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Costruzione di un quinto
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Forum Scuola di Modellismo :: Modellismo Statico :: Navimodellismo :: Architettura navale antica - Modellismo d'arsenale :: Maestri d'ascia
Pagina 1 di 1
Costruzione di un quinto
Mi accingo ad inserire questo nuovo messaggio in una nuova discussione per raccontare una mia recente esperienza. Come dovreste conoscere ho recentemente allestito un nuovo laboratorio in cui sono presenti anche degli attrezzi elettrici che rendono possibile autocostruire pezzi di un modello partendo da semplici tavole di legno. In particolare mi sto riferendo alla sega da traforo DSH della Proxxon illustrata qui sotto
e alla sega circolare FET, dello stesso costruttore, riprodotta nell'immagine sottostante.
Non mi voglio certamente dilungare a spiegare cosa si può fare con questi due utensili, ma, avendo del tempo per sperimentare e sopratutto dovendo imparare ad utilizzare questi due strumenti, ho preso la decisione di passare un paio di pomeriggi a provare a costruire un quinto (o costola) di una nave in stile ammiragliato. L'esperimento è per me istruttivo in quanto ho sempre nel cassetto un progetto di costruire qualcosa in questo modo. Vedremo poi di seguito alcune interessanti considerazioni.
E veniamo alla descrizione del lavoro in questione.
Come progetto ho utilizzato dei disegni della fregata inglese HMS Triton dai quali ho pescato una costola centrale a caso. Un pò di copie stampate sulle quali ho fatto alcune misurazioni e disegni e sono quindi passato alla fase operativa.
Materiale di partenza una tavola di legno (non meglio identificato, potete vederlo qui sotto) lunga un metro, larga 10 centimetri e alta 5 millimetri. Lo spessore è proprio quello indicato dal progetto.
Con la sega circolare ho tagliato per la lunga la tavola ottenendo quattro strisce di legno della larghezza di 2 centimetri. Utilizzando i disegni da me modificati ho poi ritagliato i singoli pezzetti mantenendo le misure precise e sopratutto l'angolazione del taglio. L'utensile usato è stato sempre la circolare. Ho quindi incollato tutti i pezzi, ben 11 in tutto, nel modo raffigurato nelle due immagini che seguono.
La prima immagine mostra un lato del pezzo ottenuto . . .
mentre la seconda mostra il lato opposto . . .
A questo punto la struttura di partenza è pronta. Ho ritagliato ed incollato su di essa il profilo di tutta la costola con una colla per carta posizionando il disegno in modo corretto. Quindi ho fatto entrare in azione la sega da traforo DSH che mi è servita per ritagliare di fino la forma esterna ed interna della costola. Ed ecco il risultato finale: un bel quinto pronto per il montaggio sulla (al momento inesistente) chiglia.
Considerazioni finali: posso ragionevolmente affermare di aver imparato ad utilizzare in modalità basica i due utensili (sulla circolare ho anche cambiato la lama . . ) poi ho finalmente ottenuto un prodotto discreto. Sono però rimasto impressionato dalla quantità di legname di scarto ottenuto e inoltre dal tempo necessario per arrivare al prodotto finito. Se si pensa che su uno scafo intero ci sono alcune decine di questi pezzi, anche ammettendo che la "curva di apprendimento" dovrebbe aiutare a ridurre i tempi di costruzione ma considerando che più ci si avvicina a prua e a poppa ci sono anche quelle con un bell'angolo di quartabuono, oserei dire che . . . sono dolori . . . o uccelli per diabetici.
Per il momento non mi sento pronto per un'impresa di tale impegno. Mi sa che ridurrò il mio sogno nel cassetto a costruire una sezione in ammiragliato, dove questi oggenti sono in tutto una decina. Abbastanza per iniziare.
Per oggi è tutto. Cordialmente, Jack.Aubrey.
PS: Mi accorgo ora di aver inserito sei immagini. Spezzare il messaggio renderebbe poco coerente il tutto. Spero nella clemenza dei moderatori . . . . Jack.
e alla sega circolare FET, dello stesso costruttore, riprodotta nell'immagine sottostante.
