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Cannoni ad avancarica e retrocarica
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Forum Scuola di Modellismo :: Modellismo Statico :: Navimodellismo :: Architettura navale antica - Modellismo d'arsenale :: Maestri d'ascia
Pagina 1 di 1
Cannoni ad avancarica e retrocarica
Sulla monografia de La Belle il Boudriot esprime il concetto che per sparare da un bordo è indispensabile spostare l'alberatura di riserva sul bordo opposto e mettere a traino la scialuppa.
Operazioni che mi sembrano dettate dalla non conoscenza delle movimentazioni sul ponte in caso di battaglia. Pensate che all'avvistamento di una nave nemica armata bisognerebbe sganciare la scialuppa, togliere l'invaso dove alloggia ammararla, slegare i cannoni posti paralleli alla murata postarli e imbragarli sul sabordo, caricarli e indi porli pronti al fuoco. Mi sembrano troppo ferruginose tali manovre.
A suo tempo su altro forum furono aperte due discussioni sia sui cannoni Paixhans sia sulle carronate russe, che ebbero un ottimo seguito e dalle quali ho imparato molto andando ad acquistare e leggere libri che altrimenti non averi ami avuto.
Quindi apro qui una discussione sui cannoni a retrocarica sperando di ottenere notizie che confermino e come era il loro utilizzo in marina tra il 1500 e il 1700.
Per esempio su questo disegno vengono illustrati cannoni ad avancarica.
Mi sapete dire come sarebbe stato possibile movimentarli con il ponte ingombro di strutture inamovibili?
Esempio di cannone a mascolo
esempio di cannone ad avancarica
Che ne dite se approfondiamo la questione?
Ciao
Mario
Operazioni che mi sembrano dettate dalla non conoscenza delle movimentazioni sul ponte in caso di battaglia. Pensate che all'avvistamento di una nave nemica armata bisognerebbe sganciare la scialuppa, togliere l'invaso dove alloggia ammararla, slegare i cannoni posti paralleli alla murata postarli e imbragarli sul sabordo, caricarli e indi porli pronti al fuoco. Mi sembrano troppo ferruginose tali manovre.
A suo tempo su altro forum furono aperte due discussioni sia sui cannoni Paixhans sia sulle carronate russe, che ebbero un ottimo seguito e dalle quali ho imparato molto andando ad acquistare e leggere libri che altrimenti non averi ami avuto.
Quindi apro qui una discussione sui cannoni a retrocarica sperando di ottenere notizie che confermino e come era il loro utilizzo in marina tra il 1500 e il 1700.
Per esempio su questo disegno vengono illustrati cannoni ad avancarica.
Mi sapete dire come sarebbe stato possibile movimentarli con il ponte ingombro di strutture inamovibili?
Esempio di cannone a mascolo
esempio di cannone ad avancarica
Che ne dite se approfondiamo la questione?
Ciao
Mario
Ultima modifica di marioandreoli il Lun 17 Apr 2017 - 16:23 - modificato 1 volta.
marioandreoli- Forumnauta
Re: Cannoni ad avancarica e retrocarica
Per me interessante!
Assorbo tutto con estremo interesse ma non ci capisco molto quindi seguo ma senza dare un vero contributo.
Assorbo tutto con estremo interesse ma non ci capisco molto quindi seguo ma senza dare un vero contributo.
Dioramik- Forumnauta
Re: Cannoni ad avancarica e retrocarica
Non penso di sbagliarmi, ma ritengo che fin dai tempi antichi si fosse pensato di lanciare dei proiettili (sono stati rinvenuti proiettili in bronzo, talvolta con iscrizioni nel caso dei conflitti civili di carattere decisamente propagandistico, e quindi implicita dimostrazione della diffusione dell'alfabetismo, almeno in ambito militare), talvolta a uso specialistico. Per esempio attorno al Vallo di Adriano i romani usavano spesso proiettili con un buco e uno spazio contenente una più piccola biglia, in modo che il proiettile fischiasse terrorizzando i nemici. N.d.r. Nelal seconda guerra mondiale su suggerimento del Generaloberst (colonnello generale) Ernst Udet, capo del servizio tecnico della Luftwaffe (ma secondo altri l'idea fu dello stesso Adolf Hitler), sugli Stuka furono montate delle sirene azionate dal flusso dell'aria, chiamate "trombe di Gerico", il cui suono aveva effetti devastanti sul morale dei soldati nemici e della popolazione civile (l'idea fu ripresa da alcune unità dell'aviazione statunitense fino ai tempi della guerra in Corea)
Questo attrezzo era una fionda detta frombola e il fromboliere è colui che la usa. Il fromboliere più conosciuto è il re biblico Davide che con una frombola uccise il gigante Golia.
Intanto si era pensato di sostituire l'uomo nel lancio di pietre e furono inventati: la catapulta, il mangano, il trabucco o trabocco. Quest'ultimo era una macchina d'assedio di grandi dimensioni. Può essere considerato una sorta di catapulta, limitata però dalle sue dimensioni e dalla posizione fissa. Inoltre rinuncia alla propulsione elastica del proietto per utilizzare invece il principio della leva; si tratta infatti di un'applicazione pratica del principio della leva svantaggiosa di primo genere. Utilizzato esclusivamente negli assedi, era la più grande arma a tiro indiretto a disposizione degli eserciti medioevali.
I frombolieri cessarono di esistere nel Medioevo, quando la tecnica di costruzione delle armi rese più conveniente e più facile addestrare all'uso degli archi e delle balestre.
Questi però lanciavano proiettili diversi e quindi furono realizzate, grazie all'evento della polvere da sparo, le petriere che lanciavano pietre senza l'ausilio della forza umana o di leve come il trabucco piuttosto macchinoso.
Ora andrò in cerca di elementi sulla petriera.
Tra i pezzi a retrocarica troviamo a Venezia
- il moschetto da braga da 1 libbra, con un calibro di circa 45 mm e lungo intorno
al metro
- la petriera da mascolo e la petriera da braga da 6 libbre con 70 mm di calibro
e una lunghezza, codetta esclusa, di circa 1 metro;
- la petriera da braga da 12 libbre con un calibro di 95 mm e una lunghezza di
130 cm circa. Tutti i pezzi a retrocarica erano dotati di almeno due o tre mascoli,
specie di otturatore mobile a forma di boccale destinato a contenere la
carica di lancio ben chiusa da un tappo di legno; quelli da braga presentavano
in culatta un’armatura di ferro deputata ad accogliere e trattenere il mascolo.
Negli altri, meno comuni, la canna presentava in culatta un prolungamento
aperto superiormente per l’introduzione e il posizionamento del mascolo.
Tutti questi dati si riferiscono alle artiglierie di produzione statale e destinate
ad impiego militare navale e terrestre; i dati relativi a quelle prodotte per i
civili e destinate ad armare le imbarcazioni mercantili, su cui ancora non disponiamo
di sufficienti notizie, potevano variare nella lunghezza e nel peso in rapporto
alle particolari specifiche indicate dal committente. Alcuni documenti
testimoniano l’esistenza di cannoni petrieri ad avancarica di calibro mediogrosso
ma si tratta di casi non frequenti32: in una importante opera a stampa
della seconda metà del secolo troviamo elencati cannoni petrieri da 250, 200,
100 e 30 libbre.
Intanto posto due foto di petriere tratte dallo studio "Artiglierie navali in ambito veneziano: tipologia e tecniche di realizzazione di Marco Morin
Ciao.
Mario
Questo attrezzo era una fionda detta frombola e il fromboliere è colui che la usa. Il fromboliere più conosciuto è il re biblico Davide che con una frombola uccise il gigante Golia.
Intanto si era pensato di sostituire l'uomo nel lancio di pietre e furono inventati: la catapulta, il mangano, il trabucco o trabocco. Quest'ultimo era una macchina d'assedio di grandi dimensioni. Può essere considerato una sorta di catapulta, limitata però dalle sue dimensioni e dalla posizione fissa. Inoltre rinuncia alla propulsione elastica del proietto per utilizzare invece il principio della leva; si tratta infatti di un'applicazione pratica del principio della leva svantaggiosa di primo genere. Utilizzato esclusivamente negli assedi, era la più grande arma a tiro indiretto a disposizione degli eserciti medioevali.
I frombolieri cessarono di esistere nel Medioevo, quando la tecnica di costruzione delle armi rese più conveniente e più facile addestrare all'uso degli archi e delle balestre.
Questi però lanciavano proiettili diversi e quindi furono realizzate, grazie all'evento della polvere da sparo, le petriere che lanciavano pietre senza l'ausilio della forza umana o di leve come il trabucco piuttosto macchinoso.
Ora andrò in cerca di elementi sulla petriera.
Tra i pezzi a retrocarica troviamo a Venezia
- il moschetto da braga da 1 libbra, con un calibro di circa 45 mm e lungo intorno
al metro
- la petriera da mascolo e la petriera da braga da 6 libbre con 70 mm di calibro
e una lunghezza, codetta esclusa, di circa 1 metro;
- la petriera da braga da 12 libbre con un calibro di 95 mm e una lunghezza di
130 cm circa. Tutti i pezzi a retrocarica erano dotati di almeno due o tre mascoli,
specie di otturatore mobile a forma di boccale destinato a contenere la
carica di lancio ben chiusa da un tappo di legno; quelli da braga presentavano
in culatta un’armatura di ferro deputata ad accogliere e trattenere il mascolo.
