forum Scuola di Modellismo :: Modellismo Statico :: Navimodellismo :: Architettura navale antica - Modellismo d'arsenale :: Maestri d'ascia
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Re: Dubbi Amletici
buona serata a tutti
scusate se ritorno ai primi post.
ho capito male?
grazie
scusate se ritorno ai primi post.
se non ho frainteso allora i modelli fatti fino alla metà del '700 erano "un po' meno" in ammiragliato (come genericamente inteso) e comunque non rappresentavano realmente la carpenteria navele.macpit ha scritto:L' ossatura lì rappresentata è quella di una nave costruita secondo i criteri del "Navy Board" e non è assolutamente da assumere come reale. I modelli Navy Board sembrano essere modelli costruiti in ammiragliato, come quelli odierni, ma così non sono; la loro è una rappresentazione di pura convenzione modellistica. Molto antica per altro, comincia nei primi del '600 fino alla metà del '700 e rappresenta lo scafo con pieni e vuoti in parti uguali fra loro, forse per evidenziare in questo modo, le linee dello scafo.
ho capito male?
grazie
_________________
gian paolo
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Re: Dubbi Amletici
E' esattamente come hai scritto.
Il modello in Navy Board è una convenzione modellistica e NON rispecchia assolutamente la reale ossatura della nave che è anzi molto più "lignea" e pesante.
Per noi oggi fare un modello in ammiragliato vuol dire riprodurre lo scafo in ogni sua parte e con la massima precisione, per gli inglesi del periodo no, era una rappresentazione ipotetica, dove le linee generali dello scafo erano rigorosamente rispettate, ma la costruzione era di pura fantasia, regolamentata, lo scafo doveva avere certe caratteristiche, ma di fantasia.
La confusione nasce dal fatto che uno dei sinonimi al Navy Board era proprio "Admiralty".
Consiglierei, se me lo permettete, la lettura di questo libro di Philip Reed "Building a Miniature Navy Board Model" ed. Seaforth, che mostra proprio la costruzione di uno di questi modelli, Il Royal George, secondo questi criteri.
Il modello in Navy Board è una convenzione modellistica e NON rispecchia assolutamente la reale ossatura della nave che è anzi molto più "lignea" e pesante.
Per noi oggi fare un modello in ammiragliato vuol dire riprodurre lo scafo in ogni sua parte e con la massima precisione, per gli inglesi del periodo no, era una rappresentazione ipotetica, dove le linee generali dello scafo erano rigorosamente rispettate, ma la costruzione era di pura fantasia, regolamentata, lo scafo doveva avere certe caratteristiche, ma di fantasia.
La confusione nasce dal fatto che uno dei sinonimi al Navy Board era proprio "Admiralty".
Consiglierei, se me lo permettete, la lettura di questo libro di Philip Reed "Building a Miniature Navy Board Model" ed. Seaforth, che mostra proprio la costruzione di uno di questi modelli, Il Royal George, secondo questi criteri.
macpit- Forumnauta
Re: Dubbi Amletici
ciao pietro
bene! allora avevo capito bene.
così mi posso anch'io illudere di costruire modelli un pochino "in arsenale"!
ti ringrazio
bene! allora avevo capito bene.
così mi posso anch'io illudere di costruire modelli un pochino "in arsenale"!
ti ringrazio
_________________
gian paolo
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brggpl- Responsabile glossario sostenitore
Re: Dubbi Amletici
Ciao. Rileggo oggi questo post e dico la mia opinione.
Santos ha scritto:
Ora se noterete attentamente le immagini verificherete che la nave trattata sull’ Anatomy del 1750 usa realizzare i quinti attinenti al periodo storico tra 1811 e il 1850.