Non mi voglio certamente dilungare a spiegare cosa si può fare con questi due utensili, ma, avendo del tempo per sperimentare e sopratutto dovendo imparare ad utilizzare questi due strumenti, ho preso la decisione di passare un paio di pomeriggi a provare a costruire un quinto (o costola) di una nave in stile ammiragliato. L'esperimento è per me istruttivo in quanto ho sempre nel cassetto un progetto di costruire qualcosa in questo modo. Vedremo poi di seguito alcune interessanti considerazioni.
E veniamo alla descrizione del lavoro in questione.
Come progetto ho utilizzato dei disegni della fregata inglese HMS Triton dai quali ho pescato una costola centrale a caso. Un pò di copie stampate sulle quali ho fatto alcune misurazioni e disegni e sono quindi passato alla fase operativa.
Materiale di partenza una tavola di legno (non meglio identificato, potete vederlo qui sotto) lunga un metro, larga 10 centimetri e alta 5 millimetri. Lo spessore è proprio quello indicato dal progetto.
Con la sega circolare ho tagliato per la lunga la tavola ottenendo quattro strisce di legno della larghezza di 2 centimetri. Utilizzando i disegni da me modificati ho poi ritagliato i singoli pezzetti mantenendo le misure precise e sopratutto l'angolazione del taglio. L'utensile usato è stato sempre la circolare. Ho quindi incollato tutti i pezzi, ben 11 in tutto, nel modo raffigurato nelle due immagini che seguono.
La prima immagine mostra un lato del pezzo ottenuto . . .
mentre la seconda mostra il lato opposto . . .
A questo punto la struttura di partenza è pronta. Ho ritagliato ed incollato su di essa il profilo di tutta la costola con una colla per carta posizionando il disegno in modo corretto. Quindi ho fatto entrare in azione la sega da traforo DSH che mi è servita per ritagliare di fino la forma esterna ed interna della costola. Ed ecco il risultato finale: un bel quinto pronto per il montaggio sulla (al momento inesistente) chiglia.
Considerazioni finali: posso ragionevolmente affermare di aver imparato ad utilizzare in modalità basica i due utensili (sulla circolare ho anche cambiato la lama . . ) poi ho finalmente ottenuto un prodotto discreto. Sono però rimasto impressionato dalla quantità di legname di scarto ottenuto e inoltre dal tempo necessario per arrivare al prodotto finito. Se si pensa che su uno scafo intero ci sono alcune decine di questi pezzi, anche ammettendo che la "curva di apprendimento" dovrebbe aiutare a ridurre i tempi di costruzione ma considerando che più ci si avvicina a prua e a poppa ci sono anche quelle con un bell'angolo di quartabuono, oserei dire che . . . sono dolori . . . o uccelli per diabetici.
Per il momento non mi sento pronto per un'impresa di tale impegno. Mi sa che ridurrò il mio sogno nel cassetto a costruire una sezione in ammiragliato, dove questi oggenti sono in tutto una decina. Abbastanza per iniziare.
Per oggi è tutto. Cordialmente, Jack.Aubrey.
PS: Mi accorgo ora di aver inserito sei immagini. Spezzare il messaggio renderebbe poco coerente il tutto. Spero nella clemenza dei moderatori . . . . Jack.
jack.aubrey- Forumnauta
Re: Costruzione di un quinto
Ciao JacK la nave HMS Triton è una nave inglese ( His Majesty's Ship ) e se posso la realizzazione dei quinti segue tutta un' altra architettura, quella che hai rappresentato te con il modello è invece usata per vascelli Francesi.
Un saluto
Sandro
Un saluto
Sandro
Ospite- Ospite
Re: Costruzione di un quinto
Ciao Santos, la nave in questione è una fregata inglese. Su questo fatto hai totalmente ragione.
Sul fatto che i quinti inglesi non fossero costruiti in questo modo non sono totalmente d'accordo. La costruzione dei quinti inglese ha seguito quattro metodi diversi nei seguenti periodi: 1650-1710, 1710-1750, 1750-1811 e 1811-1850. In particolare il metodo utilizzato nel periodo 1750-1811, a cui si riconduce la Triton è molto simile a quello da me utilizzato.