Negli altri, meno comuni, la canna presentava in culatta un prolungamento
aperto superiormente per l’introduzione e il posizionamento del mascolo.
Tutti questi dati si riferiscono alle artiglierie di produzione statale e destinate
ad impiego militare navale e terrestre; i dati relativi a quelle prodotte per i
civili e destinate ad armare le imbarcazioni mercantili, su cui ancora non disponiamo
di sufficienti notizie, potevano variare nella lunghezza e nel peso in rapporto
alle particolari specifiche indicate dal committente. Alcuni documenti
testimoniano l’esistenza di cannoni petrieri ad avancarica di calibro mediogrosso
ma si tratta di casi non frequenti32: in una importante opera a stampa
della seconda metà del secolo troviamo elencati cannoni petrieri da 250, 200,
100 e 30 libbre.
Intanto posto due foto di petriere tratte dallo studio "Artiglierie navali in ambito veneziano: tipologia e tecniche di realizzazione di Marco Morin
Ciao.
Mario
marioandreoli- Forumnauta
Re: Cannoni ad avancarica e retrocarica
Altra artiglieria navale veneziana.
Faccio presente che le petriere, almeno quelle veneziane, furono utilizzate per molto tempo dopo il XVI secolo tanto da ritenere che si abbia avuto una standardizzazione di forme e calibri destinata, con lievi modifiche, a durare fino alla prima metà del XVIII secolo, tanto che il Boudriot ha pensato di installarle sulla Belle che in effetti è stata partorita nella seconda metà del secolo successivo.
Faccio presente inoltre che René Cavelier Signore de la Salle parti dal porto di La Rochelle, in Francia nel luglio del 1684, diretto al Golfo del Messico.
Le altre tre navi erano: Le Joly vascello a tre alberi dotato di 34 cannoni, L'Aimable era un flauto adibita al trasporto , la Sant-Francois un ketch, piccola imbarcazione a due alberi. Se il Boudriot ha ritenuto di poter dubitare sulla presenza dell' artiglieria sulla Belle facile che avesse pensato che bastavano i cannoni della Joly.
C'è però da sottolineare che gli spagnoli a suo tempo recuperarono "numerosi cannoni di marina (senza però specificare di che natura fossero n.d.r.) e attrezzature della nave, non potendo però recuperare il carico sommerso delle stive". Pag 22 della monografia
In base a questa asserzione sembrerebbe che I cannoni recuperati fossero installati sul ponte.
Di conseguenza la Belle avrebbe dovuto essere armata.
Ciao
Mario
Faccio presente che le petriere, almeno quelle veneziane, furono utilizzate per molto tempo dopo il XVI secolo tanto da ritenere che si abbia avuto una standardizzazione di forme e calibri destinata, con lievi modifiche, a durare fino alla prima metà del XVIII secolo, tanto che il Boudriot ha pensato di installarle sulla Belle che in effetti è stata partorita nella seconda metà del secolo successivo.
Faccio presente inoltre che René Cavelier Signore de la Salle parti dal porto di La Rochelle, in Francia nel luglio del 1684, diretto al Golfo del Messico.
Le altre tre navi erano: Le Joly vascello a tre alberi dotato di 34 cannoni, L'Aimable era un flauto adibita al trasporto , la Sant-Francois un ketch, piccola imbarcazione a due alberi. Se il Boudriot ha ritenuto di poter dubitare sulla presenza dell' artiglieria sulla Belle facile che avesse pensato che bastavano i cannoni della Joly.
C'è però da sottolineare che gli spagnoli a suo tempo recuperarono "numerosi cannoni di marina (senza però specificare di che natura fossero n.d.r.) e attrezzature della nave, non potendo però recuperare il carico sommerso delle stive". Pag 22 della monografia
In base a questa asserzione sembrerebbe che I cannoni recuperati fossero installati sul ponte.
Di conseguenza la Belle avrebbe dovuto essere armata.
Ciao
Mario
marioandreoli- Forumnauta
Re: Cannoni ad avancarica e retrocarica
L'utilizzo di cannoni ad avancarica (3 libbre) è possibile solo sparando da un bordo, dopo aver sgomberato il ponte amarrando la scialuppa, spostando il ricambio degli alberi sul bordo opposto e svincolando dal interno della murata i cannoni piazzandoli dopo averli caricati nei sabordi. Mi sembra un operazione abbastanza intricata e ferruginosa.
L'utilizzo di cannoni a retrocarica mi sembra una supposizione più inerente alla realtà, in quanto non abbisognano di movimentazione sul ponte e quindi tutte le strutture ivi postate non debbono essere rimosse ed i cannoni possono essere già postati davanti ai propri sabordi ovviamente chiusi.
Sorge il dubbio se cannoni a retrocarica fossero ancora in uso nel 1684. Probabilmente in effetti il cannone più piccolo disponibile era quello da 3 libbre in ferro, ma anche questo era decisamente molto ingombrante e, comunque, era ad avancarica: nel volume ARTILLERIE DE MER – FRANCE 1650-1850 gli unici pezzi a retrocarica a mascolo che vengono citati sono le colubrine (o petriere a retrocarica) da murata e/o per piccole imbarcazioni, largamente in uso nel ‘600 ma dismesse tra la fine del XVII secolo e l’inizio del ‘700.
Unica eccezione (che conferma la regola?) sembrerebbe un cannone a retrocarica da 2 libbre del 1730 circa, lunghezza totale di canna di 103cm, la cui foto è nel volume NAVAL GUNS di Hans Mehl, ma è un cannone olandese di cinquant’anni posteriore al periodo di cui stiamo parlando e non c'è traccia di cose del genere né sul volume di Boudriot né in quello di Caruana.
Comunque il 1684 viene prima del 1700 e se viene ricordato che la retrocarica fosse stata dismessa all'inizio del 1700 La Belle risulta entro il periodo d'uso di detta arma.
Inoltre essendo veneziano non posso dimenticare le galeazze.
L'unico disegno d'epoca in mio possesso è questo.
dove si vedono chiaramente vari pezzi di cannoni a retrocarica unica artiglieria utilizzabile in quel tipo di imbarcazione
La galeazza era dotata di 3 alberi a vele quadre (le più grandi avevano 4 alberi), castello di prua, castello di poppa e due ponti. Poteva portare dai 32 ai 46 banchi di rematori (remi a scalaccio) e montare 36 grossi cannoni, più altri di minor dimensione.
La galeazza era sviluppata sulla base di larghe galee mercantili dette galee grosse, da tempo non più convenienti in seguito alla riduzione dei traffici mediterranei. Poiché venivano convertite per l'uso militare dovevano essere tendenzialmente alte e larghe (anziché leggere); montavano un elevato numero di cannoni, che venivano posizionati per la maggior parte lungo i lati sparsi qua e là tra i remi e nel castello di prua.
Il modello della galeazza venne sviluppato dalla Repubblica di Venezia che riuscì quindi ad ottenere navi che potevano competere con le galee ordinarie.
Ne vennero costruite relativamente poche, ma ebbero comunque molta importanza. La loro prima apparizione fu nella battaglia di Lepanto del 7 ottobre 1571, durante la quale furono schierate sei galeazze veneziane come avanguardia al comando del provveditore Francesco Duodo. La loro potenza di fuoco e l'essere alte di bordo furono determinanti nel portare alla vittoria la flotta cristiana. Le galeazze vennero apprezzate anche dal grande ammiraglio veneziano Francesco Morosini, tanto che una di queste imbarcazioni fu da lui scelta come ammiraglia della flotta. Quattro galeazze, atte a tenere il mare, accompagnarono anche l'Invincibile Armata nel 1588 (ad es. La Girona).
Le acque poco profonde, le coste frastagliate, il clima mite e i venti debolmente variabili del Mediterraneo permisero alle galee e alle galeazze di sopravvivere fino agli inizi del XVIII secolo.
Quindi La Belle rientra in tale periodo.
Ciao
Mario
L'utilizzo di cannoni a retrocarica mi sembra una supposizione più inerente alla realtà, in quanto non abbisognano di movimentazione sul ponte e quindi tutte le strutture ivi postate non debbono essere rimosse ed i cannoni possono essere già postati davanti ai propri sabordi ovviamente chiusi.
Sorge il dubbio se cannoni a retrocarica fossero ancora in uso nel 1684. Probabilmente in effetti il cannone più piccolo disponibile era quello da 3 libbre in ferro, ma anche questo era decisamente molto ingombrante e, comunque, era ad avancarica: nel volume ARTILLERIE DE MER – FRANCE 1650-1850 gli unici pezzi a retrocarica a mascolo che vengono citati sono le colubrine (o petriere a retrocarica) da murata e/o per piccole imbarcazioni, largamente in uso nel ‘600 ma dismesse tra la fine del XVII secolo e l’inizio del ‘700.
Unica eccezione (che conferma la regola?) sembrerebbe un cannone a retrocarica da 2 libbre del 1730 circa, lunghezza totale di canna di 103cm, la cui foto è nel volume NAVAL GUNS di Hans Mehl, ma è un cannone olandese di cinquant’anni posteriore al periodo di cui stiamo parlando e non c'è traccia di cose del genere né sul volume di Boudriot né in quello di Caruana.