Non mi pare sia così, perchè l'imbarcazione del 1750 ha i semiquinti fatti da una parte a 3 elementi e da quella adiacente(cioè quella ad essa inchiodata) a 4 elementi, cosa generalmente logica costruttivamente per "accavallare " le giunzioni testa-testa delle parti di ogni singolo semiquinto. Invece i semiquinti del periodo 1811-1850 hanno ciascuno più parti ( più "futtock" ). Di tutti quei disegni, io noto che col proseguire degli anni aumentano le parti dei quinti: o le navi sono aumentate di dimensioni - vero - o a forza di tagliare foreste il legname cominciava a scarseggiare in dimensioni grandi - vero anche questo ( si erano accorciate anche le tavole del fasciame...) - .Va beh, poi c'è tutta la discussione che spiega il perchè delle varie definizioni ed allora io torno ad un concetto che mi pare importante, forse fondamentale, sollevato da Santos e che riassumo così "...mi sforzo di lavorare in arsenale rispettando la monografia che poi scopro non esttamente veritiera e allora perchè ho lavorato?" Risposta (del tutto personale): hai lavorato per fare un modello di nave che ti dia la sensazione della nave vera, indipendentemente dal fatto che ci sia un quinto in più o in meno o che la scala dei vari particolari sia perfetta o ragionevolmente approssimata. Anche se sei interessato al solo aspetto della perfezione realizzativa, rimane ininfluente il fatto che ci sia un quinto in più o in meno (uso sempre questo concetto per semplicità...). Insomma: come erano perfettamente le navi vere di 100 o 300 anni fa non lo sapremo mai. Se smontiamo la Victory e la rileviamo subiremo l'influenza delle modifiche. Se andiamo a vedere le tabelle di standardizzazione delle varie epoche non possiamo comunque escludere varianti fatte dai singoli costruttori (tutto si evolve da sempre...) o da esigenze di idoneità del materiale "legno". Se leggiamo i testi di riferimento, anche dell'epoca, non possiamo escludere prese di posizione sintetizzate o personalizzate. La standardizzazione come la intendiamo noi oggi è nata nella guerra di secessione americana, applicata alle armi. Figuriamoci nel 700, applicata alle navi in legno, con tutte le variabili che c'erano. Esempio recente: il Titanic è stato chiodato con chiodi in acciaio nelle parti rettilinee e con chiodi in ferro nelle parti curve, per esigenze di tecnologia ovvero in curva non si poteva usare la macchina automatica. Non credo ci sia una standardizzazione relativa...
Conclusione: "...e allora perchè ho lavorato?" = per fare un oggetto che ti dia una sensazione che ti piace. Una riproduzione fedelissima al 100% non la puoi avere su navi antiche, la costruzione in arsenale deve dare l'idea della complessità, della difficoltà del lavoro reale. Quando Santos Scrive "capire quello che sto facendo", io leggo "capire perchè quello che sto riproducendo era stato fatto in quel modo e non in un altro".
OK, questa è solo una mia personale opinione, di una notte di un giorno in cui sono stato forzatamente lontano dal mio cantiere. ciao e buonanotte. oldboy
Santos ha scritto:
Ora se noterete attentamente le immagini verificherete che la nave trattata sull’ Anatomy del 1750 usa realizzare i quinti attinenti al periodo storico tra 1811 e il 1850.