La differenza principale con quando da me fatto sta che in ogni giunzione esisteva un particolare di forma vagamente triangolare chiamato "Chock" (non so il suo nome in italiano) che per comodità non ho riprodotto anche perchè non era presente nel disegno del progetto scaricato da internet. Come non ho riprodotto i chiodi che tenevano insieme il tutto.
Queste sono le informazioni in mio possesso tratte da libri che sono di solito ben accetti come referenza, anche se è risaputo che talvolta contengono degli errori (anche le famose monografie ANCRE ne sono piene). Se hai qualche altra fonte ugualmente autorevole che la dice diversamente fammelo sapere, la cosa sarebbe utilissima.
Per finire comunque tieni presente che tutto il lavoro è stato eseguito come un esperimento finalizzato più che altro a permettermi di apprendere l'uso di alcuni strumenti quali il seghetto e la circolare, non certo a fare un quinto perfetto.
Cordialmente. Jack.
Sul fatto che i quinti inglesi non fossero costruiti in questo modo non sono totalmente d'accordo. La costruzione dei quinti inglese ha seguito quattro metodi diversi nei seguenti periodi: 1650-1710, 1710-1750, 1750-1811 e 1811-1850. In particolare il metodo utilizzato nel periodo 1750-1811, a cui si riconduce la Triton è molto simile a quello da me utilizzato.
La differenza principale con quando da me fatto sta che in ogni giunzione esisteva un particolare di forma vagamente triangolare chiamato "Chock" (non so il suo nome in italiano) che per comodità non ho riprodotto anche perchè non era presente nel disegno del progetto scaricato da internet. Come non ho riprodotto i chiodi che tenevano insieme il tutto.
Queste sono le informazioni in mio possesso tratte da libri che sono di solito ben accetti come referenza, anche se è risaputo che talvolta contengono degli errori (anche le famose monografie ANCRE ne sono piene). Se hai qualche altra fonte ugualmente autorevole che la dice diversamente fammelo sapere, la cosa sarebbe utilissima.
Per finire comunque tieni presente che tutto il lavoro è stato eseguito come un esperimento finalizzato più che altro a permettermi di apprendere l'uso di alcuni strumenti quali il seghetto e la circolare, non certo a fare un quinto perfetto.
Cordialmente. Jack.
jack.aubrey- Forumnauta
Re: Costruzione di un quinto
ciao a tutti!
beh vedete io non sapevo e non immaginavo che ci fossero tecniche diverse tra le nazioni per la realizzazione di navi!
bene significa che ho ancora molto da imparare e da studiare
un saluto
beh vedete io non sapevo e non immaginavo che ci fossero tecniche diverse tra le nazioni per la realizzazione di navi!
bene significa che ho ancora molto da imparare e da studiare
un saluto
Brad Barron- Forumnauta
Re: Costruzione di un quinto
Ciao Jack non era una critica la mia e tanto meno un deprezzamento al tuo lavoro che come sai rispetto sempre.
E' stata proprio la mancanza dei Chock o pezzi di ancoraggio che mi hanno portato a pensare al tipo di costruzione francese inoltre in quel periodo la parte terminale veniva unita con una palella semplice tipo quella realizzata per la chigla.
Le fonti in merito sono descritte nel libro che hai anche te " The sailing man of war 1650,1850" a pag 16.
In merito alla tua costruzione avevo già letto che era solo per provare quei due stupendi attrezzi e scusami se mi sono addentrato troppo ma solo per avere uno scambio di idee con te in merito dato che io ho appena iniziato a studiare.
Un saluto
Sandro
E' stata proprio la mancanza dei Chock o pezzi di ancoraggio che mi hanno portato a pensare al tipo di costruzione francese inoltre in quel periodo la parte terminale veniva unita con una palella semplice tipo quella realizzata per la chigla.
Le fonti in merito sono descritte nel libro che hai anche te " The sailing man of war 1650,1850" a pag 16.
In merito alla tua costruzione avevo già letto che era solo per provare quei due stupendi attrezzi e scusami se mi sono addentrato troppo ma solo per avere uno scambio di idee con te in merito dato che io ho appena iniziato a studiare.