Comunque il 1684 viene prima del 1700 e se viene ricordato che la retrocarica fosse stata dismessa all'inizio del 1700 La Belle risulta entro il periodo d'uso di detta arma.
Inoltre essendo veneziano non posso dimenticare le galeazze.
L'unico disegno d'epoca in mio possesso è questo.
dove si vedono chiaramente vari pezzi di cannoni a retrocarica unica artiglieria utilizzabile in quel tipo di imbarcazione
La galeazza era dotata di 3 alberi a vele quadre (le più grandi avevano 4 alberi), castello di prua, castello di poppa e due ponti. Poteva portare dai 32 ai 46 banchi di rematori (remi a scalaccio) e montare 36 grossi cannoni, più altri di minor dimensione.
La galeazza era sviluppata sulla base di larghe galee mercantili dette galee grosse, da tempo non più convenienti in seguito alla riduzione dei traffici mediterranei. Poiché venivano convertite per l'uso militare dovevano essere tendenzialmente alte e larghe (anziché leggere); montavano un elevato numero di cannoni, che venivano posizionati per la maggior parte lungo i lati sparsi qua e là tra i remi e nel castello di prua.
Il modello della galeazza venne sviluppato dalla Repubblica di Venezia che riuscì quindi ad ottenere navi che potevano competere con le galee ordinarie.
Ne vennero costruite relativamente poche, ma ebbero comunque molta importanza. La loro prima apparizione fu nella battaglia di Lepanto del 7 ottobre 1571, durante la quale furono schierate sei galeazze veneziane come avanguardia al comando del provveditore Francesco Duodo. La loro potenza di fuoco e l'essere alte di bordo furono determinanti nel portare alla vittoria la flotta cristiana. Le galeazze vennero apprezzate anche dal grande ammiraglio veneziano Francesco Morosini, tanto che una di queste imbarcazioni fu da lui scelta come ammiraglia della flotta. Quattro galeazze, atte a tenere il mare, accompagnarono anche l'Invincibile Armata nel 1588 (ad es. La Girona).
Le acque poco profonde, le coste frastagliate, il clima mite e i venti debolmente variabili del Mediterraneo permisero alle galee e alle galeazze di sopravvivere fino agli inizi del XVIII secolo.
Quindi La Belle rientra in tale periodo.
Ciao
Mario
marioandreoli- Forumnauta
Re: Cannoni ad avancarica e retrocarica
Grazie Bruno.
A seguito di dubbi che mi perseguitano, ho interpellato l'amico Federico Ostan autore assieme a Giancarlo Bassi del Centro Studi e Ricerche Navali dell'Assciazione Navimodellisti Bolognesi della monografia della Palinuro e di due bellissimi e splendidi volumi: "Costruiamo un Modello di Nave a Vela". Questi due ricercatori stanno componendo un terzo volume dedicato all'artiglieria navale e per questo ho posto questo quesito.
"Ho iniziato una discussione sul uso di cannoni ad avancarica e a mascolo a retrocarica. Il Boudriot su la monografia de La Belle critica l'uso di cannoni ad avancarica ma li disegna ugualmente, inserendo nel disegno petriere sul capodibanda. Ho avuto sempre dubbi quando ho realizzato alcuni modelli, ma il Boudriot mi li ha in parte sollecitati. Ora anche sul tuo II volume a pag. 407 c'è il disegno in pianta della Revenge.
Ci sono disegnate petriere sui capidibanda e cannoni ad avancarica sul ponte. Passi su La Belle, che ha solo 3 cannoni per bordo, ma qui mi sai dire come si movimentano i cannoni per la ricarica? E' impossibile perché il loro arretramento è inficiato dalle strutture esistenti sul ponte. Mi sai dare una soluzione plausibile del perché non usano cannoni a mascolo e a retrocarica che all'epoca della Revange erano indubbiamente in uso?
Ho ricevuto pertanto questa risposta:
In tutta sincerità, non credo di poter risolvere il tuo dubbio che, detto tra noi, è anche il mio da sempre.
Esaminiamo La pubblicazione dell’Hachette ed i cannoni de La BELLE
Inutile dire che, per poter parlare (nel bene e nel male) di queste pubblicazioni, quando ne viene fuori una nuova compro sempre i primi fascicoli e così ho fatto anche questa volta (ho appena acquistato il terzo)
Alcune settimane fa, dopo aver acquistato il primo fascicolo ed in attesa del secondo, ho curiosato un po’ in giro per internet ed ho trovato il forum (se ricordo bene modellismo.net o qualcosa del genere), ho speso un mezzo pomeriggio a leggere le varie pagine con le “diversificate elucubrazioni” di gente varia e, ancora una volta, ho trovato conferma alla mia (ben radicata) opinione che evidentemente c’è in giro un sacco di gente che …….vabbè, lasciamo perdere.
Ho visto anche un paio di tuoi interventi che, assieme ad alcuni (pochissimi) altri, mi sono sembrati esprimere cose ragionevoli
Mi dici che si sta parlando dei cannoni e, in effetti, direi che lo stesso Boudriot ha lasciato dei grossi (anzi,enormi) dubbi al riguardo
Nel secondo fascicolo dell’Hachette, pubblicato all’inizio di Aprile, c’era il cannone e, come l’ho visto, ho iniziato a fare dei controlli sui disegni e libri vari
La Nota sull’artiglieria alla pag. 103 della monografia di Boudriot dice già tutto ma, in realtà…… non conclude nulla.
Nella monografia c’è il disegno del cannone e, se si accettano le note che ha scritto lo stesso autore, va bene così.
Però, a voler essere “pignoli” (e noi modellisti a volte lo siamo in maniera morbosa) nasce la domanda se la BELLE era armata o meno e, se era armata, qual’era il cannone più piccolo disponibile?
Chiaramente i sabordi c’erano, ma erano armati?
Probabilmente in effetti il cannone più piccolo disponibile era quello da 3 libbre in ferro, ma anche questo era decisamente molto ingombrante e, comunque, era ad avancarica: nel volume ARTILLERIE DE MER – FRANCE 1650-1850 gli unici pezzi a retrocarica a mascolo che vengono citati sono le colubrine (o petriere a retrocarica) da murata e/o per piccole imbarcazioni, largamente in uso nel ‘600 ma dismesse tra la fine del XVII secolo e l’inizio del ‘700.
I pezzi di “grosso calibro” a retrocarica a mascolo erano sicuramente in uso tra la fine del XV secolo e (forse) fino ai primi decenni del ‘600, ma poi (direi) furono sostituiti da quelli a avancarica dato che la “culatta a bicchiere” non garantiva certo una buona tenuta e si aveva quindi una perdita di gas che, per dare una sufficiente “spinta” alla palla, costringeva ad impiegare ad ogni tiro una quantità di polvere superiore a quella di un cannone ad avancarica.
Alla fine le petriere a mascolo rimasero ancora in uso solamente come piccoli calibri in quanto erano più semplici da caricare dato che, essendo montate su forcelle fisse, non arretravano per il rinculo ed in certe situazioni, se fossero state ad avancarica, il caricamento sarebbe stato assolutamente impossibile (nel volume di Landström THE ROYAL WARHIP VASA c’è un bellissimo disegno che evidenzia molto bene il concetto).
Andando ai “grossi calibri” (pezzi dalle 2-3 libbre in su), sia Boudriot nel suo già citato ARTILLERIE DE MER sia Caruana nel 1° Vol. della serie THE HISTORY OF THE ENGLISH SEA ORDNANCE parlano solo di “grossi calibri” ad avancarica e. oltretutto, mentre Boudriot inizia praticamente dall’epoca del Re Sole, Caruana parte addirittura da Enrico VIII, limitandosi però ad illustrare un paio di petriere a retrocarica su affusto da ponte solamente in quanto recuperate dalla Mary Rose (un bel disegno in prospettiva dello stesso cannone è anche nel volume MODELLI NAVALI di Curti),mentre per il resto sono tutti pezzi ad avancarica.
Unica eccezione (che conferma la regola?) sembrerebbe un cannone a retrocarica da 2 libbre del 1730 circa, lunghezza totale di canna di 103cm, la cui foto (che trovi in allegato) è nel volume NAVAL GUNS di Hans Mehl, ma è un cannone olandese di cinquant’anni posteriore al periodo di cui stiamo parlando e non ho trovato traccia di cose del genere né sul volume di Boudriot né in quello di Caruana.(Argomento già inserito nel post precedente)
Fra l’altro, mentre Caruana illustra anche pezzi da 3 libbre, sulle tavole di Boudriot il calibro minore è il 4 libbre, per cui sarei curioso di sapere il 3 libbre da dove è saltato fuori e, inoltre, ricordiamoci che, mentre i 4 libbre sono stati ritrovati nella stiva de La BELLE (ma erano destinati al forte) dei 3 libbre non è stato ritrovato niente, nemmeno un proiettile.
E allora? Solo petriere a murata? Oppure sei cannoni da 3 libbre trincati a murata e, in caso di necessità, si sarebbe visto come fare? Ricordiamoci che Boudriot cita “sei cannoni” menzionati nell’elenco delle dotazioni, ma non si sa di che tipo.
