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Modelli in corteccia di pino? perché no !
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Modelli in corteccia di pino? perché no !
Si tratta di una scommessa, di una sfida che mi ha lanciato il figlio di un carissimo amico parecchi anni fa.
Girando per i boschi alpini, avevamo trovato un mucchio di corteccia di pino dove ne era stato abbattuto e scortecciato un’esemplare.
Quel ragazzo mi ha detto:
« Perché non ci fai lo scafo di una barca? »
Presi un po’ di pezzi di corteccia, l’abbiamo fatta seccare al sole qualche giorno e intanto su un foglio di carta gli ho chiesto di disegnarmi come voleva che fosse la barca dei suoi sogni.
«Disegnala come vuoi e aggiungi tutto quello che desideri, tanto sarà fedele ai piani costruttivi e nessuno potrà dirti qualcosa.» Gli dissi.
Sotto le cortecce lisciate si intravede il disegno dello scago e delle linee d’acqua con le dimensioni in centimetri
Una barca con randa, due fiocchi, spinnaker e una piccola tuga, mentre il timone rimaneva sul ponte. Per il timone volle che forassi una rondella di ottone e che le maniglie del timone fossero le capocchie di spillo infilate radialmente e terminanti nel cilindro che lo collegava alla struttura di rimando dei cavi.
Numerati e sgrossati i pezzi, ho studiato come utilizzarli al meglio e, poi, li ho uniti con Vinavil e morsetti.
Intanto dal disegno ho ricavato alcune sezioni di linee d’acqua e di ordinate. La grande dereiva e il timone sono stati realizzati a parte e uniti allo scafo saldamente con chiodi senza capocchia
Materiali utilizzati:
corteccia di pino
tubi di ottone di diverso diametro mm 1/2/3/4
refe di sezione adeguata
Vinavil e morsetti / raspa / lima / carta vetrata
Rondelle ottone / spilli »
Olio rosso
e…. tanta tanta fantasia e creatività
Ai miei colleghi modellisti confido la grande soddisfazione di aver scatenato la fantasia, aggiungendo tutto quello che serve sul ponte e sulla tuga (avvolgitori dei fiocchi, winch, bitte etc) inventando dove sistemare le manovre fisse e realizzare le vele così come si vuole: tese, arrotolate, mentre sembra vengano issate etc etc.
Girando per i boschi alpini, avevamo trovato un mucchio di corteccia di pino dove ne era stato abbattuto e scortecciato un’esemplare.
Quel ragazzo mi ha detto:
« Perché non ci fai lo scafo di una barca? »
Presi un po’ di pezzi di corteccia, l’abbiamo fatta seccare al sole qualche giorno e intanto su un foglio di carta gli ho chiesto di disegnarmi come voleva che fosse la barca dei suoi sogni.
«Disegnala come vuoi e aggiungi tutto quello che desideri, tanto sarà fedele ai piani costruttivi e nessuno potrà dirti qualcosa.» Gli dissi.
Sotto le cortecce lisciate si intravede il disegno dello scago e delle linee d’acqua con le dimensioni in centimetri
Una barca con randa, due fiocchi, spinnaker e una piccola tuga, mentre il timone rimaneva sul ponte. Per il timone volle che forassi una rondella di ottone e che le maniglie del timone fossero le capocchie di spillo infilate radialmente e terminanti nel cilindro che lo collegava alla struttura di rimando dei cavi.
Numerati e sgrossati i pezzi, ho studiato come utilizzarli al meglio e, poi, li ho uniti con Vinavil e morsetti.
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garlandrea@tiscali.it- Nuovo Utente
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