Non mi pare sia così, perchè l'imbarcazione del 1750 ha i semiquinti fatti da una parte a 3 elementi e da quella adiacente(cioè quella ad essa inchiodata) a 4 elementi, cosa generalmente logica costruttivamente per "accavallare " le giunzioni testa-testa delle parti di ogni singolo semiquinto. Invece i semiquinti del periodo 1811-1850 hanno ciascuno più parti ( più "futtock" ). Di tutti quei disegni, io noto che col proseguire degli anni aumentano le parti dei quinti: o le navi sono aumentate di dimensioni - vero - o a forza di tagliare foreste il legname cominciava a scarseggiare in dimensioni grandi - vero anche questo ( si erano accorciate anche le tavole del fasciame...) - .Va beh, poi c'è tutta la discussione che spiega il perchè delle varie definizioni ed allora io torno ad un concetto che mi pare importante, forse fondamentale, sollevato da Santos e che riassumo così "...mi sforzo di lavorare in arsenale rispettando la monografia che poi scopro non esttamente veritiera e allora perchè ho lavorato?" Risposta (del tutto personale): hai lavorato per fare un modello di nave che ti dia la sensazione della nave vera, indipendentemente dal fatto che ci sia un quinto in più o in meno o che la scala dei vari particolari sia perfetta o ragionevolmente approssimata. Anche se sei interessato al solo aspetto della perfezione realizzativa, rimane ininfluente il fatto che ci sia un quinto in più o in meno (uso sempre questo concetto per semplicità...). Insomma: come erano perfettamente le navi vere di 100 o 300 anni fa non lo sapremo mai. Se smontiamo la Victory e la rileviamo subiremo l'influenza delle modifiche. Se andiamo a vedere le tabelle di standardizzazione delle varie epoche non possiamo comunque escludere varianti fatte dai singoli costruttori (tutto si evolve da sempre...) o da esigenze di idoneità del materiale "legno". Se leggiamo i testi di riferimento, anche dell'epoca, non possiamo escludere prese di posizione sintetizzate o personalizzate. La standardizzazione come la intendiamo noi oggi è nata nella guerra di secessione americana, applicata alle armi. Figuriamoci nel 700, applicata alle navi in legno, con tutte le variabili che c'erano. Esempio recente: il Titanic è stato chiodato con chiodi in acciaio nelle parti rettilinee e con chiodi in ferro nelle parti curve, per esigenze di tecnologia ovvero in curva non si poteva usare la macchina automatica. Non credo ci sia una standardizzazione relativa...
Conclusione: "...e allora perchè ho lavorato?" = per fare un oggetto che ti dia una sensazione che ti piace. Una riproduzione fedelissima al 100% non la puoi avere su navi antiche, la costruzione in arsenale deve dare l'idea della complessità, della difficoltà del lavoro reale. Quando Santos Scrive "capire quello che sto facendo", io leggo "capire perchè quello che sto riproducendo era stato fatto in quel modo e non in un altro".
OK, questa è solo una mia personale opinione, di una notte di un giorno in cui sono stato forzatamente lontano dal mio cantiere. ciao e buonanotte. oldboy
oldboy- Forumnauta
Re: Dubbi Amletici
Buongiorno alla ciurma , vi rispondo alle Vostre perplessità in merito con una immagine di un manoscritto datato 1764 di architettura francese .
Deducete Voi l'affidabilita' tra libri d'epoca e quelli scritti di oggi.
mozzo
Deducete Voi l'affidabilita' tra libri d'epoca e quelli scritti di oggi.
mozzo
mozzo- Forumnauta
Re: Dubbi Amletici
Ciao Giuseppe hai centrato in pieno l'argomento base di questo mio topic, aperto appunto con dei dubbi ma per far notare che il modellismo in arsenale alla fine è solamente una espressione individuale ad un livello leggermente superiore rispetto al resto ma per quanto riguarda la vericità è solo una supposizione, anche testi come ha postato il nostro amico Francesco sono validi sussidi per avere una conoscenza propria in più ma rimangono tali.
Leggo molto spesso su come fare un certo perticolare tante belle parole su come veniva realizzato nel passato sino a spingersi all' inverosimile ma poi tutta questa trattazione sul semplice particolare era veramente usato per un determinato modello?
Come la storia del legno usato per questi modelli, si cerca di riprodurre tutto esattamente come era nel passato (sempre se ciò fosse possibile) e poi si costruisce il modello in pero che non ci azzecca nulla con la realtà (ma qui entra in gioco la venatura del legno) ma che senso ha estremizzare da un lato e minimizzare dall' altra?
Il modellismo (qui inserisco tutti i generi) deve essere un Hobby, un divertimento e va apprezzato sempre per quello che una determinata persona riesce a fare da un semplice modello di carta (come le mie figlie) alla royal caroline di Tombolesi per me sono due splendite esecuzioni, tutte e due hanno la perfezione dell' autore.