In conclusione, se si decide di rappresentare il modello con le artiglierie, a meno che non si riesca a trovare della documentazione riguardo pezzi ad avancarica di dimensioni ancora più piccole del 3 libbre (un 2 libbre con canna di 110-120cm al massimo?) l’unica soluzione possibile rimane quella descritta e disegnata da Boudriot, eventualmente valutando l’alternativa se posizionare i cannoni in batteria (praticamente assurdo in navigazione) oppure se metterli legati a murata.
Per quanto riguarda il disegno della REVENGE, è stato tratto da un volume pubblicato in Germania negli anni 50-60 del secolo scorso, volume nel quale sono riportate diverse ricostruzioni di navi storiche.
Sono ricostruzioni interessanti, soprattutto per quanto riguarda le strutture degli scafi e le velature, ma in parecchi di questi disegni sono raffigurate delle artiglierie decisamente “esagerate”: ti basti pensare che sul ponte superiore della REVENGE sono montati cannoni con una lunghezza di canna di circa 3.20 m., sul ponte inferiore sono disegnati cannoni con una lunghezza di canna di 3.50m e le colubrine a murata hanno una canna di 180cm circa.
Non ho mai fatto studi approfonditi al riguardo (non ancora perlomeno) ma, in tutta sincerità, mi sembrano un po’ eccessivi, soprattutto per quanto riguarda il ponte superiore e le colubrine a murata (tanto per fare un confronto, quelle disegnate da Boudriot per La Belle hanno una canna lunga circa 90cm).
Il 1° Vol. di Caruana comunque è una preziosissima fonte di informazioni (armamenti dei vari scafi a partire da Enrico VIII, tipi, dimensioni e calibri utilizzati nella Marina inglese nei vari periodi storici, ecc.) e appena comincerò ad organizzare il capitolo sulle artiglierie per il nostro 3° Vol. dovrò sicuramente investire diverse giornate di tempo per meglio studiare tutti questi dettagli.
Parlando poi del cannone, se per il modello vuoi pensare ad un’alternativa a retrocarica, ritengo che quello della foto possa essere un buon esempio su cui basarsi, anche se forse, essendo l’unico esempio, è un po’ “tirato per i capelli” (vedi post precedente).
Di sicuro direi che quello di Boudriot non mi convince per nulla e, per di più, quello dell’Hachette è uno schifo: la canna è OK, ma l’affusto è del tipo in uso dopo la metà del ‘700 (dopo il 1763 per l’esattezza) e, per di più, sbagliato:
La tavola di base va da una fiancata all’altra (dovrebbe essere solo nella parte centrale ad unire i due assali - vedi il 74 cannoni)
• La staffa di fermo degli orecchioni è mal sagomata (la parte semicircolare è troppo larga) e mancano i relativi fermi
• Manca tutta la ferramenta
• Il perno di fermo delle ruote è “indecente”
• Ciliegina sulla torta, la caviglia del cuneo per la regolazione dell’alzo non deve rimanere mezza fuori ma deve essere inserita nel foro con tutto il gambo
Comunque, visto che hai la monografia, ti basterà fare un confronto tra il disegno di Boudriot e quanto proposto dalla Hachette e ti renderai conto immediatamente che l’affusto della Hachette è un concentrato di stupidaggini
Olter a Federico Ostan ho pure interpellato Matiz (Tiziano) che ritengo un vero modellista perché ha fatto tutte le ricerche riguardanti la monografia dei 74 cannoni, lo sta realizzando da un albero di pero ed inoltre perché formula delle critiche positive corredate da soluzioni logiche come questa.
"Credo che i mantelletti fossero verticali, Boudriot deve avere sbagliato nel disegnarli, comunque, i gangheri dovevano essere contrapposti per non permettere che il mantelletto si sfilasse, orizzontale o verticale che fosse"
Come vedete anche il Boudriot può sbagliare e ritenere logiche alcune sue considerazioni. Bisogna tener presente però che il Boudriot nelle sue monografie invita il modellista ad intervenire con argomentazioni motivate come questa per esempio.
Solo con interventi di questo genere sono riuscito ad imparare e migliorare la mia cultura, purtroppo non la mia manualità.
Io non sono un gran modellista ma di artiglieria cinquecentesca (che poi è durata fino al 1700 senza troppe variazioni) ne conosco il funzionamento in quanto da molti anni partecipo in prima persona a rievocazioni storiche dove vengono simulate battaglie con cannoni sia a avancarica che a mancolo pur di campagna. Ecco due esempi
Assicuro che per la manipolazione di quelli ad avancarica occorre dello spazio che sulla Belle non ci sarebbe .
Non ho solo letto dei libri, ma ho pure messo in pratica quello che ho letto. Quei cannoni e molti altri sono auto costruiti e perfettamente funzionanti copiando modelli esistenti nei musei.
Inoltre abitando a Venezia ho la fortuna di accedere (come ricercatore e rievocatore storico) all Arsenale e al Museo Navale dove sono conservate opere sia in originale che in scala (modelli) a partire dal motore dell'Elettra di Marconi.
Desidero far presente che tutti i studiosi di storia medioevale e rinascimentale ritenevano fino a poco tempo fa che le rievocazioni storiche fossero delle carnevalate. Dopo una nostra collaborazione con Franco Cardini si sono ricreduti in quanto la storia vissuta, come la viviamo noi, li aiutava nel loro lavoro di studio e critica.
Attenzione! Se non si dibatte e non ci si confronta non si progredisce. Pensate che se l'uomo avesse aspettato solo che intervenisse lo studioso di turno e non avesse fato delle ricerche tante invenzioni non sarebbero mai state realtà. L'uomo è progredito confrontandosi e ricercando la soluzione a volte uscita per caso, che senza i vari tentativi sarebbe stata per sempre nel limbo.
Concludo pertanto questo mio intervento tirando questa conclusione:
Su la Belle l'utilizzo di cannoni ad avancarica (3 libbre) è possibile solo sparando da un bordo, dopo aver sgomberato il ponte amarrando la scialuppa, spostando il ricambio degli alberi sul bordo opposto e svincolando dal interno della murata i cannoni piazzandoli dopo averli caricati nei sabordi. Se poi si cambia mura, cosa che a vela è una consuetudine con conseguente movimento di personale sul ponte per ricomporre la velatura , viene fuori una certa confusione, Mi sembra un operazione abbastanza intricata e ferruginosa.
L'utilizzo di cannoni a retrocarica mi sembra una supposizione più inerente alla realtà, in quanto non abbisognano di movimentazione sul ponte e quindi tutte le strutture ivi postate non debbono essere rimosse e i cannoni possono essere già impostati davanti ai propri sabordi.
Tutto ciò non certo per modificare quanto già sviluppato dal Boudriot, ma per capire come potevano essere veramente le cose nel passato, attingendo da più fonti e confrontando gli studi e le ricerche effettuate da molti insigni studiosi. Così si impara e si progredisce.
Ciao
Mario
A seguito di dubbi che mi perseguitano, ho interpellato l'amico Federico Ostan autore assieme a Giancarlo Bassi del Centro Studi e Ricerche Navali dell'Assciazione Navimodellisti Bolognesi della monografia della Palinuro e di due bellissimi e splendidi volumi: "Costruiamo un Modello di Nave a Vela". Questi due ricercatori stanno componendo un terzo volume dedicato all'artiglieria navale e per questo ho posto questo quesito.
"Ho iniziato una discussione sul uso di cannoni ad avancarica e a mascolo a retrocarica. Il Boudriot su la monografia de La Belle critica l'uso di cannoni ad avancarica ma li disegna ugualmente, inserendo nel disegno petriere sul capodibanda. Ho avuto sempre dubbi quando ho realizzato alcuni modelli, ma il Boudriot mi li ha in parte sollecitati. Ora anche sul tuo II volume a pag. 407 c'è il disegno in pianta della Revenge.
Ci sono disegnate petriere sui capidibanda e cannoni ad avancarica sul ponte. Passi su La Belle, che ha solo 3 cannoni per bordo, ma qui mi sai dire come si movimentano i cannoni per la ricarica? E' impossibile perché il loro arretramento è inficiato dalle strutture esistenti sul ponte. Mi sai dare una soluzione plausibile del perché non usano cannoni a mascolo e a retrocarica che all'epoca della Revange erano indubbiamente in uso?
Ho ricevuto pertanto questa risposta:
In tutta sincerità, non credo di poter risolvere il tuo dubbio che, detto tra noi, è anche il mio da sempre.
Esaminiamo La pubblicazione dell’Hachette ed i cannoni de La BELLE
Inutile dire che, per poter parlare (nel bene e nel male) di queste pubblicazioni, quando ne viene fuori una nuova compro sempre i primi fascicoli e così ho fatto anche questa volta (ho appena acquistato il terzo)
Alcune settimane fa, dopo aver acquistato il primo fascicolo ed in attesa del secondo, ho curiosato un po’ in giro per internet ed ho trovato il forum (se ricordo bene modellismo.net o qualcosa del genere), ho speso un mezzo pomeriggio a leggere le varie pagine con le “diversificate elucubrazioni” di gente varia e, ancora una volta, ho trovato conferma alla mia (ben radicata) opinione che evidentemente c’è in giro un sacco di gente che …….vabbè, lasciamo perdere.
