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NE UCCIDE PIU' LA GOLA CHE LA SPADA.......
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NE UCCIDE PIU' LA GOLA CHE LA SPADA.......
Carissimi amici modellisti!
Non si vive di solo modellismo.
Bene, adesso che ho enunciato questa mia frase che sicuramente passerà alla storia come quella di Galileo, "eppur si muove"", passo al dunque.
Dovete sapere che a Firenze esiste una specialità che si tramanda da secoli.
Trattasi di negozietti ambulanti (al giorno d'oggi son tutti furgoni super puliti, altrimenti la ASL li fa' chiudere in un sospiro), che vendono Trippa e Lampredotto!
Lampredotto, trippa alla fiorentina
Più amato delle rime di Dante, più conosciuto delle ceramiche dei Della Robbia, antico come Palazzo Vecchio, il lampredotto è una pietanza che i fiorentini consumano e apprezzano. Insieme, forse, a qualche “chef” attento alle tradizioni culinarie popolari
Lampredotto, i sapori dell'antica tradizione popolare fiorentina
Il lampredotto è uno dei quattro stomaci del bovino, è una trippa, una frattaglia. A definirlo così sembra riduttivo, spoetizzante, e non lo merita.
Il lampredotto è per i fiorentini un’istituzione, una leggenda gastronomica, è un rito popolare itinerante presente per le strade, sotto l’ombra nobile dei palazzi cinquecenteschi e le architetture ardite del Brunelleschi.
Il lampredotto è un cibo da strada, e proprio qui, tra le pietre squadrate e lucide di Via dei Cimatori, di Via dei Macci, di Via dell’Ariento, nel cuore della città, nasce e muore questa pietanza, immolandosi in nome dell’antica e blasonata “ars coquinaria” toscana.
Cibo “nobile” da strada
Trippai di un tempo
Gli ultimi baluardi di questo cibo povero e popolano sono i “banchini dei trippai”, come li chiamano a Firenze.
Un tempo erano carretti di legno, dipinti con colori sgargianti, condotti a mano o appoggiati su tricicli a pedali.
Oggi sono piccoli chioschi su quattro ruote, tutti di acciaio, lindi e sterili, ma con ancora intatto il loro fascino gitano. Portano in giro per Firenze il pesante carico di trippe e di storia.
In bella mostra, a un lato del banco, in mezzo a verdure fresche, limoni e insalata, i venditori offrono la loro mercanzia: lampredotto, trippa e poppa (la mammella del bovino) già bolliti e pronti per essere cucinati dalle massaie tra le mura domestiche, in una miriade di ricette.
Sull’altro lato del banco bollono due pentole piene di brodo, nelle quali cuociono, insieme a pomodori, carote, prezzemolo, cipolla e patate, grandi pezzi di lampredotto, destinati a una fine gloriosa: farcitura succulenta in mezzo a panini croccanti.
Trippai come superstar
Panino con lampredotto
Gli ultimi araldi di questa tradizione culinaria fiorentina hanno nomi conosciuti in città, sono famosi e più amati di Michelangiolo Buonarroti, fedeli ai colori e alla tradizione gastronomica della città gigliata.
Miro Pinzauti, Fulvio Laporta, Orazio Nencioni, Fabrizio Giannelli, Andrea Zinci non sono solo “trippai”; non si limitano a preparare superbi panini con il lampredotto, ma rappresentano l’ultimo anello della tradizione popolare fiorentina.
Il loro panino è un rito, è uno slow-food fatto di sapori, di chiacchiere, di pause e di commenti, di buoni e sani bicchieri di Chianti. Il panino va mangiato sul posto, tra i discorsi degli avventori, in mezzo alle battute salaci e pungenti, tra la raffinata atmosfera rinascimentale e la semplice voglia di discutere su ogni argomento: il calcio, la politica, il tempo.
Ho fatto tutta questa storia del piatto tipico, perchè un amico del forum ne vorrebbe assaggiare.
Che dite, lo facciamo un bel radun/culinario ai banchini dei trippai fiorentini?
Questo è il banchino che sta sotto casa mia il giovedì!!!