Quindi Giuseppe il punto è proprio questo:
Come già detto hai centrato in pieno questo mio topic.
Un salutone
Sandro
Leggo molto spesso su come fare un certo perticolare tante belle parole su come veniva realizzato nel passato sino a spingersi all' inverosimile ma poi tutta questa trattazione sul semplice particolare era veramente usato per un determinato modello?
Come la storia del legno usato per questi modelli, si cerca di riprodurre tutto esattamente come era nel passato (sempre se ciò fosse possibile) e poi si costruisce il modello in pero che non ci azzecca nulla con la realtà (ma qui entra in gioco la venatura del legno) ma che senso ha estremizzare da un lato e minimizzare dall' altra?
Il modellismo (qui inserisco tutti i generi) deve essere un Hobby, un divertimento e va apprezzato sempre per quello che una determinata persona riesce a fare da un semplice modello di carta (come le mie figlie) alla royal caroline di Tombolesi per me sono due splendite esecuzioni, tutte e due hanno la perfezione dell' autore.
Quindi Giuseppe il punto è proprio questo:
per fare un oggetto che ti dia una sensazione che ti piace.
Come già detto hai centrato in pieno questo mio topic.
Un salutone
Sandro
Ospite- Ospite
Re: Dubbi Amletici
Ciao Sandro ho seguito questo topic dalla sua apertura, ed ho avuto il piacere di leggere le opinioni di quanti sono intervenuti. Ma credo che la tua ultima analisi sia la piu' chiara e risolutiva di questo argomento. Poche parole, ma concretizzano l'essenza del modellismo.Il modellismo (qui inserisco tutti i generi) deve essere un Hobby, un divertimento e va apprezzato sempre per quello che una determinata persona riesce a fare da un semplice modello di carta (come le mie figlie) alla royal caroline di Tombolesi per me sono due splendite esecuzioni, tutte e due hanno la perfezione dell' autore.
Un abbraccio.
Maruzzella- Utente sostenitore
Re: Dubbi Amletici
ciao ragazzi!
belli tutti questi interventi.
solo per condividere tutti gli interventi: dalle iniziali "angoscie" di santos alle "rassicurazioni" di oldboy.
penso che il bello del modellismo sia costruirsi (con pazienza) e praticare un'idea personale e ragionata.
saluti a tutti
belli tutti questi interventi.
solo per condividere tutti gli interventi: dalle iniziali "angoscie" di santos alle "rassicurazioni" di oldboy.
penso che il bello del modellismo sia costruirsi (con pazienza) e praticare un'idea personale e ragionata.
saluti a tutti
_________________
gian paolo
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brggpl- Responsabile glossario sostenitore
Re: Dubbi Amletici
Ciao Italo penso che sia proprio questo lo spirito di un modellista almeno secondo il mio parere.
Ciao Gian Paolo angoscie??? no non le ho mai avute nel mondo del modellismo, conosco benissimo quali siano i miei limiti e quali sarebbero se avessi più denaro ma riesco a divertirmi con poco (uno spazzolino da denti, un pezzo di legno, due lastre di ottone e ora un pò di carta) l' importante è come dici giustamente te
Un saluto
Sandro
Ciao Gian Paolo angoscie??? no non le ho mai avute nel mondo del modellismo, conosco benissimo quali siano i miei limiti e quali sarebbero se avessi più denaro ma riesco a divertirmi con poco (uno spazzolino da denti, un pezzo di legno, due lastre di ottone e ora un pò di carta) l' importante è come dici giustamente te
e questo sta in tutte le cose che ho fatto e postato in questo forum; con questo non voglio essere frainteso per un guru del modellismo non lo potrei mai essere proprio perchè non mi soffermo mai sullo stesso genere ma spazio a 360° come si dice solitamente una semplice infarinata un pò su tutto o guasi.costruire (con pazienza ) e praticare un'idea personale e ragionata
Un saluto
Sandro
Ospite- Ospite
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