Ho visto anche un paio di tuoi interventi che, assieme ad alcuni (pochissimi) altri, mi sono sembrati esprimere cose ragionevoli
Mi dici che si sta parlando dei cannoni e, in effetti, direi che lo stesso Boudriot ha lasciato dei grossi (anzi,enormi) dubbi al riguardo
Nel secondo fascicolo dell’Hachette, pubblicato all’inizio di Aprile, c’era il cannone e, come l’ho visto, ho iniziato a fare dei controlli sui disegni e libri vari
La Nota sull’artiglieria alla pag. 103 della monografia di Boudriot dice già tutto ma, in realtà…… non conclude nulla.
Nella monografia c’è il disegno del cannone e, se si accettano le note che ha scritto lo stesso autore, va bene così.
Però, a voler essere “pignoli” (e noi modellisti a volte lo siamo in maniera morbosa) nasce la domanda se la BELLE era armata o meno e, se era armata, qual’era il cannone più piccolo disponibile?
Chiaramente i sabordi c’erano, ma erano armati?
Probabilmente in effetti il cannone più piccolo disponibile era quello da 3 libbre in ferro, ma anche questo era decisamente molto ingombrante e, comunque, era ad avancarica: nel volume ARTILLERIE DE MER – FRANCE 1650-1850 gli unici pezzi a retrocarica a mascolo che vengono citati sono le colubrine (o petriere a retrocarica) da murata e/o per piccole imbarcazioni, largamente in uso nel ‘600 ma dismesse tra la fine del XVII secolo e l’inizio del ‘700.
I pezzi di “grosso calibro” a retrocarica a mascolo erano sicuramente in uso tra la fine del XV secolo e (forse) fino ai primi decenni del ‘600, ma poi (direi) furono sostituiti da quelli a avancarica dato che la “culatta a bicchiere” non garantiva certo una buona tenuta e si aveva quindi una perdita di gas che, per dare una sufficiente “spinta” alla palla, costringeva ad impiegare ad ogni tiro una quantità di polvere superiore a quella di un cannone ad avancarica.
Alla fine le petriere a mascolo rimasero ancora in uso solamente come piccoli calibri in quanto erano più semplici da caricare dato che, essendo montate su forcelle fisse, non arretravano per il rinculo ed in certe situazioni, se fossero state ad avancarica, il caricamento sarebbe stato assolutamente impossibile (nel volume di Landström THE ROYAL WARHIP VASA c’è un bellissimo disegno che evidenzia molto bene il concetto).
Andando ai “grossi calibri” (pezzi dalle 2-3 libbre in su), sia Boudriot nel suo già citato ARTILLERIE DE MER sia Caruana nel 1° Vol. della serie THE HISTORY OF THE ENGLISH SEA ORDNANCE parlano solo di “grossi calibri” ad avancarica e. oltretutto, mentre Boudriot inizia praticamente dall’epoca del Re Sole, Caruana parte addirittura da Enrico VIII, limitandosi però ad illustrare un paio di petriere a retrocarica su affusto da ponte solamente in quanto recuperate dalla Mary Rose (un bel disegno in prospettiva dello stesso cannone è anche nel volume MODELLI NAVALI di Curti),mentre per il resto sono tutti pezzi ad avancarica.
Unica eccezione (che conferma la regola?) sembrerebbe un cannone a retrocarica da 2 libbre del 1730 circa, lunghezza totale di canna di 103cm, la cui foto (che trovi in allegato) è nel volume NAVAL GUNS di Hans Mehl, ma è un cannone olandese di cinquant’anni posteriore al periodo di cui stiamo parlando e non ho trovato traccia di cose del genere né sul volume di Boudriot né in quello di Caruana.(Argomento già inserito nel post precedente)
Fra l’altro, mentre Caruana illustra anche pezzi da 3 libbre, sulle tavole di Boudriot il calibro minore è il 4 libbre, per cui sarei curioso di sapere il 3 libbre da dove è saltato fuori e, inoltre, ricordiamoci che, mentre i 4 libbre sono stati ritrovati nella stiva de La BELLE (ma erano destinati al forte) dei 3 libbre non è stato ritrovato niente, nemmeno un proiettile.
E allora? Solo petriere a murata? Oppure sei cannoni da 3 libbre trincati a murata e, in caso di necessità, si sarebbe visto come fare? Ricordiamoci che Boudriot cita “sei cannoni” menzionati nell’elenco delle dotazioni, ma non si sa di che tipo.
In conclusione, se si decide di rappresentare il modello con le artiglierie, a meno che non si riesca a trovare della documentazione riguardo pezzi ad avancarica di dimensioni ancora più piccole del 3 libbre (un 2 libbre con canna di 110-120cm al massimo?) l’unica soluzione possibile rimane quella descritta e disegnata da Boudriot, eventualmente valutando l’alternativa se posizionare i cannoni in batteria (praticamente assurdo in navigazione) oppure se metterli legati a murata.
Per quanto riguarda il disegno della REVENGE, è stato tratto da un volume pubblicato in Germania negli anni 50-60 del secolo scorso, volume nel quale sono riportate diverse ricostruzioni di navi storiche.
Sono ricostruzioni interessanti, soprattutto per quanto riguarda le strutture degli scafi e le velature, ma in parecchi di questi disegni sono raffigurate delle artiglierie decisamente “esagerate”: ti basti pensare che sul ponte superiore della REVENGE sono montati cannoni con una lunghezza di canna di circa 3.20 m., sul ponte inferiore sono disegnati cannoni con una lunghezza di canna di 3.50m e le colubrine a murata hanno una canna di 180cm circa.
Non ho mai fatto studi approfonditi al riguardo (non ancora perlomeno) ma, in tutta sincerità, mi sembrano un po’ eccessivi, soprattutto per quanto riguarda il ponte superiore e le colubrine a murata (tanto per fare un confronto, quelle disegnate da Boudriot per La Belle hanno una canna lunga circa 90cm).
Il 1° Vol. di Caruana comunque è una preziosissima fonte di informazioni (armamenti dei vari scafi a partire da Enrico VIII, tipi, dimensioni e calibri utilizzati nella Marina inglese nei vari periodi storici, ecc.) e appena comincerò ad organizzare il capitolo sulle artiglierie per il nostro 3° Vol. dovrò sicuramente investire diverse giornate di tempo per meglio studiare tutti questi dettagli.
Parlando poi del cannone, se per il modello vuoi pensare ad un’alternativa a retrocarica, ritengo che quello della foto possa essere un buon esempio su cui basarsi, anche se forse, essendo l’unico esempio, è un po’ “tirato per i capelli” (vedi post precedente).
Di sicuro direi che quello di Boudriot non mi convince per nulla e, per di più, quello dell’Hachette è uno schifo: la canna è OK, ma l’affusto è del tipo in uso dopo la metà del ‘700 (dopo il 1763 per l’esattezza) e, per di più, sbagliato:
La tavola di base va da una fiancata all’altra (dovrebbe essere solo nella parte centrale ad unire i due assali - vedi il 74 cannoni)
• La staffa di fermo degli orecchioni è mal sagomata (la parte semicircolare è troppo larga) e mancano i relativi fermi
• Manca tutta la ferramenta
• Il perno di fermo delle ruote è “indecente”
• Ciliegina sulla torta, la caviglia del cuneo per la regolazione dell’alzo non deve rimanere mezza fuori ma deve essere inserita nel foro con tutto il gambo
Comunque, visto che hai la monografia, ti basterà fare un confronto tra il disegno di Boudriot e quanto proposto dalla Hachette e ti renderai conto immediatamente che l’affusto della Hachette è un concentrato di stupidaggini
Olter a Federico Ostan ho pure interpellato Matiz (Tiziano) che ritengo un vero modellista perché ha fatto tutte le ricerche riguardanti la monografia dei 74 cannoni, lo sta realizzando da un albero di pero ed inoltre perché formula delle critiche positive corredate da soluzioni logiche come questa.
"Credo che i mantelletti fossero verticali, Boudriot deve avere sbagliato nel disegnarli, comunque, i gangheri dovevano essere contrapposti per non permettere che il mantelletto si sfilasse, orizzontale o verticale che fosse"
Come vedete anche il Boudriot può sbagliare e ritenere logiche alcune sue considerazioni. Bisogna tener presente però che il Boudriot nelle sue monografie invita il modellista ad intervenire con argomentazioni motivate come questa per esempio.
Solo con interventi di questo genere sono riuscito ad imparare e migliorare la mia cultura, purtroppo non la mia manualità.
Io non sono un gran modellista ma di artiglieria cinquecentesca (che poi è durata fino al 1700 senza troppe variazioni) ne conosco il funzionamento in quanto da molti anni partecipo in prima persona a rievocazioni storiche dove vengono simulate battaglie con cannoni sia a avancarica che a mancolo pur di campagna. Ecco due esempi
Assicuro che per la manipolazione di quelli ad avancarica occorre dello spazio che sulla Belle non ci sarebbe .
Non ho solo letto dei libri, ma ho pure messo in pratica quello che ho letto. Quei cannoni e molti altri sono auto costruiti e perfettamente funzionanti copiando modelli esistenti nei musei.
Inoltre abitando a Venezia ho la fortuna di accedere (come ricercatore e rievocatore storico) all Arsenale e al Museo Navale dove sono conservate opere sia in originale che in scala (modelli) a partire dal motore dell'Elettra di Marconi.
Desidero far presente che tutti i studiosi di storia medioevale e rinascimentale ritenevano fino a poco tempo fa che le rievocazioni storiche fossero delle carnevalate. Dopo una nostra collaborazione con Franco Cardini si sono ricreduti in quanto la storia vissuta, come la viviamo noi, li aiutava nel loro lavoro di studio e critica.