Un saluto
Sandro
Ospite- Ospite
Re: Costruzione di un quinto
Ciao Santos, guarda che la mia non è stata una risposta seccata, è stata semplicemente una risposta articolata per spiegare come la materia non si risolvesse con una semplice affermazione, ma come ci fosse sotto ben altro. Se questa è stata la tua impressione, me ne dispiaccio veramente.
Con il metodo usato da me per la costruzione del quinto, partendo da listessi di 2 cm. di larghezza è praticamente impossibile, o meglio estremamente difficile, mettere al posto giusto i chock in quanto occorre far cadere il disegno esattamente nel posto giusto senza tolleranza alcuna del più minimo errore.
Per eseguire i chock bisogna utilizzare un altro metodo, che ho già provato e che illustrerò nei prossimi messaggi, dove comunque, per semplicità, o meglio per non incasinarmi, i chock non li ho comunque fatti. Ricordo sempre qual'era l'obiettivo principale e quello secondario: conoscere gli attrezzi e trovare il modo più "smart" per fare un quinto senza lavoraci sopra una settimana cadauno.
Ora vado a godermi il meritato riposo dopo una lotta tremenda con un rappresentante dell'Agenzia delle Entrate che voleva farmi pagare 691,94 euro di tasse in più per l'anno d'imposta 2007. La prova, pur vinta alla fin fine, mi ha lasciato svuotato di energie. Saluti. Jack.Aubrey
Con il metodo usato da me per la costruzione del quinto, partendo da listessi di 2 cm. di larghezza è praticamente impossibile, o meglio estremamente difficile, mettere al posto giusto i chock in quanto occorre far cadere il disegno esattamente nel posto giusto senza tolleranza alcuna del più minimo errore.
Per eseguire i chock bisogna utilizzare un altro metodo, che ho già provato e che illustrerò nei prossimi messaggi, dove comunque, per semplicità, o meglio per non incasinarmi, i chock non li ho comunque fatti. Ricordo sempre qual'era l'obiettivo principale e quello secondario: conoscere gli attrezzi e trovare il modo più "smart" per fare un quinto senza lavoraci sopra una settimana cadauno.
Ora vado a godermi il meritato riposo dopo una lotta tremenda con un rappresentante dell'Agenzia delle Entrate che voleva farmi pagare 691,94 euro di tasse in più per l'anno d'imposta 2007. La prova, pur vinta alla fin fine, mi ha lasciato svuotato di energie. Saluti. Jack.Aubrey
jack.aubrey- Forumnauta
Re: Costruzione di un quinto
Nello stesso periodo che mi sono dedicato a provare la costruzione di un quinto, attività che ho descritto qualche messaggio fa, mi sono cimentato anche nella costruzione dello stesso pezzo in un altro modo, utilizzando inoltre un materiale diverso da quello utilizzato in quell'altra occasione.
Veniamo subito al materiale usato: l'MDF, di cui ho parlato in un altra discussione e che aggiornerò in quella sede con le mie considerazioni relative a questo materiale.
Qui invece voglio descrivere il metodo utilizzato per la costruzione del quinto. Con l'altro metodo avevo anticipato che si utilizzava una quantità abbastanza alta di legname, con un bel pò di scarti. D'altra parte il sistema ha il vantaggio di essere abbastanza veloce, robusto e sopratutto di qualità del risultato molto sicura. Occorre però una discreta attrezzatura per tagliare tavole da 10/12 millimetri a traforo, ma quanto legname . . . e se si pensa che in una costruzione in ammiragliato se ne devono fare tantissimi di questi pezzi utilizzanto pure per consuetudine del legno "pregiato" ecco descritto il motivo del mio tentativo di un altro approccio.
Per questo metodo ho utilizzato un'altra tavola del progetto della "Triton" che per comodità vi ho inserito qui sotto.
I pezzi colorati in rosso fanno parte della prima serie di pezzi del quinto, mentre quelli di colore blu costituiscono l'altra parte che si sovrappone esattamente alla prima. Vediamo ora come ho proceduto alla costruzione.