Bene, le iscrizioni sono aperte!
Modì.-
Non si vive di solo modellismo.
Bene, adesso che ho enunciato questa mia frase che sicuramente passerà alla storia come quella di Galileo, "eppur si muove"", passo al dunque.
Dovete sapere che a Firenze esiste una specialità che si tramanda da secoli.
Trattasi di negozietti ambulanti (al giorno d'oggi son tutti furgoni super puliti, altrimenti la ASL li fa' chiudere in un sospiro), che vendono Trippa e Lampredotto!
Lampredotto, trippa alla fiorentina
Più amato delle rime di Dante, più conosciuto delle ceramiche dei Della Robbia, antico come Palazzo Vecchio, il lampredotto è una pietanza che i fiorentini consumano e apprezzano. Insieme, forse, a qualche “chef” attento alle tradizioni culinarie popolari
Lampredotto, i sapori dell'antica tradizione popolare fiorentina
Il lampredotto è uno dei quattro stomaci del bovino, è una trippa, una frattaglia. A definirlo così sembra riduttivo, spoetizzante, e non lo merita.
Il lampredotto è per i fiorentini un’istituzione, una leggenda gastronomica, è un rito popolare itinerante presente per le strade, sotto l’ombra nobile dei palazzi cinquecenteschi e le architetture ardite del Brunelleschi.
Il lampredotto è un cibo da strada, e proprio qui, tra le pietre squadrate e lucide di Via dei Cimatori, di Via dei Macci, di Via dell’Ariento, nel cuore della città, nasce e muore questa pietanza, immolandosi in nome dell’antica e blasonata “ars coquinaria” toscana.
Cibo “nobile” da strada
Trippai di un tempo
Gli ultimi baluardi di questo cibo povero e popolano sono i “banchini dei trippai”, come li chiamano a Firenze.
Un tempo erano carretti di legno, dipinti con colori sgargianti, condotti a mano o appoggiati su tricicli a pedali.
Oggi sono piccoli chioschi su quattro ruote, tutti di acciaio, lindi e sterili, ma con ancora intatto il loro fascino gitano. Portano in giro per Firenze il pesante carico di trippe e di storia.
In bella mostra, a un lato del banco, in mezzo a verdure fresche, limoni e insalata, i venditori offrono la loro mercanzia: lampredotto, trippa e poppa (la mammella del bovino) già bolliti e pronti per essere cucinati dalle massaie tra le mura domestiche, in una miriade di ricette.
Sull’altro lato del banco bollono due pentole piene di brodo, nelle quali cuociono, insieme a pomodori, carote, prezzemolo, cipolla e patate, grandi pezzi di lampredotto, destinati a una fine gloriosa: farcitura succulenta in mezzo a panini croccanti.
Trippai come superstar
Panino con lampredotto
Gli ultimi araldi di questa tradizione culinaria fiorentina hanno nomi conosciuti in città, sono famosi e più amati di Michelangiolo Buonarroti, fedeli ai colori e alla tradizione gastronomica della città gigliata.
Miro Pinzauti, Fulvio Laporta, Orazio Nencioni, Fabrizio Giannelli, Andrea Zinci non sono solo “trippai”; non si limitano a preparare superbi panini con il lampredotto, ma rappresentano l’ultimo anello della tradizione popolare fiorentina.
Il loro panino è un rito, è uno slow-food fatto di sapori, di chiacchiere, di pause e di commenti, di buoni e sani bicchieri di Chianti. Il panino va mangiato sul posto, tra i discorsi degli avventori, in mezzo alle battute salaci e pungenti, tra la raffinata atmosfera rinascimentale e la semplice voglia di discutere su ogni argomento: il calcio, la politica, il tempo.
Ho fatto tutta questa storia del piatto tipico, perchè un amico del forum ne vorrebbe assaggiare.
Che dite, lo facciamo un bel radun/culinario ai banchini dei trippai fiorentini?
Questo è il banchino che sta sotto casa mia il giovedì!!!
Bene, le iscrizioni sono aperte!
Modì.-
Modifica- Forumnauta
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