Attenzione! Se non si dibatte e non ci si confronta non si progredisce. Pensate che se l'uomo avesse aspettato solo che intervenisse lo studioso di turno e non avesse fato delle ricerche tante invenzioni non sarebbero mai state realtà. L'uomo è progredito confrontandosi e ricercando la soluzione a volte uscita per caso, che senza i vari tentativi sarebbe stata per sempre nel limbo.
Concludo pertanto questo mio intervento tirando questa conclusione:
Su la Belle l'utilizzo di cannoni ad avancarica (3 libbre) è possibile solo sparando da un bordo, dopo aver sgomberato il ponte amarrando la scialuppa, spostando il ricambio degli alberi sul bordo opposto e svincolando dal interno della murata i cannoni piazzandoli dopo averli caricati nei sabordi. Se poi si cambia mura, cosa che a vela è una consuetudine con conseguente movimento di personale sul ponte per ricomporre la velatura , viene fuori una certa confusione, Mi sembra un operazione abbastanza intricata e ferruginosa.
L'utilizzo di cannoni a retrocarica mi sembra una supposizione più inerente alla realtà, in quanto non abbisognano di movimentazione sul ponte e quindi tutte le strutture ivi postate non debbono essere rimosse e i cannoni possono essere già impostati davanti ai propri sabordi.
Tutto ciò non certo per modificare quanto già sviluppato dal Boudriot, ma per capire come potevano essere veramente le cose nel passato, attingendo da più fonti e confrontando gli studi e le ricerche effettuate da molti insigni studiosi. Così si impara e si progredisce.
Ciao
Mario
marioandreoli- Forumnauta
Re: Cannoni ad avancarica e retrocarica
Ho personalmente assistito alla movimentazione per i tiri con artiglieria da campagna ad avancarica, che posso affermare non priva di manovre che prevedono un certo spazio e quindi per meglio comprendere l'utilizzo di analoga artiglieria in campo navale, dove lo spazio è decisamente ristretto, ho cercato di trovare delle note che riguardano sia il personale addetto alla movimentazione, che le attrezzature atte a farlo funzionare.
Il personale impiegato per il funzionamento era costituito da un Comandante di Sezione ed una squadra formata da un Sergente, due cannonieri e quattro serventi.
I cannonieri erano responsabili del puntamento del pezzo sia per la gittata che per la direzione.
L’alzo veniva modificato utilizzando zeppe di legno sotto la canna.
I quattro serventi – due di destra e due di sinistra – servivano per l’armamento e lo sparo: i primi due per il caricamento, il secondo di sinistra era addetto all’innesco, il secondo di destra per l’accensione dell’innesco.
Effettuato il caricamento con il calcatoio si battevano sette colpi di intasamento per comprimere la carica che successivamente veniva bucata con uno spillone attraverso un forellino praticato sulla culatta (il cosiddetto foro focone); si immetteva poi dallo stesso foro la polvere per l’innesco che si infiammava con un “buttafuoco” (miccia a lenta combustione).
Dopo ogni colpo sparato si effettuava lo scovolamento per pulire l’interno della bocca da fuoco per eliminare i residui carboniosi dello sparo; per poter ottenere anche il raffreddamento della canna si impiegava uno scovolo umido di acqua.
Il Comandante impartiva tutti gli ordini sia per la messa in batteria del pezzo che per il relativo funzionamento.
Ecco le attrezzature necessarie per il funzionamento di un pezzo ad avancarica sistemato in un ponte inferiore
e sulla tolda
certo che non tutto ciò era deposto sulla tolda in quanto micce, polveri ecc non potevano rimanere alle intemperie e quindi venivano sistemate al momento della battaglia dai mozzi prelevandole dalla santabarbara. Si capisce che in caso di battaglia, ammarare la lancia, spostare l'invasatura e gli alberi di ricambio. sistemare i cannoni sui sabordi e manovrare le vele non era certo cosa funzionale.
Mi sono chiesto inoltre se il combattimento bordo contro bordo con le due navi incrocianti poteva continuare con l'inversione della rotta cambiando mura con conseguente ricomposizione della velatura. Allora il concetto di combattere da un solo bordo non sarebbe giustificabile e quindi la supposizione del Boudriot non sarebbe supportata dalla eventuale realtà perchè ricomporre sul alto opposto tutto l'armamentario diventerebbe troppo ferruginoso per non dire impossibile in quanto la rapidità di fuoco era l'elemento decisivo. In questo gli inglesi erano maestri, dal momento che i loro equipaggi migliori, composti da sei serventi, riuscivano a pulire, caricare e rimettere in punteria un pezzo in circa 90 secondi. Gran parte delle quasi ininterrotte vittorie che hanno riportato per secoli sui mari è dovuta proprio alla superiorità in questo campo: a Trafalgar, per esempio, i cannonieri della Victory o del Royal Sovereign (la nave di Collingwood, il vice di Nelson, un tenace fautore dell'addestramento al tiro) sparavano tre volte più veloci di francesi e spagnoli.
Ciao
Mario
Il personale impiegato per il funzionamento era costituito da un Comandante di Sezione ed una squadra formata da un Sergente, due cannonieri e quattro serventi.
I cannonieri erano responsabili del puntamento del pezzo sia per la gittata che per la direzione.
L’alzo veniva modificato utilizzando zeppe di legno sotto la canna.
I quattro serventi – due di destra e due di sinistra – servivano per l’armamento e lo sparo: i primi due per il caricamento, il secondo di sinistra era addetto all’innesco, il secondo di destra per l’accensione dell’innesco.
Effettuato il caricamento con il calcatoio si battevano sette colpi di intasamento per comprimere la carica che successivamente veniva bucata con uno spillone attraverso un forellino praticato sulla culatta (il cosiddetto foro focone); si immetteva poi dallo stesso foro la polvere per l’innesco che si infiammava con un “buttafuoco” (miccia a lenta combustione).
Dopo ogni colpo sparato si effettuava lo scovolamento per pulire l’interno della bocca da fuoco per eliminare i residui carboniosi dello sparo; per poter ottenere anche il raffreddamento della canna si impiegava uno scovolo umido di acqua.
Il Comandante impartiva tutti gli ordini sia per la messa in batteria del pezzo che per il relativo funzionamento.
Ecco le attrezzature necessarie per il funzionamento di un pezzo ad avancarica sistemato in un ponte inferiore
e sulla tolda
certo che non tutto ciò era deposto sulla tolda in quanto micce, polveri ecc non potevano rimanere alle intemperie e quindi venivano sistemate al momento della battaglia dai mozzi prelevandole dalla santabarbara. Si capisce che in caso di battaglia, ammarare la lancia, spostare l'invasatura e gli alberi di ricambio. sistemare i cannoni sui sabordi e manovrare le vele non era certo cosa funzionale.
Mi sono chiesto inoltre se il combattimento bordo contro bordo con le due navi incrocianti poteva continuare con l'inversione della rotta cambiando mura con conseguente ricomposizione della velatura. Allora il concetto di combattere da un solo bordo non sarebbe giustificabile e quindi la supposizione del Boudriot non sarebbe supportata dalla eventuale realtà perchè ricomporre sul alto opposto tutto l'armamentario diventerebbe troppo ferruginoso per non dire impossibile in quanto la rapidità di fuoco era l'elemento decisivo. In questo gli inglesi erano maestri, dal momento che i loro equipaggi migliori, composti da sei serventi, riuscivano a pulire, caricare e rimettere in punteria un pezzo in circa 90 secondi. Gran parte delle quasi ininterrotte vittorie che hanno riportato per secoli sui mari è dovuta proprio alla superiorità in questo campo: a Trafalgar, per esempio, i cannonieri della Victory o del Royal Sovereign (la nave di Collingwood, il vice di Nelson, un tenace fautore dell'addestramento al tiro) sparavano tre volte più veloci di francesi e spagnoli.
Ciao
Mario
marioandreoli- Forumnauta
Re: Cannoni ad avancarica e retrocarica
Grandioso Mario, personalmente a me stai aprendo un mondo, seppur appassionato di storia militare non sono mai andato a fondo alle cose come stai facendo tu.
Complimenti.
Interessantissimo.
Silvio.
Complimenti.
Interessantissimo.
Silvio.
Dioramik- Forumnauta
Re: Cannoni ad avancarica e retrocarica
Sane Dioramik la me fameha l' ha origin da Lajo de Cadore. La me nona l'era 'na De Donà Thecone.
Sane e mandi fradis!
E che non mi si venga a dire che in Francia tale pezzo d'artiglieria non era praticato perché questo è un reperto francese
Ciao
Mario
Sane e mandi fradis!
E che non mi si venga a dire che in Francia tale pezzo d'artiglieria non era praticato perché questo è un reperto francese
Ciao
Mario
marioandreoli- Forumnauta
Re: Cannoni ad avancarica e retrocarica
Finalmente una risposta al quesito cannoni su La Belle degna di attenzione.
Lunedì, 08.05.2017
Ciao Mario, era un po’ che non ci sentivamo.
Ieri, in un uggioso pomeriggio domenicale di pioggia, stanco di lavorare ad un (brigoso) disegno del 3° Vol., ho “fatto un giro” su internet per vedere che novità ci potevano essere riguardo La BELLE e, ovviamente, ho scoperto che i forum e le discussioni al riguardo stanno proliferando a dismisura.