Con una forbice ho ritagliato ogni singolo pezzo del disegno, leggermente al di fuori della sua superficie contornata e ho poi incollato con una colla per carta in stick ogni pezzetto sulla tavoletta di MDF. Giocando opportunamente con la disposizione delle varie forme ho utilizzato una quantità minima di legname. Con il seghetto elettrico ho poi provveduto a ritagliare ogni singolo pezzo il più precisamente possibile. Una volta che tutti i pezzi erano pronti li ho incollati insieme mettendoli nella forma corretta sopra una tavola di insieme del quinto. Qui sotto potete osservare il risultato raggiunto.
A differenza dell'altro metodo utilizzato, in questo caso l'assemblaggio degli undici pezzi è più complesso e comunque, una volta asciugato il tutto, le due metà non sono esattamente allineate: qui è necessario (con il senno di poi), stare leggermente abbondanti e rifilare sulle misure corrette una volta che il tutto è montato. Probabilmente per fare questo servirebbe un tool che renda questa operazione più veloce che se fosse eseguita a mano.
Concludendo: meno legname sprecato ma maggiore difficoltà di esecuzione, con risultati che probabilmente devono essere successivamente portati alla forma corretta in quanto è molto, molto difficile ottenere un pezzo perfetto senza la fase finale di finitura. Due parole sull'MDF: al seghetto si taglia senza problemi, si incolla benissimo con la colla vinilica o alifatica. Come aspetto non propriamente positivo devo ammettere che l'altro quinto, quello eseguito in legno normale, mi sembra comunque più robusto e meno soggetto a deformazioni. Non ho esperienze sulla tenuta ai chiodi e sulla robustezza dell'insieme. Probabilmente l'MDF non è il massimo come estetica, essendo di un colore, quello da me acquistato, di un marrone uniforme che è lontano dai magnifici colori di un pero o di un ciliegio. Ne consegue che si notano poco i diversi pezzi che compongono il quinto. Ma ho saputo che esistono, per quando riguarda l'MDF, varie tonalità di colore e magari qualcosa di meglio del mio marrone dovrebbe probabilmente esserci.
Un cordiale saluto. Jack.Aubrey
Veniamo subito al materiale usato: l'MDF, di cui ho parlato in un altra discussione e che aggiornerò in quella sede con le mie considerazioni relative a questo materiale.
Qui invece voglio descrivere il metodo utilizzato per la costruzione del quinto. Con l'altro metodo avevo anticipato che si utilizzava una quantità abbastanza alta di legname, con un bel pò di scarti. D'altra parte il sistema ha il vantaggio di essere abbastanza veloce, robusto e sopratutto di qualità del risultato molto sicura. Occorre però una discreta attrezzatura per tagliare tavole da 10/12 millimetri a traforo, ma quanto legname . . . e se si pensa che in una costruzione in ammiragliato se ne devono fare tantissimi di questi pezzi utilizzanto pure per consuetudine del legno "pregiato" ecco descritto il motivo del mio tentativo di un altro approccio.
Per questo metodo ho utilizzato un'altra tavola del progetto della "Triton" che per comodità vi ho inserito qui sotto.
I pezzi colorati in rosso fanno parte della prima serie di pezzi del quinto, mentre quelli di colore blu costituiscono l'altra parte che si sovrappone esattamente alla prima. Vediamo ora come ho proceduto alla costruzione.
Con una forbice ho ritagliato ogni singolo pezzo del disegno, leggermente al di fuori della sua superficie contornata e ho poi incollato con una colla per carta in stick ogni pezzetto sulla tavoletta di MDF. Giocando opportunamente con la disposizione delle varie forme ho utilizzato una quantità minima di legname. Con il seghetto elettrico ho poi provveduto a ritagliare ogni singolo pezzo il più precisamente possibile. Una volta che tutti i pezzi erano pronti li ho incollati insieme mettendoli nella forma corretta sopra una tavola di insieme del quinto. Qui sotto potete osservare il risultato raggiunto.
A differenza dell'altro metodo utilizzato, in questo caso l'assemblaggio degli undici pezzi è più complesso e comunque, una volta asciugato il tutto, le due metà non sono esattamente allineate: qui è necessario (con il senno di poi), stare leggermente abbondanti e rifilare sulle misure corrette una volta che il tutto è montato. Probabilmente per fare questo servirebbe un tool che renda questa operazione più veloce che se fosse eseguita a mano.