Ho letto con interesse i tuoi scritti (come fai a reggere TRE forum contemporaneamente ??? Non ti scoppia “la virilita”?) e, se mi perdoni la battuta cattiva, direi che sta proprio venendo fuori un bel pasticcio (in pratica tante ma….confuse idee).
Ho allora deciso di aggiungere alcune (forse “non poche”) righe a quanto ti avevo già inviato: bada bene, l’intenzione sarebbe quella di provare a suggerire qualche soluzione, se poi invece il risultato sarà di ”aumentare il casino”, non tenerne conto e….. non cancellarmi dalla lista dei tuoi amici.
Andiamo per ordine cominciando dagli argomenti più vecchi
I CANNONI
Ho molto “rimuginato” su quel discorso e, tanto per cominciare, mi sembra che basarsi su quello che il Boudriot scrive riguardo la messa in batteria di un 36 libbre sia abbastanza “azzardato”: un 36 libbre era una “bestia inumana”, pesava 3.647 Kg che, con l’affusto, andavano probabilmente vicino alle 4 tonnellate, mentre un cannone da 3 libbre pesava, completo di affusto, circa 4,5 q.li (ho fatto un calcolo veloce, ma non penso ci possano essere differenze significative) e, anziché una palla da 17,622 kg (perdona la precisione al grammo ma sai com’è, purtroppo mi porto dietro la “tara” di una laurea in ingegneria) sparava una “biglia” da circa 1,5kg.
Questo chiaramente significava un rinculo ben inferiore, che risultava perfettamente controllabile da pochi serventi e poteva essere (sicuramente?) frenato prima che il pezzo andasse a sbattere contro le strutture centrali dello scafo.
Ovviamente le mie sono ipotesi, ma se si guardano i disegni di piccoli scafi armati con artiglierie di piccolo calibro, si potrà notare che, il più delle volte, non c’è assolutamente lo spazio per un rinculo “completo” che possa portare la volata ben all’interno della murata.
Un esempio è dato anche dal BERLIN, i cui disegni ho “MOLTO STUDIATO” per la costruzione del modello: sul cassero e nella cabina del comandante ci sono quattro pezzi da 2 libbre (ad avancarica!!) ma, nonostante siano lunghi in totale circa un metro e mezzo (anziché 175cm come quelli de La BELLE), non hanno assolutamente lo spazio per arretrare più di tanto, ma solo quanto serve a far rientrare la volata all’interno dei sabordi per poter chiudere eventualmente il portello (quelli dentro la cabina) .
E allora?
Ti dirò che ho dovuto andare a “rivangare” nella mia “vacillante memoria” per ricordarmi come avevo “acquietato la mia puntigliosa coscienza” riguardo a tale amletico dubbio e mi è venuto in mente che il tutto si era basato su qualcosa che avevo visto da qualche parte non so quando e non so dove (notare la precisione della mia citazione iconografica) ed ho cominciato a scartabellare a tutto spiano libri e disegni, ma senza assolutamente ritrovare quello che (mi sembra di ricordare) avevo visto e quanto cercavo (sai com’è, gli anni, l’età, gli stravizi,….)
Poi, consultando il volume di Boudriot sull’artiglieria di mare francese, ho trovato la figura che ti allego: non è assolutamente quello che cercavo, ma rende l’idea.
In pratica: è ovvio che per un cannone di grosso calibro disposto sottocoperta ci vuole un sacco di spazio, ma un pezzo di piccolo calibro, disposto sul ponte scoperto, può essere benissimo caricato anche se la volata non è rientrata all’interno dello scafo, purché ci sia la possibilità di scavalcare “abbastanza agevolmente” il capodibanda e ci siano “un po’ di cose” (parasartie, sartie o altro) che diano un minimo di sicurezza a chi effettua l’operazione, in modo da limitare il rischio che possa cadere in mare.
E se l’operazione era possibile per una “grossa boccia” come quella della figura, a maggior ragione non avrebbe certo dato grossi problemi per una palla da 3 libbre (neanche un chilo e mezzo) con un diametro di 7cm.
Per di più La BELLE era stata pensata per esplorazione fluviale, in America avrebbe dovuto arrivarci smontata e se ha fatto la traversata con i suoi mezzi l’ha fatta sotto la copertura delle artiglierie di una nave ben più grossa: La BELLE non era stata costruita per combattere in mare (cosa avrebbe potuto fare contro un corsaro inglese o olandese con tre cannoni da tre libbre per bordo?) ma, al massimo, in un fiume e/o in acque interne per cui l’attrezzatura e l’armamento avrebbero dovuto servire per difendersi dai nativi armati di archi e frecce e, se ci fosse mai stato da utilizzare i cannoni, sarebbero stati impiegati in un fiume, con acque calme e con l’unico rischio per chi si sporgeva fuori murata di beccarsi una freccia dagli indiani.
Per inciso, la documentazione che non ho ritrovato era un bellissimo schizzo del caricamento di un (piccolo) pezzo di un cutter o di uno schooner armato, con due serventi (su un totale di tre o quattro in tutto) che, a cavalcioni della murata (o in piedi sui parasartie), si sporgevano fuori bordo tenendosi con una mano alle sartie (o qualcosa del genere) e con l’altra azionando uno il calcatoio mentre l’altro aveva in mano la palla e aspettava di inserirla nella bocca.
In conclusione:
Il pezzo da 3 libbre è decisamente “azzardato” ma, a mio parere, ci sono solo un paio di alternative: o si fa atto di fede rispetto a quanto disegnato da Boudriot, oppure si può ipotizzare un pezzo da 2 libbre con una lunghezza totale di 150cm circa.
Se lo avevano gli olandesi (e riguardo a questo Szymansky, nella sua ricostruzione della BERLIN è assolutamente categorico), perché non avrebbe potuto esistere anche in Francia? Boudriot non lo cita, ma non cita neanche il 3 libbre (almeno io nel volume non l’ho trovato) e, dato che nel relitto non sono stati trovati reperti che possano confermare i 3 libbre, perché non ipotizzare i 2 libbre?.
Per di più i pezzi a retrocarica non sono citati (perlomeno come pezzi imbarcati) né da Boudriot per la Francia, né da Caruana per l’Inghilterra, né da altri che trattano la cantieristica olandese di quell’epoca ed anche le due foto che ho visto in uno dei forum si riferiscono (se non ho visto male) ad un pezzo da fortezza del XVI secolo, mentre la foto che ho trovato io non specifica più di tanto, per cui….??).
Ovviamente questo è solo il mio parere, per il resto possono esserci altre opinioni e, dato che il tutto non si basa certo su una “inoppugnabile documentazione fotografica originale dell’epoca”, una diversa analisi delle fonti o una diversa conoscenza nel settore specifico può benissimo portare ad altre conclusioni.
Un’ultima considerazione.
Non penso che potesse esserci alcun problema per mettere a mare (o, meglio, a fiume) la barca di servizio, in quanto La BELLE era sicuramente equipaggiata con i paranchi di straglio: probabilmente Boudriot si è dimenticato di disegnarli (una delle non poche “sviste” nelle sue monografie), ma Anderson, nel suo libro che tratta dell’attrezzatura velica del XVII secolo, ne fa una accurata e precisa descrizione e Frölich li ha scrupolosamente montati nel suo modello (vedi foto di copertina).
Inoltre (a mio parere) dovevano esserci anche i paranchi alle estremità dei pennoni di maestra e di trinchetto, che erano un complemento indispensabile dei paranchi di straglio e di quelli di colombiere per la movimentazione dei carichi a bordo.
In effetti Anderson dice di non aver trovato tali paranchi su modelli di navi francesi, ma gli olandesi li avevano eccome anche se, contrariamente agli inglesi che li lasciavano sempre montati, sulle navi olandesi i paranchi di varea venivano attrezzati solo quando necessario per cui sembrerebbe molto strano che sulle navi francesi non fosse in uso un’attrezzatura di tale importanza che, fra l’altro, sulle navi francesi veniva utilizzata anche per traversare le ancore.
Dettaglio dell’estremità del pennone di maestra del modello originale d’arsenale di vascello olandese a due ponti del 1665 (lato di dritta, visto da prua): indicato dall’asterisco il penzolo del paranco di varea, la cui estremità, quando il paranco non era montato, veniva legata al pennone.
Il modello (a grande scala – trovi alcune foto sui nostri due volumi), era conservato a Berlino e venne distrutto durante la 2a GM.
Appena possibile ti manderò ulteriori note riguardo il kit dell’HACHETTE che, più si va avanti, più dimostra di essere una emerita porcheria: per ora comprerò ancora un po’ di fascicoli, in quanto sono curioso di vedere come risolvono tutte le stupidaggini che stanno impostando e, in futuro, vista la mia posizione nell’ambiente modellistico, voglio poterne parlare con piena cognizione di causa.
Cordiali saluti e…..arrivederci alla prossima puntata
Federico Ostan
Grazie Federico comincio ad avere idee molto più chiare.
Certo che un cannone come questo non si addiaccerebbe!
Ciao
Mario
Lunedì, 08.05.2017
Ciao Mario, era un po’ che non ci sentivamo.
Ieri, in un uggioso pomeriggio domenicale di pioggia, stanco di lavorare ad un (brigoso) disegno del 3° Vol., ho “fatto un giro” su internet per vedere che novità ci potevano essere riguardo La BELLE e, ovviamente, ho scoperto che i forum e le discussioni al riguardo stanno proliferando a dismisura.
Ho letto con interesse i tuoi scritti (come fai a reggere TRE forum contemporaneamente ??? Non ti scoppia “la virilita”?) e, se mi perdoni la battuta cattiva, direi che sta proprio venendo fuori un bel pasticcio (in pratica tante ma….confuse idee).
Ho allora deciso di aggiungere alcune (forse “non poche”) righe a quanto ti avevo già inviato: bada bene, l’intenzione sarebbe quella di provare a suggerire qualche soluzione, se poi invece il risultato sarà di ”aumentare il casino”, non tenerne conto e….. non cancellarmi dalla lista dei tuoi amici.
Andiamo per ordine cominciando dagli argomenti più vecchi
I CANNONI
Ho molto “rimuginato” su quel discorso e, tanto per cominciare, mi sembra che basarsi su quello che il Boudriot scrive riguardo la messa in batteria di un 36 libbre sia abbastanza “azzardato”: un 36 libbre era una “bestia inumana”, pesava 3.647 Kg che, con l’affusto, andavano probabilmente vicino alle 4 tonnellate, mentre un cannone da 3 libbre pesava, completo di affusto, circa 4,5 q.li (ho fatto un calcolo veloce, ma non penso ci possano essere differenze significative) e, anziché una palla da 17,622 kg (perdona la precisione al grammo ma sai com’è, purtroppo mi porto dietro la “tara” di una laurea in ingegneria) sparava una “biglia” da circa 1,5kg.
Questo chiaramente significava un rinculo ben inferiore, che risultava perfettamente controllabile da pochi serventi e poteva essere (sicuramente?) frenato prima che il pezzo andasse a sbattere contro le strutture centrali dello scafo.
Ovviamente le mie sono ipotesi, ma se si guardano i disegni di piccoli scafi armati con artiglierie di piccolo calibro, si potrà notare che, il più delle volte, non c’è assolutamente lo spazio per un rinculo “completo” che possa portare la volata ben all’interno della murata.
Un esempio è dato anche dal BERLIN, i cui disegni ho “MOLTO STUDIATO” per la costruzione del modello: sul cassero e nella cabina del comandante ci sono quattro pezzi da 2 libbre (ad avancarica!!) ma, nonostante siano lunghi in totale circa un metro e mezzo (anziché 175cm come quelli de La BELLE), non hanno assolutamente lo spazio per arretrare più di tanto, ma solo quanto serve a far rientrare la volata all’interno dei sabordi per poter chiudere eventualmente il portello (quelli dentro la cabina) .
E allora?
Ti dirò che ho dovuto andare a “rivangare” nella mia “vacillante memoria” per ricordarmi come avevo “acquietato la mia puntigliosa coscienza” riguardo a tale amletico dubbio e mi è venuto in mente che il tutto si era basato su qualcosa che avevo visto da qualche parte non so quando e non so dove (notare la precisione della mia citazione iconografica) ed ho cominciato a scartabellare a tutto spiano libri e disegni, ma senza assolutamente ritrovare quello che (mi sembra di ricordare) avevo visto e quanto cercavo (sai com’è, gli anni, l’età, gli stravizi,….)
Poi, consultando il volume di Boudriot sull’artiglieria di mare francese, ho trovato la figura che ti allego: non è assolutamente quello che cercavo, ma rende l’idea.
In pratica: è ovvio che per un cannone di grosso calibro disposto sottocoperta ci vuole un sacco di spazio, ma un pezzo di piccolo calibro, disposto sul ponte scoperto, può essere benissimo caricato anche se la volata non è rientrata all’interno dello scafo, purché ci sia la possibilità di scavalcare “abbastanza agevolmente” il capodibanda e ci siano “un po’ di cose” (parasartie, sartie o altro) che diano un minimo di sicurezza a chi effettua l’operazione, in modo da limitare il rischio che possa cadere in mare.
E se l’operazione era possibile per una “grossa boccia” come quella della figura, a maggior ragione non avrebbe certo dato grossi problemi per una palla da 3 libbre (neanche un chilo e mezzo) con un diametro di 7cm.
Per di più La BELLE era stata pensata per esplorazione fluviale, in America avrebbe dovuto arrivarci smontata e se ha fatto la traversata con i suoi mezzi l’ha fatta sotto la copertura delle artiglierie di una nave ben più grossa: La BELLE non era stata costruita per combattere in mare (cosa avrebbe potuto fare contro un corsaro inglese o olandese con tre cannoni da tre libbre per bordo?) ma, al massimo, in un fiume e/o in acque interne per cui l’attrezzatura e l’armamento avrebbero dovuto servire per difendersi dai nativi armati di archi e frecce e, se ci fosse mai stato da utilizzare i cannoni, sarebbero stati impiegati in un fiume, con acque calme e con l’unico rischio per chi si sporgeva fuori murata di beccarsi una freccia dagli indiani.
Per inciso, la documentazione che non ho ritrovato era un bellissimo schizzo del caricamento di un (piccolo) pezzo di un cutter o di uno schooner armato, con due serventi (su un totale di tre o quattro in tutto) che, a cavalcioni della murata (o in piedi sui parasartie), si sporgevano fuori bordo tenendosi con una mano alle sartie (o qualcosa del genere) e con l’altra azionando uno il calcatoio mentre l’altro aveva in mano la palla e aspettava di inserirla nella bocca.
In conclusione:
Il pezzo da 3 libbre è decisamente “azzardato” ma, a mio parere, ci sono solo un paio di alternative: o si fa atto di fede rispetto a quanto disegnato da Boudriot, oppure si può ipotizzare un pezzo da 2 libbre con una lunghezza totale di 150cm circa.
Se lo avevano gli olandesi (e riguardo a questo Szymansky, nella sua ricostruzione della BERLIN è assolutamente categorico), perché non avrebbe potuto esistere anche in Francia? Boudriot non lo cita, ma non cita neanche il 3 libbre (almeno io nel volume non l’ho trovato) e, dato che nel relitto non sono stati trovati reperti che possano confermare i 3 libbre, perché non ipotizzare i 2 libbre?.
Per di più i pezzi a retrocarica non sono citati (perlomeno come pezzi imbarcati) né da Boudriot per la Francia, né da Caruana per l’Inghilterra, né da altri che trattano la cantieristica olandese di quell’epoca ed anche le due foto che ho visto in uno dei forum si riferiscono (se non ho visto male) ad un pezzo da fortezza del XVI secolo, mentre la foto che ho trovato io non specifica più di tanto, per cui….??).
Ovviamente questo è solo il mio parere, per il resto possono esserci altre opinioni e, dato che il tutto non si basa certo su una “inoppugnabile documentazione fotografica originale dell’epoca”, una diversa analisi delle fonti o una diversa conoscenza nel settore specifico può benissimo portare ad altre conclusioni.
Un’ultima considerazione.
Non penso che potesse esserci alcun problema per mettere a mare (o, meglio, a fiume) la barca di servizio, in quanto La BELLE era sicuramente equipaggiata con i paranchi di straglio: probabilmente Boudriot si è dimenticato di disegnarli (una delle non poche “sviste” nelle sue monografie), ma Anderson, nel suo libro che tratta dell’attrezzatura velica del XVII secolo, ne fa una accurata e precisa descrizione e Frölich li ha scrupolosamente montati nel suo modello (vedi foto di copertina).
Inoltre (a mio parere) dovevano esserci anche i paranchi alle estremità dei pennoni di maestra e di trinchetto, che erano un complemento indispensabile dei paranchi di straglio e di quelli di colombiere per la movimentazione dei carichi a bordo.
In effetti Anderson dice di non aver trovato tali paranchi su modelli di navi francesi, ma gli olandesi li avevano eccome anche se, contrariamente agli inglesi che li lasciavano sempre montati, sulle navi olandesi i paranchi di varea venivano attrezzati solo quando necessario per cui sembrerebbe molto strano che sulle navi francesi non fosse in uso un’attrezzatura di tale importanza che, fra l’altro, sulle navi francesi veniva utilizzata anche per traversare le ancore.
Dettaglio dell’estremità del pennone di maestra del modello originale d’arsenale di vascello olandese a due ponti del 1665 (lato di dritta, visto da prua): indicato dall’asterisco il penzolo del paranco di varea, la cui estremità, quando il paranco non era montato, veniva legata al pennone.
Il modello (a grande scala – trovi alcune foto sui nostri due volumi), era conservato a Berlino e venne distrutto durante la 2a GM.
Appena possibile ti manderò ulteriori note riguardo il kit dell’HACHETTE che, più si va avanti, più dimostra di essere una emerita porcheria: per ora comprerò ancora un po’ di fascicoli, in quanto sono curioso di vedere come risolvono tutte le stupidaggini che stanno impostando e, in futuro, vista la mia posizione nell’ambiente modellistico, voglio poterne parlare con piena cognizione di causa.
Cordiali saluti e…..arrivederci alla prossima puntata
Federico Ostan
Grazie Federico comincio ad avere idee molto più chiare.
Certo che un cannone come questo non si addiaccerebbe!
Ciao
Mario
marioandreoli- Forumnauta
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