Concludendo: meno legname sprecato ma maggiore difficoltà di esecuzione, con risultati che probabilmente devono essere successivamente portati alla forma corretta in quanto è molto, molto difficile ottenere un pezzo perfetto senza la fase finale di finitura. Due parole sull'MDF: al seghetto si taglia senza problemi, si incolla benissimo con la colla vinilica o alifatica. Come aspetto non propriamente positivo devo ammettere che l'altro quinto, quello eseguito in legno normale, mi sembra comunque più robusto e meno soggetto a deformazioni. Non ho esperienze sulla tenuta ai chiodi e sulla robustezza dell'insieme. Probabilmente l'MDF non è il massimo come estetica, essendo di un colore, quello da me acquistato, di un marrone uniforme che è lontano dai magnifici colori di un pero o di un ciliegio. Ne consegue che si notano poco i diversi pezzi che compongono il quinto. Ma ho saputo che esistono, per quando riguarda l'MDF, varie tonalità di colore e magari qualcosa di meglio del mio marrone dovrebbe probabilmente esserci.
Un cordiale saluto. Jack.Aubrey
jack.aubrey- Forumnauta
Re: Costruzione di un quinto
Sergio, scusa questa mia considerazione.
Allora, per quanto fatto da te, non ci son problemi. Il lavoro è sicuramente ben fatto.
Le mie perplessità, come già anticipato nella discussione riguardante l'MDF, si riferiscono proprio alla tenuta dell'MDF.
Ad esempio, su di un quinto come quello da te realizzato, sicuramente se realizzato con legno (più o meno nobile) puoi applicarci il fasciame, ma sul quinto realizzato in MDF, applicarci il fasciame diventa un'impresa!
Considera (come già hai fatto ) che l'MDF non ha venature, quindi non ha una "direzione di tenuta" in un senso o nell'altro, quindi nel suo eventuale utilizzo dobbiamo fare un'attenzione bestiale nel non forzare minimamente il pezzo nè per un verso e nè per l'altro.
Se hai la voglia, prova a premere all'altezza del ginocchio, il quinto in MDF e vedrai che con un niente ti si rompe!
Ciao e scusami, Modì.-
Allora, per quanto fatto da te, non ci son problemi. Il lavoro è sicuramente ben fatto.
Le mie perplessità, come già anticipato nella discussione riguardante l'MDF, si riferiscono proprio alla tenuta dell'MDF.
Ad esempio, su di un quinto come quello da te realizzato, sicuramente se realizzato con legno (più o meno nobile) puoi applicarci il fasciame, ma sul quinto realizzato in MDF, applicarci il fasciame diventa un'impresa!
Considera (come già hai fatto ) che l'MDF non ha venature, quindi non ha una "direzione di tenuta" in un senso o nell'altro, quindi nel suo eventuale utilizzo dobbiamo fare un'attenzione bestiale nel non forzare minimamente il pezzo nè per un verso e nè per l'altro.
Se hai la voglia, prova a premere all'altezza del ginocchio, il quinto in MDF e vedrai che con un niente ti si rompe!
Ciao e scusami, Modì.-
Modifica- Forumnauta
Re: Costruzione di un quinto
Ciao modifica, hai perfettamente ragione. Dopo averlo costruito ho avuto modo di constatare la superiorità, non solo estetica, del legno rispetto all'MDF.
Tra l'altro per questo "topic", il problema del materiale è da considerarsi "secondario".
Con il mio ultimo messaggio ho voluto più focalizzare l'attenzione sul metodo di costruzione utilizzato, diverso da quell'altro presentato all'inizio. Forse non sono riuscito a rendere al meglio questa come dire . . focalizzazione.
Ciao. Jack.
Tra l'altro per questo "topic", il problema del materiale è da considerarsi "secondario".
Con il mio ultimo messaggio ho voluto più focalizzare l'attenzione sul metodo di costruzione utilizzato, diverso da quell'altro presentato all'inizio. Forse non sono riuscito a rendere al meglio questa come dire . . focalizzazione.
Ciao. Jack.
jack.aubrey- Forumnauta
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